«Un ventennio mica male, ma alla fine è stato uguale: non c’era più complicità»: “Mi sto innamorando” di Mirkotek e l’incontro tra passato e futuro per abitare il presente e ritrovare sé stessi
Nel pop italiano di oggi, l’amore finisce quasi sempre in due modi: o ci si strugge, o ci si vendica. “Mi sto innamorando” di Mirkotek – disponibile in tutti i digital store per Pako Music Records/Believe Digital – propone un’altra via, raccontando quello che accade quando, finita una relazione di lunga data, non arriva nessun altro. E in quel vuoto, lentamente, si torna ad amare sé stessi.
Nessun nuovo partner, nessun flirt da esibire o da collezionare. La canzone evita i colpi di scena e si sofferma su quello che accade con il tempo: quando ti svegli, la casa è vuota, e per la prima volta, non ti fa paura.
Non stai bene, non stai male. Semplicemente stai, e ti senti. Ricominci ad abitare i tuoi spazi, senza aspettare di riempirli. Fai colazione. Accendi la radio. Porti giù l’immondizia. Poi, senza preavviso, ti accorgi che sta suonando una canzone leggera. Che non è lì per farti dimenticare, né per farti riaffondare nel senso di vuoto. È lì per starti accanto. E ricordarti che esisti come intero, pur nelle tue crepe, e basti a te stesso.
Così funziona “Mi sto innamorando”, un pezzo che balla in superficie, ma che sottotraccia tiene il battito rallentato di chi ha imparato a stare da solo.
Non è un brano sull’indipendenza, né promette che dopo averlo ascoltato starai meglio. Ma suggerisce che, a un certo punto, qualcosa cambia.
Non fuori, ma dentro. E in quel momento, puoi anche permetterti di dirlo ad alta voce, senza vergogna:
«Mi sto innamorando, mi sto innamorando sempre di più. Vado in giro nel mondo con il naso all’insù.»
Musicalmente, la composizione si ispira alle sonorità dance italiane di fine anni ’90 – inizi 2000. Lì dove stavano i Velvet, gli 883 di “Grazie mille”, i Lùnapop, i synth aperti e le batterie elettroniche leggere. Nessuna ironia, nessun feticismo. La nostalgia qui non è un vezzo: è un mezzo. Una grammatica emozionale condivisa dagli adulti di oggi, per raccontare una storia matura con il vocabolario della spensieratezza. Perché, in fondo, alcune emozioni, se troppo analizzate o caricate, collassano. Ma se le lasci fluire su un suono che ti appartiene, che ti è familiare, prendono forma, diventano digeribili, narrabili, e, a poco a poco, comprensibili. Il dolore resta vero. Ma è più abitabile, gestibile. Ed è proprio da questo che parte Mirkotek: dall’intento di prendere quella musica che faceva muovere i corpi e usarla per muovere qualcosa dentro.
“Mi sto innamorando” è uno dei primi singoli italiani a parlare dell’amore post-rottura come ritorno a sé anziché come attesa.
La voce non è quella reale di Mirkotek. È realizzata con strumenti di intelligenza artificiale – e non se ne vergogna. Anzi: proprio perché non ha un timbro riconoscibile, diventa uno spazio neutro. Una voce che può essere di tutti.
«Uso l’IA come si usa una camera fissa – dichiara –. Non perché non voglio metterci la faccia. Ma perché voglio che si senta solo quello che ho scritto.»
Il suo processo artistico è preciso e rigoroso: Mirkotek scrive il testo e la melodia, canta a cappella per imprimere l’intenzione e l’interpretazione, sceglie il genere e l’arrangiamento, poi perfeziona e produce la versione finale con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Infine, realizza il videoclip, completando il percorso con il lato umano e visivo delle emozioni.
Nel repertorio discografico italiano si canta quasi sempre la fine nello stesso modo: con la ferita fresca, con l’orgoglio ammaccato, con l’urgenza di andare avanti. Mirkotek, concentra la sua penna su quello che succede mesi dopo.
Quando la rabbia è passata. Quando non ci sono più messaggi da rileggere, né profili da controllare. Quando l’assenza è diventata abitudine, consuetudine e infine un modo per riavvicinarsi a sé stessi, senza sentire lo stomaco che stringe.
Ma c’è di più: “Mi sto innamorando” arriva nel pieno di una riscrittura sociale delle relazioni. Le separazioni sono sempre più frequenti dopo i 40 anni, e cresce il numero di persone che non cercano immediatamente un’altra relazione, ma una nuova forma di autonomia e di stabilità personale.
Se ne parla nei podcast, nei saggi, nelle serie. E adesso anche in una canzone pop. Artificiale nel supporto, ma non nel contenuto. Nella voce che la canta, ma non nel motivo per cui è stata scritta. Perché puoi anche farti aiutare da una macchina nell’esecuzione vocale, ma quello che hai da dire dev’essere ancora tuo. E perché certe cose puoi dirle anche senza la tua firma, ma non senza averle attraversate.
In “Mi sto innamorando” non ci sono martiri, né eroi. Solo due persone che hanno finito un percorso condiviso per cominciarne un successivo, in cui imparano nuovamente a camminare da sole.
“Mi sto innamorando” si muove dove tutto sembra fermo. E proprio lì, qualcosa ricomincia. Una casa vuota, una radio accesa, una melodia familiare. E giorno dopo giorno, si torna interi.
Biografia.
Mirkotek, all’anagrafe Mirko Gaetani, è un artista romano classe 1988. Da sempre appassionato di scrittura e melodia, ha trovato nell’intelligenza artificiale non un sostituto della creatività, ma uno strumento capace di amplificare la propria visione musicale. La sua è una ricerca continua di introspezione e innovazione: un collante tra l’intuizione umana e la tecnologia. Fin da adolescente, ha scritto testi immaginando mondi sonori che solo oggi, grazie all’evoluzione dell’IA, può trasformare in realtà. Con il suo progetto artistico, spazia tra generi diversi: ogni canzone nasce da un’intuizione spontanea e prende forma in base alle sensazioni del momento. È l’emozione a dettare lo stile. Le voci diverse che popolano i suoi brani non sono casuali: rappresentano l’anima mutevole dei sentimenti e dei messaggi che vuole trasmettere. Ognuna di esse è scelta perché incarna il colore, e il valore di un’idea. Per Mirkotek, l’intelligenza artificiale è un mezzo produttivo, non generativo: la vera creazione nasce dentro di lui, dall’urgenza di raccontare qualcosa che lo attraversa. Il suo processo è preciso e rigoroso: scrive il testo e la melodia, canta a cappella per imprimere l’intenzione e l’interpretazione, sceglie il genere e l’arrangiamento, poi perfeziona e produce la versione finale. Infine, realizza i videoclip, completando il tutto con il lato umano e visivo. La voce che si ascolta nei suoi brani non è quella reale, ma quella interiore; una traduzione musicale del suo universo personale. Una voce che diventa strumento, canale di connessione tra l’artista e chi ascolta. Nell’ottobre 2025, Mirkotek entra a far parte del roster di PaKo Music Records e raggiunge un pubblico più ampio, mantenendo intatta la sua identità sperimentale. Il progetto Mirkotek è una scommessa e un esperimento umano prima ancora che tecnologico: dimostrare che, anche nell’era dell’intelligenza artificiale, ciò che conta davvero è la verità delle parole. Se la musica arriva, se tocca qualcosa dentro, allora, come dice lui, il progetto funziona.
Label
PaKo Music Records
Press
Music and Media Press
