Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Oggi troviamo un giovane artista talentuoso, sicuramente deve ancora formarsi e crescere ma il brano che presenta oggi, il suo primo inedito, ha qualcosa di bello e merita di essere ascoltato. Pambianchi si racconta per il nostro magazine e ci parla di “Sorgente”.
Potete trovare la musica di questo artista su tutti i Digital Store e nelle nostre playlist. 


Ciao e benvenuto sulle pagine del nostro magazine, è davvero un piacere di conoscerti.

Presentati ai nostri lettori, raccontaci brevemente chi sei…
Ciao, anche per me è un vero piacere! Grazie per aver deciso di ospitarmi sulle vostre pagine. Mi chiamo Pambianchi e sono un cantautore ferrarese di 26 anni. Attualmente studio canto presso la Scuola di Musica Moderna di Ferrara, mentre cerco di portare avanti il mio progetto musicale.

⁃ Come prima cosa ti facciamo i complimenti per il tuo brano, ha anche un bel testo. Come e quando ti sei approcciato al mondo della musica?
Vi ringrazio nuovamente, sono felicissimo di sapere che la mia canzone è arrivata a destinazione e con essa anche il testo a cui tengo molto.
Nella mia vita la musica è sempre stata presente fin da quando ero piccolo: in parte grazie a mia madre che canta nel coro della chiesa e alla domenica mi portava sempre con sé; in parte grazie a mio padre che acquistava spesso i CD degli artisti più in voga del momento. Inizialmente mi sono orientato verso il mondo del ballo, finché non ho scoperto la passione per il canto. Ho iniziato a frequentare lezioni private per molti anni e nel frattempo registravo cover che pubblicavo su YouTube.
L’approccio alla scrittura e alla “composizione” è nato però di recente, nello specifico a inizio 2021 in pieno lockdown. La composizione la metto tra virgolette perché ho un approccio decisamente poco tradizionale: canto e provo le melodie registrando la mia voce, pur non possedendo basi tecniche e non sapendo suonare: quando sento che la linea melodica torna ed è orecchiabile mi ritengo soddisfatto. Mi baso principalmente sulla mia esperienza di fruitore di musica pop. Probabilmente un compositore nel mondo è appena morto dopo questa dichiarazione.
Tornando a noi, sentivo il bisogno di creare qualcosa a livello musicale e mi ero reso conto che registrare cover non mi avrebbe portato lontano, soprattutto al giorno d’oggi; grazie ai social, di cantanti superlativi ne spuntano fuori ogni giorno. Mi sono chiesto cosa potessi offrire in più rispetto a tutti gli altri e ho trovato la risposta nelle mie esperienze, passioni e influenze musicali personali. È stato difficile combattere contro il pensiero di non essere in grado di creare qualcosa di decente, ma pensando ai tormentoni estivi degli ultimi anni mi sono consolato. Il progetto stesso legato a Sorgente è nato proprio da una sorta di parodia basata sui cliché dei tormentoni estivi.

⁃ Quali sono gli artisti che hanno influenzato maggiormente il tuo percorso artistico?
Difficile rispondere, mi vedo come il risultato di una fusione tra tutti gli artisti che ascolto. Ho sempre avuto una preferenza per le artiste femminili per una questione di approccio musicale. La passione per il canto mi è stata trasmessa dalle grandi dive degli anni 90, Céline Dion e Mariah Carey su tutte. A Kylie Minogue o Madonna devo l’aver compreso l’importanza di essere artisti a tutto tondo coinvolti in ogni passo del processo creativo, dall’idea fino all’espressione visiva di ciò che si vuole comunicare. Se invece parliamo dei miei progetti, le influenze principali sono arrivate dalla musica eurodance e in particolare dall’Italia: Paola & Chiara, insieme a Gabry Ponte, mi hanno regalato i momenti più belli e spensierati della mia vita. Nel mio progetto c’è la voglia di riportare in Italia un certo modo di intendere il genere dance pop e al tempo stesso di ringraziarli per l’enorme contributo dato a livello nazionale e internazionale.

⁃ Il tuo nuovo singolo si intitola “Sorgente”, raccontaci di cosa parla e com’è nato questo brano?
Sorgente è il mio inizio, ma è stato il secondo brano che ho scritto per l’attuale progetto. È grazie a questa canzone se tutto ha iniziato a delinearsi con più chiarezza. Si tratta di una dedica a cuore aperto al film “The Fountain – L’albero della vita” (2006, Darren Aronofsky) e riprende i suoni orchestrali ed etnici della colonna sonora, così come i temi trattati: vita, morte e amore.
Li ho affrontati nel testo raccontando un periodo molto difficile della mia vita in cui svariati eventi negativi si sono sommati tra loro. Spesso di notte rimanevo incastrato in un vortice di pensieri, in particolare quello ricorrente della mia stessa morte. Sorgente parla esattamente di questo. Perché non ci chiediamo mai cosa ci succederà? Cosa troveremo nell’aldilà? Qual è il motore che ci permette di andare avanti? Siamo spaventati dalla fine di ogni cosa perché non ci rendiamo conto che la fine può essere l’inizio di qualcosa di migliore. Citando il film, “la morte è la via dello stupore” e può trasformarsi in un atto di creazione, come è stato nel mio caso.

⁃ Scrivi la frase più significativa del brano…
Istintivamente ti direi la frase di apertura del brano. La domanda “Ti sei mai fermato a riflettere sul tempo che ci è rimasto?” è messa lì con l’intento di spiazzare e rimanere impressa: non ci si aspetta qualcosa di simile da un traccia pop/eurodance.
La frase che però racchiude il significato di Sorgente è l’ultima: “la risposta adesso sei tu”: ho lasciato quel “tu” aperto alla libera interpretazione dell’ascoltatore, così come tutto il brano del resto.
Mi piace che ognuno si ponga domande sul significato, trovando la propria risposta personale ai perché della vita, la luce interiore, ciò che si ama così tanto da rendere piena un’intera esistenza. È anche un modo per aprire un canale di comunicazione con le persone: quando tutto è esplicito non c’è spazio per l’altro, per la fantasia e la riflessione.

