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Con il nuovo singolo “Dimmi perché”, Spectrum Vates mette a nudo le sue emozioni più profonde. Un brano che affronta la separazione con sincerità, senza nascondersi dietro facili cliché. Lo abbiamo incontrato per scoprire la sua visione della musica e il messaggio che vuole trasmettere al suo pubblico.

Bentornato sul nostro magazine, racconta un aneddoto di te, che ancora nessuno conosce, magari qualcosa che possa diventare un post.
Ciao a tutti! Penso che molta gente non sappia che vedo la musica come una forma artistica permeata nel mio essere, ma allo stesso tempo distante dalle mie azioni. Cioè come molte delle mie canzoni non descrivo situazioni che vivo in prima persona, ma bensì recito una parte, un ruolo, traendo ispirazione dalle emozioni che provo in un determinato periodo e convertendole in immagini ben precise.

“Dimmi perché” è un brano intenso: come nasce e quale momento personale rappresenta?
Nasce dal bisogno di dare voce a tutti coloro che continuano ad amarsi nonostante un evento che li ha portati alla separazione. Molto spesso ci si separa per necessità e non per volere proprio. Vedete il tutto come un finale a metà, poco lieto, di una fiaba distorta.

Nel rap l’autenticità è tutto: quanto di te stesso hai messo in queste barre?
In ogni singolo verso c’è tutta la mia emozione. Ogni volta che afferro la penna per scrivere una canzone tendo a convertire il mio spettro interiore in frasi di senso compiuto, che poi prendono vita in musica.

C’è una frase del testo che senti più tua, come fosse un tatuaggio?
“Fuoco che ci brucia e poi diluvio che ci spegne”. Un’immagine molto forte, ma che cela la dicotomia di una relazione colma di amore e dolore allo stesso tempo.

In studio, qual è stata la sfida più grande nel dare forma a questo brano?
Per quanto riguarda questo brano sono partito con lo scrivere il testo, di getto, tutto d’un fiato. Una volta raggiunto un risultato conforme, anche in breve tempo, ho faticato non poco a creare una base che potesse esprimere tutta l’intensità ed allo stesso tempo la sofferenza intrinseca nelle parole che avevo scritto.
Perciò posso dire che la creazione della base mi ha creato qualche grattacapo!

Il rap spesso unisce rabbia e poesia: tu come vivi questa dualità nella scrittura?
Penso che il rap sia il genere musicale che meglio possa esprimere il significato delle parole e quindi anche della poesia. Molti artisti al giorno d’oggi perdono questo punto per strada, ma io cerco ancora di unire i versi alla rabbia interiore o alle altre emozioni che albergano in me.

Il tuo pubblico è giovane e diretto: che reazione ti aspetti da loro con questo brano?
Spero possano capire di non essere soli qualsiasi cosa accada a loro. Una separazione è faticosa da accettare, ma molto spesso inevitabile.

I social oggi contano tanto per un artista, soprattutto se emergente. Tu come li vivi, come opportunità o come pressione?
Penso siano un modo per condividere la propria arte anche con un pubblico diverso da quello abituale, ma allo stesso tempo non sono condizionato dai like. Faccio musica in primis perché mi fa stare bene ed è questa l’unica cosa che conta per me.

Dopo “Dimmi perché”, quali sono i tuoi prossimi obiettivi musicali?
Senza troppi giri di parole sto lavorando ad un progetto da qualche mese. Mi sta portando via tempo ed energie preziose ogni giorno, ma che una volta terminato vi farà capire veramente chi voglio essere all’interno del mondo musicale.

Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideri condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiederti? Potresti porti una domanda e condividere la risposta con noi?
La domanda principale è quella del titolo: “Dimmi perché”.
Riferito a cosa mi starete chiedendo? Un po’ a tutto. Quante volte ci viene chiesto il perché delle nostre azioni, una marea. Eppure non c’è molto spesso una risposta, agiamo perché dobbiamo o perché ci sentiamo in dovere di farlo. Ed è proprio così che io voglio rispondere alla domanda: “perché fai musica?” Perché devo, anzi perché lo devo. Lo devo a me e a tutti quello che hanno sempre creduto potessi esprimere a parole l’arte che popola la mia mente. 

Un caro saluto a tutti! 

STAY SPECTRUM

Conclusione
Spectrum Vates non teme di mostrarsi fragile e vero. “Dimmi perché” è solo l’inizio di un percorso che promette di lasciare il segno, portando la voce di un artista emergente sempre più forte e riconoscibile.

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