Dopo l’impatto sonoro e visivo di Iconoclasta, i SÜMELGA tornano sulle nostre pagine per raccontare la genesi di questo progetto potente e provocatorio. Con loro, anche AL VOX, la voce che ha dato corpo al messaggio di rottura. Un’intervista tra musica, pensiero critico e visioni personali.
Bentornati sul nostro magazine, provate a dire qualcosa di voi che possa attirare altri fan.
Grazie a voi per lo spazio.
Più che provare a dire qualcosa inviterei chiunque a darci un ascolto.
Dedicarci anche un solo minuto per noi é una cosa importante, molto importante.
Cosa significa per voi il termine “iconoclasta” e cosa volevate rappresentare con questo brano?
L’ iconoclasta è un critico, spregiudicato e irriverente, di principi e credenze comuni, spinto o motivato da un’indiscriminata polemica distruttiva.
É quello che molti pensano o vogliono essere soprattutto in un mondo fatto di estetica e superficialità.
L’ iconoclasta é una figura violenta e in un mondo dettato da ogni forma di violenza può essere l’estremo rimedia a l’estremo male. Ma noi insieme al buon Al Vox non ci sentiamo così distruttori, noi cerchiamo di portare l’equilibrio nella forza con l’unica “arma” che conosciamo: la nostra musica.
L’arrangiamento del brano è fortemente evocativo. Com’è nato questo suono così deciso e viscerale?
L’arrangiamento viene dal genio di Al Vox e dalla maestria di Mirko Scarpellini, che hanno mescolato sonorità sintetiche e musica più ancestrale, per un incastro perfetto con il movimento e il significato del testo. Il ritornello é molto tagliente da ogni punto di vista.
Che tipo di messaggio sociale o culturale volete lanciare con questo progetto?
Non sempre un progetto deve mandare un messaggio. Col nostro progetto cerchiamo di stratificare molti aspetti dei nostri miti delle nostre leggende, di quel divino che é dentro di noi.
Forse un messaggio tra tante metafore é quello di mai smettere di cercarsi e di cercare quello che vogliamo o crediamo.
C’è un riferimento artistico o letterario che ha ispirato la scrittura del brano?
Il passato e le sue sfaccettature é il più grande ispiratore di questo brano.
In cosa sentite di essere oggi un “distruttore di icone”?
Come già detto prima non ci sentiamo poi così “distruttori”, ci lamentiamo come chiunque, ma cerchiamo sempre una giustificazione l’ha dove ce ne possa essere una sana. Nel ritornello “anzi mai” é forse la parte più emblematica.
Se potreste presentare questo brano in un contesto live ideale, dove e con quale scenografia lo faresti?
L’anfiteatro del Vittoriale al tramonto, sarebbe un ottima cornice per inquadrare appieno il brano. Un luogo di arte, storia e leggende che campeggia su un panorama incredibile ed unico.
Ciao Al. Quanto di te c’è in questo brano “Iconoclasta”?
Al di là di una stesura musicale più massiccia rispetto al primo singolo del progetto “Transustanziazione”, la domanda corretta sarebbe “Chi non è Iconoclasta” e, aggiungo, “Iconoclastizzato”? È un prodotto che vale anche per ieri e credo per altre ere, l’iconoclasta di un tempo era un evento, ora sempre più presente. Soprattutto oggi, Soprattutto in Arte, rifugiati in un mondo di finti intellettuali che desiderano solo amicizie interessate, ci vuole il silenzio… Sennò sei fuori!
Al, in che modo il tuo percorso personale ha influenzato la tua interpretazione vocale del brano?
Sono sempre stato coerente, pur in vari generi presente, ma tutto è nato in maniera improvvisata, specialmente la melodia vocale
Raccontaci il punto di vista di Al Vox sul progetto con i SÜMELGA e cosa riserverà il futuro?
Un progetto dove c’è stata anche conoscenza e riguardo umano: dico solo che la melodia di strofa e ritornello è stata creata da me e Matteo Loda via telefono, mentre lui in autostrada. Credo che proprio che se continuiamo così, il progetto avrà molte altre sorprese.
Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desiderate condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiedervi? Potreste porvi una domanda e condividere la risposta con noi?
Innanzitutto grazie ancora per lo spazio e per l’intervista. L’ultimo aspetto che vorremmo approfondire é il passaggio dove Al Vox, canta “siamo già morti e non ce ne siamo accorti” un monito al decadimento della società col rischio dell’ estinzione esistenziale. L’umanità si veste da iconoclasta nei principi, nei valori e nella moralità e tutto sembra sfumare giorno dopo giorno.
Per la domanda:
“Meglio distruggere o costruire?”
Direi che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Il principio di conservazione della massa e dell’energia può essere una risposta o una soluzione
Conclusione:
Iconoclasta non è solo un brano, è un manifesto artistico. E se la musica può ancora scuotere le coscienze, questo progetto ne è la prova concreta.
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