Con Quelli difficili Alessandro Rosato firma un brano che va in direzione opposta rispetto alle classiche hit estive. Un anti-tormentone che non cerca di far ballare a tutti i costi, ma di dare voce a chi, almeno una volta nella vita, si è sentito ai margini. Disponibile su tutte le piattaforme digitali, il singolo anticipa un percorso musicale che mescola cantautorato, spoken word, atmosfere acustiche e sensibilità contemporanea.
Quelli difficili è una canzone che sembra una carezza e un pugno allo stesso tempo. Il testo scorre diretto e sincero, raccontando gli esclusi, gli invisibili, chi a scuola veniva chiamato con il nome storpiato, chi non era mai al centro della festa. Rosato prende quell’aggettivo “difficile” che un tempo era un marchio e lo trasforma in bandiera: qui diventa simbolo di resistenza, dignità e identità.
La produzione è essenziale, quasi scarna, ma volutamente così per lasciare spazio alla voce e al racconto. C’è qualcosa di poetico nelle immagini che usa e una forza autentica nel modo in cui le pronuncia. Il brano si muove su una linea sottile tra cantautorato, folk e spoken rap, con un sound che amplifica l’emozione invece di soffocarla.
È una traccia che non rincorre le mode ma che vuole creare connessione: chi ascolta si ritrova in quelle parole, nei piccoli dolori e nelle grandi rivincite. È una canzone che restituisce dignità alle cicatrici, trasformandole in cori. In questo senso Quelli difficili è davvero un “anti-tormentone”: non serve far muovere i piedi, serve far muovere qualcosa dentro.
Conclusione:
Con Quelli difficili Alessandro Rosato conferma la sua capacità di usare musica e parole come specchio delle fragilità e delle speranze comuni. Un brano intenso, emozionale, che sa parlare a chi si è sentito fuori posto e a chi ha imparato a fare della propria “difficoltà” un punto di forza. Non solo una canzone, ma un piccolo manifesto di appartenenza.