Luca Sammartino torna con un nuovo inedito intitolato “Scintilla e benzina”, un bel brano con sonorità punk-rock. L’artista si racconta per noi, presentando questo lavoro.
Potete trovare la sua musica su tutti gli Store e nelle nostre playlist.
Ciao Luca. Ormai anche tu sei un veterano del nostro magazine, quindi non ti faccio più presentare, ma piuttosto vorrei sapere come stai vivendo questo periodo. Dopo due anni di covid e con tutte le difficoltà che ha portato?
Ciao e grazie come sempre per lo spazio che dedicate a me e a tutti gli artisti! Non è un gran bel periodo e devo dire che il periodo del Covid, i lockdown, le incertezze, questa famosa ripartenza che sembra non arrivare mai si fanno sentire e pesano. Allo stesso tempo cerchiamo di tenere botta e darci da fare con la musica: spero che con la bella stagione si riesca a suonare il più possibile e a fare festa!
⁃ Credi ci sia un segreto per arrivare al successo o pensi sia solo frutto di tanto sacrificio?
Non credo ai segreti o alle formule magiche: spesso nel mondo della musica, soprattutto emergente, ci vengono millantate scorciatoie e viene fatta leva sul sogno di arrivare degli artisti per vendere servizi che, a mio modo di vedere, sono inutili (stream, views, follower, like…). Credo sia il frutto di enormi sacrifici di tempo, energie mentali, fisiche e risorse economiche, studio e formazione con la consapevolezza che tutto potrebbe non bastare per arrivare dove vogliamo o per rimanerci. Soprattutto in Italia, dove l’arte ancora non viene vista da tutti come un lavoro, è un investimento a fondo perduto e il fatto che scegliamo di compiere questa strada non significa che automaticamente l’interesse del pubblico ci sia dovuto. “It’s a long way to the top if you wanna rock ’n’ roll” dicevano gli AC/DC.
⁃ Oltre ad essere un artista, lavori con gli artisti, quanto pensi siano importarti i social? Che rapporto hai con essi?
Un rapporto di amore ed odio. Innanzitutto credo siano un mezzo e non un fine: mi fa ridere chi giudica il proprio progetto sulla base dei numeri ottenuti sui social e poi non fa neanche mezzo concerto (e quel mezzo che riesce a fare è fatto male…). Da una parte mi diverte usarli, cercare di tenere contatto con le persone che mi seguono ed apprezzano la mia musica e ricambiare questa attenzione, che non do mai per scontata, con musica e contenuti di qualità, dall’altra mi guardo bene dal diventarne “schiavo” e dal farmi comandare dagli algoritmi. Capitano periodi in cui non ho voglia di stare sui social e preferisco stare offline e concentrarmi su me stesso, sulla musica… o più semplicemente sulla vita reale. In generale mi piacerebbe vedere tra gli artisti meno stories su Instagram e più dedizione alla musica ed alla sua dimensione naturale: dal vivo.
⁃ Ora parliamo un po’ della tua musica e del tuo ultimo lavoro “Scintilla e benzina”, com’è nato questo brano, di cosa parla?
Il concetto “Scintilla e benzina” in sé nasce da un brano che scrissi con la vecchia band nel 2013, rimasto poi inedito e che in realtà sarebbe dovuto uscire al posto di questo. Non contenti del risultato, Anfo (il chitarrista) se n’è uscito la scorsa estate con la voglia di fare “un pezzo alla blink182” e ha riscritto la musica. Da lì ho voluto prendere il concetto di questa ragazza, “Scintilla e benzina”, che metaforicamente rappresenta ciò che la musica punk rock è ed esprime, rapportandolo ai tempi che corrono: non ha bisogno di schemi o di seguire mode per accettarsi per chi è e per come lo è, è libera, indipendente e fa sentire la sua voce fuori dal coro, in maniera semplice e dritta al punto.
⁃ Scrivi la frase più significativa del brano…
“Come un vaffanc*lo / È l’accendino ai concerti in un mondo di buio e display”
⁃ Abbiamo visto il video-promo del brano, come ti è venuta l’idea di fare una presentazione così, mentre corri “nudo” per le strade?
