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Con il suo primo singolo “Dell’Amore Cosa Resta”, CRUELLO si affaccia sulla scena musicale con un brano che mira dritto al centro delle emozioni. Pubblicato il 13 giugno 2025, il pezzo è una ballata pop-cantautorale che esplora le ferite lasciate da un amore finito, trasformando dolore e memoria in melodia. Dalla Germania all’Italia, il progetto punta a farsi largo nel panorama musicale contemporaneo con autenticità e un linguaggio emotivo diretto.

Dell’Amore Cosa Resta è un brano che nasce dal vuoto, da quel senso di mancanza che solo la fine di una storia importante può lasciare. La produzione, asciutta e senza fronzoli, sostiene una linea melodica semplice ma insistente, costruita su ripetizioni che – se da una parte rafforzano l’impatto emotivo – dall’altra rischiano di rendere l’ascolto meno dinamico.

La voce di CRUELLO ha una timbrica particolare, che sa evocare il cantautorato italiano degli anni ’80 e ’90: ci sono echi di Mango, qualcosa di Raf o Luca Carboni nei passaggi più malinconici, con un approccio interpretativo che privilegia l’intensità emotiva piuttosto che la perfezione tecnica. Ed è proprio questa voce a dare carattere al brano, nonostante un testo che avrebbe potuto osare di più, sia nella varietà linguistica che nella struttura narrativa.

C’è però un’intenzione chiara e nobile dietro il progetto: quella di arrivare alle persone, di condividere una ferita universale attraverso la musica. Dell’Amore Cosa Resta non vuole essere una hit da classifica, ma un piccolo rito catartico, da ascoltare nei momenti in cui si cerca conforto e riconoscimento. Ed è in questo che trova la sua forza.

Conclusione
CRUELLO si presenta al pubblico con un debutto sincero, carico di pathos e di desiderio di comunicare. Dell’Amore Cosa Resta è un primo passo che mostra un’identità artistica ancora in formazione, ma con una direzione chiara: quella dell’emozione, dell’autenticità, della canzone che vuole parlare alle anime in frantumi. C’è spazio per crescere, per evolversi, per affinare la scrittura – ma la base c’è, e il cuore anche. E questo, oggi, non è affatto poco.

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