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Conosciamo meglio il cantautore sardo Riccardo Ruiu, attraverso questa piacevole chiacchierata l’artista si racconta e ci presenta il suo ultimo lavoro intitolato
“Che ridere Presidente”.
Potete trovare la sua musica su tutti i Digital Store.

 

Ciao Riccardo Ruiu, benvenuto sulle nostre pagine… è un piacere farti questa intervista.
Raccontati brevemente… chi sei nella vita di tutti i giorni?

Ciao e grazie per il vostro invito. Sono un cantautore sardo e vivo a Berlino, città in cui mi sono trasferito dieci anni fa e dove ho inizialmente insegnato come lettore di linguistica all’Università Libera. Attualmente lavoro in ambito educativo.

Che differenza c’è tra artista e persona?
Credo che l’artista sia in qualche modo la proiezione della persona, una sorta di alter ego che elabora continuamente il vissuto dell’individuo e cerca di trasformare queste esperienze in qualcosa di poetico e di artistico. E in questo continuo scambio la persona nutre la personalità artistica e viceversa, ci si arricchisce vicendevolmente.

Quando ti sei approcciato a questo mondo?
Ho cominciato a fare musica relativamente tardi, all’inizio della mia esperienza universitaria, anche se in verità non è mai troppo tardi quando si fa ciò che si desidera. Ho sempre scritto dei testi in poesia e dopo aver appreso a suonare la chitarra ho sentito la necessità di trasformarli in canzoni.

Il tuo nuovo singolo s’intitola “Che ridere Presidente” vuoi parlarci di questo brano? Com’è nato e di cosa parla?
La genesi del brano risiede nella volontà di evidenziare e denunciare i malanni e le incongruenze che affliggono la società attuale italiana a ogni livello, e già dal titolo si può intuire il suo contenuto fortemente ironico nonché sarcastico. La canzone è pertanto un susseguirsi di allusioni, doppi sensi e giochi di parole che sono un esplicito richiamo al ruolo di responsabilità dei politici a tutti i livelli, specialmente in ambito sociale, politico ed economico.

Scrivici la frase che ha più importanza di questo brano e, se vuoi, spiegaci anche il motivo.
Non credo ci sia una frase più significativa delle altre anche perché a ogni frase corrisponde un diverso argomento per me egualmente importante. Ma dovendo scegliere, sicuramente quello dell’immigrazione è un tema rilevante, e nella frase “…non fa ridere Presidente quest’Italia che ha perso in fretta la memoria e che vorrebbe cancellare con un gommone la propria storia…” ho voluto segnalare la mancanza di memoria storica del nostro Paese, con alcuni politici che spesso e volentieri dimenticano che anche noi italiani siamo stati un popolo di emigranti. Personalmente ritengo che l’ideale sarebbe trovare una via di mezzo tra il chiudere e l’aprire indiscriminatamente a tutti attuando una giusta regolamentazione al riguardo, ma senza perdere in ogni caso l’umanità nei confronti di chi è meno fortunato e arriva chiedendo aiuto.

Pensa alla prima canzone che hai ascoltato di un altro artista? Quali ricordi ed emozioni ti suscita?
Sono tante le canzoni che hanno colpito la mia sensibilità e l’elenco sarebbe infinito, ma se penso al mio percorso artistico, canzoni come “Pentathlon” di De Gregori, “Lettera” di Guccini, “Algeri” di Vecchioni, “Wish you were here” dei Pink Floyd, giusto per fare alcuni nomi, occupano un posto speciale nella mia personale compilation ed è sempre una bella emozione riascoltarle.

Per quale motivo fai musica? E cosa vuoi comunicare ogni volta che crei un nuovo brano?
Col fare musica io intendo creare poesia musicale, cioè vestire con il suono un testo poetico, e quando si comunica un messaggio in musica, la forza e il significato dello stesso vengono amplificati. E questo è uno dei tanti poteri della musica, il riuscire a rendere tutto più poetico, anche l’evento in apparenza più banale. In definitiva, si fa musica per lo stesso motivo per cui si vive, e scrivere una canzone è un modo di condividere con gli altri il proprio vissuto, le gioie e ahimè, anche i dolori. In questo senso, la musica è vita.

Per quale motivo dovrebbero ascoltare la tua musica, cosa pensi di avere di diverso dagli altri?
Ogni artista rappresenta un unicum, quindi penso che l’apprezzamento da parte del pubblico consista soprattutto nel riconoscere e premiare l’originalità dell’artista. Credo che questo sia il punto di forza delle mie composizioni, soprattutto dal punto di vista autoriale.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
I cantautori italiani della vecchia ma attualissima generazione come Dalla, Guccini, De Gregori, Vecchioni, Battiato sono stati di grande ispirazione per le mie composizioni, ma anche i cantautori stranieri come Cohen, Dylan, Van Morrison, Springsteen, giusto per fare qualche nome, hanno avuto un ruolo importante nella mia formazione artistica.

Siamo arrivati a fine intervista…domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi?
Colgo questa occasione per segnalare che nel 2021 la mia poesia-canzone “Senza te” è stata inserita in un’antologia poetica edita dalla Aletti Editore e per la quale ho ricevuto una menzione speciale di merito al “Premio Internazionale CET Scuola Autori di Mogol”, riconoscimento che mi riempie d’orgoglio per il suo enorme prestigio e che mi stimola ancor di più a continuare nel mio percorso artistico.

 


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1 Comment

  • Ursula
    Posted 23 Aprile 2022 16:16

    Bravissimo Riccardo!!!!👏👏👏❤️❤️❤️

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