Con “La foto profilo”, Borromini (progetto musicale neoclassico di Davide Rinaldi) ci accompagna in un viaggio sospeso tra il gioco delle immagini e la concretezza dei sentimenti. Una ballata che mescola malinconia e poesia, capace di trasformare una sequenza di istantanee in una riflessione sull’amore e sull’autenticità.
Il brano si apre come una filastrocca contemporanea, con un susseguirsi di fotografie che rappresentano frammenti di vita: una schiena nuda, un gatto, una Ferrari, fino a Mastroianni che si toglie gli occhiali. Sono dettagli, simboli e suggestioni che appartengono al nostro immaginario collettivo, e che Borromini trasforma in poesia cantata. Ma è nella seconda parte che la canzone svela la sua vera anima: la malinconia di un amore che si concretizza, con tutte le sue imperfezioni, quando finalmente si incontra davvero.
La voce di Davide Rinaldi colpisce per il suo timbro riconoscibile, caldo e personale, che riesce a trasmettere al tempo stesso dolcezza e profondità. La produzione, fedele alla definizione di “cantautorato neoclassico”, si muove tra strumenti acustici, piccoli giocattoli sonori e riverberi reali, evocando atmosfere intime e cinematografiche. Le influenze di grandi maestri come Battiato, Morricone e Battisti convivono con suggestioni più moderne (Sigur Rós, Max Richter, Andrea Laszlo De Simone), in un equilibrio che dona originalità al brano senza mai risultare manieristico.
La foto profilo non è pensata per scalare classifiche, ma per arrivare a chi cerca autenticità: ascoltatori curiosi, sensibili, capaci di apprezzare la delicatezza di una scrittura che vuole essere colonna sonora di emozioni quotidiane. È una canzone che conquista con semplicità e con un’intelligenza melodica che si fa ricordare.
Conclusione:
Con La foto profilo, Borromini firma un esordio intenso e personale, in grado di distinguersi per originalità e profondità. Una ballata che, tra immagini evocative e sentimenti sinceri, diventa manifesto di un progetto che non rincorre numeri ma persone reali. Una musica che si fa incontro e dialogo, come una carezza malinconica che resta impressa.