Innanzitutto partendo dal ritornello che chiude con “balla nuda senza limiti / con la maglietta dei blink”. La canzone in sé è un omaggio al punk ed il testo contiene delle immagini che sono citazioni al blink182 appunto, così abbiamo deciso di portare la cosa anche nel video andando a citare la celeberrima corsa nuda del videoclip di “What’s My Age Again”: corro nudo seguito dalle versioni “tarocche” dei personaggi di altri video dei blink (i due personaggi anni ’70 di First Date e l’infermiera della copertina di Enema of The State). Era da quando avevo quindici anni che sognavo di farlo, non avevo calcolato che il clima di Lodi non sia lo stesso della California: un freddo boia…
⁃ Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Tornare ad esibirmi dal vivo (chiunque legga: se vi piace la mia musica e volete aiutarmi a trovare live, contattatemi sui social che vengo in tutta Italia molto volentieri) e già a maggio iniziamo ad avere qualche data in acustico ed in elettrico. Mi piacerebbe anche partire a fare busking! Sicuramente tra maggio e giugno uscirà il disco “Frugo nel frigo”… tenete d’occhio i social @ls.musica! 😉
⁃ A chi vuoi dedicare questo tuo ultimo brano?
A tutti i ragazzi e le ragazze a cui i canoni sociali e musicali che il mainstream propina tutti i giorni stanno stretti e cercano la loro voce e la loro identità seguendo altre strade, chiudendosi in sala prove a suonare o in camera ad ascoltare dischi per i quali vengono definiti “strani, sfigati, fuori moda”.
⁃ Che differenza c’è tra Luca e la sua musica? (questa è una domanda da capire)
Dal punto di vista umano, Luca “di tutti i giorni” è piuttosto introverso, timido, riflessivo. La sua musica al contrario è aperta, senza giri di parole ma allo stesso modo porta messaggi e valori forti all’interno di canoni fruibili e diretti quali quelli del rock ’n’ roll, del punk, del folk. Siamo due opposti che si incontrano e uno mantiene acceso l’altro e viceversa.
⁃ Dai un consiglio a tutti coloro che stanno pensando di iniziare questo lavoro, di inseguire questa passione.
Mi sento di dire che scegliere di fare musica in Italia è una scelta coraggiosa e c’è da armarsi di pazienza, umiltà e serve tanta forza per portare avanti un progetto. C’è da studiare musica e non solo, non accontentarsi, rimanere con i piedi per terra, stare attenti ai tanti “gatto e la volpe” che girano. Il consiglio in sé che mi sento di dare è di trovare innanzitutto un “perché” forte per partire e continuare, un motivo che ti spinga a non mollare mai e a ripartire quando le cose non vanno per il verso giusto, perché probabilmente capiteranno momenti in cui sarai il solo/a a crederci mentre tutti ti danno per spacciato/a o illuso/a. Condividere tutto ciò nella propria musica per trovare altre persone come noi che ci seguono e sostengono… e suonare live il più possibile!
⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
La domanda che mi faccio è: c’è qualcuno che vorresti ringraziare? La risposta è: assolutamente sì. Innanzitutto i musicisti che mi seguono, i “Fenomeni”: Christian “Anfo” Anfossi, “Sir” Andrea Cattarina e Marco “Fapo” Fapani. Sono immensamente fortunato e grato per averli al mio fianco perché rendono possibile questo sogno e questo percorso ed ogni volta diamo vita a qualcosa di bello grazie al loro talento. Grazie a Nicola Marotta per i consigli ed i suggerimenti preziosi che mi permettono di crescere come autore e mi aiutano a trovare la quadra dei testi anche nei momenti di maggiore difficoltà. Grazie a Marcello Sutera di “Collettivo Funk” che mi sta seguendo come editore e mi dà preziosi consigli per il mio percorso artistico. Grazie a tutto lo staff di Pako e a tutti quelli che stanno divulgando la mia musica sui loro canali. Grazie a tutti i fenomeni e le fenomene che mi seguono e che supportano la mia musica ed il mio progetto. Grazie alla musica che mi permettere di esprimere ciò che ho dentro e di essere libero.
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