Benvenuti all’intervista con Al Vox, il creatore di “Veleno”, un EP che mescola suoni maledetti con una riflessione educata sulla società contemporanea. Attraverso le sue canzoni, Al Vox ci invita a esplorare le complessità delle relazioni umane, le sfide della società moderna e il senso di confusione che spesso ci circonda.
Benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Oggi sei con noi per parlare del tuo nuovissimo lavoro, un Ep uscito il giorno del tuo compleanno. Ora possiamo iniziare parlando del tuo nuovo progetto “Veleno”. Da dove è nata l’ispirazione per questo EP? Raccontaci di più sul processo creativo. Hai menzionato che l’intero EP è stato realizzato tra le mura del tuo appartamento. Qual è stata la sfida più grande in questo ambiente?
Sto bene tra le mura di casa. La sfida più grande, che però vinco, avendo una storia famigliare complessa, quasi Macchiavellica, è che è un Locus Amoenus comunque, quindi sarebbe difficile quanto detto se non lo fosse pur con problematiche, perché non avrei ispirazione lucida. E questo EP non è solo lucido, ma il mio resoconto do vita.
Le tue canzoni sono descritte come “maledette ma educate”. Puoi spiegare meglio questo concetto e come si riflette nella tua musica?
Le canzoni dicono delle realtà. Non immaginate. Ma non c’è cattiveria. Denuncio il male senza insultarlo: anch’esso da un momento all’altro può portare bene.
Hai affermato che oggi c’è confusione e si nutre il “Veleno”. Quali sono le principali criticità della società che vuoi evidenziare con la tua musica?
Con tutto il rispetto mi chiederei vedendo la società, non cosa va, ma quanto non va. Tutto. Non mi sento rappresentato. Ma stanno tutti zitti e se volessi “lottare” mi darebbero del folle. Ahimè il marcio, in parte, l’abbiamo cercato.
L’EP presenta una canzone più delicata sulle relazioni amorose, in contrasto con altre di stampo più Noise – Post Punk – Outsider. Cosa ti ha spinto a esplorare queste diverse sfaccettature musicali?
Semplicemente perché mi piace azzardare senza sicurezza. E un giorno senza rischio non è un giorno vissuto.
Parli di paura nelle relazioni amorose. In che modo questa paura si manifesta nelle tue canzoni e come credi influenzi le relazioni nella società odierna?
Oggi c’è molta paura. Ma mi distacco sempre e da sempre dal marcio. Non lo sono io, no, questo non lo sono, pertanto mi permetto di essere felice di non essere “Parte del Branco”. Ma soffro se i valori che difendo non vengono creduti o nemmeno ascoltati.
Essendo l’unico creatore dell’EP, quali sfide hai incontrato nel gestire tutto il processo da solo? C’è qualcosa che vorresti condividere sull’esperienza di lavorare autonomamente?
Che è bellissimo. Libera Creatività. Libertà. Una parola molto dimenticata mondialmente.
Cosa speravi di comunicare o ispirare nel pubblico con “Veleno”? Qual è il messaggio chiave che desideri trasmettere attraverso la tua musica?
In questo EP la gente vorrei che capisse, ascoltandolo, il DOVERE disintossicarsi dal male, essere obiettivo, avere etica, morale, inclusivismo, genuinità sennò la civiltà non farà altro che decadere.
Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideri condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiederti? Potresti porti una domanda e condividere la risposta con noi?
Secondo voi: come può una persona migliorare Se la gente è troppo ignorante limitandosi a giudicare? Io non ho trovato risposta. Eppure non lo vedo difficile pensare CONOSCERE=SAPERE=PENSARE OBIETTIVAMENTE SENZA STIGMA E CATTIVERIA, quest’ultima, la parola più conosciuta mondialmente
Conclusione:
Ringraziamo Al Vox per aver condiviso con noi la sua visione e il processo creativo di “Veleno”. Con le sue canzoni che spaziano tra il maledetto e l’educato, Al Vox ci invita a riflettere sulle complesse dinamiche della società e delle relazioni umane. Non vediamo l’ora di vedere quali nuove sfide e ispirazioni ci riserverà il suo prossimo lavoro. Grazie, Al Vox!
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