Con “More (ecstatic electronic mix)”, Mokroïé compie un’operazione audace: reinterpretare uno dei brani più iconici della scena gothic rock degli anni ’90, quel “More” dei The Sisters of Mercy che, firmato da Andrew Eldritch e Jim Steinman, è rimasto impresso nella memoria collettiva come inno alla passione sfrenata, al desiderio che divora e spinge oltre i limiti.
Questa nuova versione, estratta dall’EP “Moving Forward”, prende le distanze dall’atmosfera gotica originale per abbracciare una trasformazione elettronica potente, pulsante e viscerale. La definizione “ecstatic electronic mix” non è un vezzo stilistico, ma una dichiarazione d’intenti: l’energia della traccia è elettrica e travolgente, quasi cinematografica, spingendo chi ascolta dentro una spirale di movimento e lucidità.
Un remix che è anche un manifesto
Accompagnato da un videoclip animato che ricorda i viaggi lisergici su strade infinite e desertiche in stile road trip californiano, il brano va oltre la cover, diventando un vero statement artistico. Mokroïé non si limita a omaggiare il passato: lo decostruisce e lo ricostruisce alla luce delle contraddizioni del nostro tempo. Se negli anni ’90 la richiesta di “more” (più velocità, più adrenalina, più trasgressione) veniva celebrata come coraggio, oggi lo stesso impulso è visto con occhio critico, quasi autodistruttivo, come se quell’esigenza di andare oltre fosse diventata sinonimo di irresponsabilità collettiva.
È proprio in questa doppia lettura temporale che si innesta la forza del brano. Mokroïé propone un sound ibrido, tra elettronica, pop e accenti rock-industrial, in grado di mantenere il pathos dell’originale e al tempo stesso offrire una nuova prospettiva emotiva e sociale. L’estetica sonora si contrappone volutamente a quella del precedente lavoro Forest of Uncertainty, come a voler segnare una discontinuità, un passaggio, un’urgenza narrativa che riflette sullo stato attuale delle cose.
Conclusione
Con “More (ecstatic electronic mix)”, mokroïé firma una delle reinterpretazioni più interessanti dell’ultimo periodo. Non è solo una cover, è un’opera viva, che respira, riflette, si contorce, esplode e fa riflettere. L’energia è palpabile, ma non è mai fine a sé stessa: è il veicolo per un messaggio, per un dialogo tra ieri e oggi, tra desiderio e disillusione, tra euforia e consapevolezza. Un brano che conquista con forza e intelligenza, e che conferma il talento visionario di Francesco e del suo universo sonoro in costante movimento.