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Il nuovo singolo di Gianni Negri e Patrizia Kolombo, pubblicato da PaKo Music Records e prodotto da Francesco La Rosa, è un affresco sonoro dell’epoca delle “connessioni fluide”. Tra pop raffinato ed elettronica minimale, il brano mette in scena Milano come palcoscenico di incontri mancati e desideri sospesi.

C’è una sottile malinconia che attraversa “Ai Confini dell’Urbano”, il nuovo singolo di Gianni Negri e Patrizia Kolombo. È una canzone che racconta ciò che sfugge, ciò che resta sospeso tra un incontro e un addio. La voce limpida e delicata di Negri si muove dentro arrangiamenti eleganti, curati nei dettagli, dove elettronica e pop si incontrano in perfetto equilibrio, evocando atmosfere cinematografiche e intime al tempo stesso.

Milano diventa il teatro silenzioso di una storia che non accade mai del tutto: la città osserva, accompagna, accoglie. Nelle sue luci e nei suoi silenzi si specchia la condizione affettiva di una generazione abituata a vivere connessioni veloci, intense ma fragili. “Sei qui, sei qui, sei qui ma poi tu voli via”, canta Negri in un ritornello che sembra sospeso nell’aria, come un pensiero che non vuole dissolversi.

La scrittura di Patrizia Kolombo aggiunge profondità e precisione poetica: ogni parola è calibrata, ogni immagine costruisce un piccolo universo emotivo. L’incontro non si consuma, ma lascia un segno: un graffio dolce, un ricordo che resta anche senza esser mai diventato realtà.

Con “Ai Confini dell’Urbano”, Negri e Kolombo riescono a dare forma a qualcosa di invisibile — l’attrazione che non si concretizza, la nostalgia di ciò che poteva essere — trasformandolo in un brano di grande eleganza e sensibilità.

Una pop-ballad moderna e senza tempo, sospesa tra sacro e profano, che racconta la fragilità dei sentimenti contemporanei con delicatezza e verità. Un piccolo gioiello che parla a chiunque abbia mai vissuto un quasi amore.

Conclusione
Una pop-ballad moderna, sospesa tra il sacro e il profano, che lascia un segno profondo. Con “Ai Confini dell’Urbano”, Negri e Kolombo mostrano la bellezza dell’inafferrabile.

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