Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Con “Poetico Sporco Rock”, i Penosi Sotterfugi riportano al centro dell’attenzione l’anima più viscerale e umana del rock. La band, indipendente e coerente con la propria identità, firma un brano che unisce rabbia, poesia e consapevolezza, restituendo al genere quella sincerità spesso dimenticata in un’epoca dominata da suoni patinati e costruiti a tavolino.

Il pezzo, che dà anche il titolo all’intero album, si presenta come un inno alla libertà espressiva e alla forza della parola. “Poetico Sporco Rock” non si limita a raccontare: confessa, denuncia e accarezza, alternando momenti di intensità sonora a passaggi più intimi e riflessivi. Il risultato è un equilibrio perfetto tra ruvidità e sentimento, tra istinto e riflessione.
La voce, graffiata e potente, ricorda in parte quella dei Timoria o dei Litfiba dei tempi migliori, ma con una personalità ben definita. Si percepisce il vissuto, la fatica e la passione dietro ogni verso. Musicalmente, le chitarre si muovono tra sonorità vintage e nuove sfumature, mentre l’arrangiamento, pur volutamente “sporco”, riesce a essere curato e coerente.
Interessante e coraggiosa anche la scelta di riutilizzare canzoni scritte anni fa e riarrangiarle oggi con il supporto dell’intelligenza artificiale. Una fusione tra passato e futuro che non snatura l’essenza del rock, ma anzi la esalta, dando nuova vita a un linguaggio che resta sempre attuale quando è sincero.

Conclusione
“Poetico Sporco Rock” è molto più di una canzone: è una dichiarazione d’intenti. I Penosi Sotterfugi dimostrano che si può fare musica vera, con cuore e sostanza, anche senza rincorrere le mode. Un brano che profuma di verità, di sudore e di vita vissuta — come dovrebbe essere ogni canzone che osa definirsi rock.

Instagram

Visit Us On InstagramVisit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On YoutubeVisit Us On Linkedin