⁃ Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Come mi piace dire, “Sorgente è solo l’inizio di un lungo corso d’acqua”. Voglio mantenere il mistero e l’effetto sorpresa, benché al giorno d’oggi sia controproducente. Il mio obiettivo è quello di portare a termine questo primo percorso e combatto ogni giorno per rimanere focalizzato su di esso, senza pensare già a quello che vorrei realizzare in seguito. Spero di riuscire a farmi conoscere e di trovare qualcuno che supporti i miei progetti in modo da valorizzarne il potenziale.
Inoltre vorrei che le persone realizzassero che lo spazio per un’alternativa in ambito pop commerciale esiste, l’omologazione fa male alla musica. Abbiamo purtroppo dimenticato e sottovalutato generi amati per anni e poi gettati nel cestino dei rifiuti, nonostante avessero ancora molto da offrire.

⁃ Ti piacerebbe partecipare a qualche Talent Show? Se sì, quale?
Non avendo molta esperienza nei live non so se mi sentirei pronto. 
Confesso che ultimamente il contesto dei talent non mi ispira: vedo troppe persone parteciparvi con già un contratto discografico alle spalle, mentre credo che dovrebbero essere un’occasione per dare spazio a chi viene dal nulla. C’è troppa spettacolarizzazione, il tentativo forzato di emozionare gli spettatori a ogni costo. Purtroppo ci hanno convinto che partecipare a questi show sia l’unica possibilità, ma non è così, c’è modo di costruire il proprio percorso. Si tratta indubbiamente di ottime occasioni per fare esperienza, farsi notare e crescere per quanto riguarda le esibizioni dal vivo, ma al momento sono contento di aver trovato la mia dimensione realizzando i miei primi brani. Mi piace studiare un prodotto rifinito e curarlo nei minimi dettagli prima di proporlo al pubblico, nei talent non vedo spazio per questo lato creativo che per me, al momento, è fondamentale.

⁃ C’è qualche artista con il quale vorresti un featuring o semplicemente a cui scrivere un brano?
Inutile a dirlo, poter collaborare con Paola & Chiara sarebbe un sogno, così come produrre con Gabry Ponte remix e nuove tracce, al fine di riportare in Italia un genere in cui questi artisti si sono sempre distinti, dei veri numeri uno. Mi vengono in mente Immanuel Casto e Romina Falconi, che stimo moltissimo per il loro stile riconoscibile, l’estrema dedizione ai loro progetti e il coraggio di presentarsi al pubblico senza filtri. Mi è stato anche detto che le mie canzoni ricordano vagamente quelle dei cartoni animati: è una strada che non mi dispiacerebbe intraprendere, dal momento che Giorgio Vanni e Max Longhi hanno segnato l’infanzia dei millennial italiani. Non è da tutti comporre canzoni talmente iconiche da rimanere impresse per sempre nell’immaginario collettivo. La lista poi sarebbe pressoché infinita, penso a Ivana Spagna con la sua voce incredibile e la sua esperienza in ambito dance, ad Anna Oxa e le sue fusioni tra pop, influenze etniche e sperimentazione… come dicevo ci sono molti artisti che fanno parte della mia musica. Sarebbe divertente trascinarli con me in un’inaspettata svolta eurodance.
Non ho mai scritto invece un brano da affidare a un’altra persona, dal momento che tutto ciò che faccio scaturisce dal mio mondo interiore e ha senso in funzione di esso. Dovrei provare. Sicuramente mi piacerebbe collaborare con altri artisti emergenti: trovo il lato creativo così stimolante da ricavare estrema soddisfazione anche solo nel poter essere d’aiuto a un altro artista.

⁃ Cosa pensi debba avere un artista per poter fare successo? Credi ci sia una chiave per arrivare alla massa?
Dovessi basarmi su quello che vedo oggi, per avere successo conta più l’immagine (attraente o trasgressiva) che il talento, con i soldi e il giusto team chiunque potrebbe diventare popolare. La comunicazione e il marketing fanno miracoli. Tuttavia non credo che questo garantisca di sopravvivere al tempo. Io ho un mio approccio e non so se porterà i suoi frutti, ma credo fortemente nell’unicità della proposta: costruire qualcosa di talmente particolare e personale da rendere impossibile qualsiasi emulazione, comunicando in modo semplice, ma ricercato. In questo modo tutti possono avvicinarsi, ma la stratificazione del significato evita di scadere nella banalità, filtrando il pubblico in base alle sue conoscenze.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta. 
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Qual è la parola che nel testo fa rima con “alba”? Cosa dici esattamente alla fine della frase “alle porte di”?
(mi è stato chiesto ed è comprensibile data la mancanza dei testi sulle piattaforme musicali che dovrebbero apparire a breve).

La parola è “Xibalba”. Si tratta dell’aldilà dei Maya, il regno dei morti. Nel film “The Fountain” viene rappresentato come una stella morente e la sua storia è parzialmente reinterpretata. Sono da sempre appassionato di mitologia, grazie ai libri che mia nonna mi regalava da piccolo. Si tratta di una componente fondamentale del mio lavoro che vorrei sviluppare in futuro, ma già in Sorgente c’è il tentativo, in testi e produzione, di mescolare l’antichità e l’etnico con la modernità della dance. Il risultato è stato attentamente ricercato insieme a Federico Bombini, il produttore della traccia che ringrazio nuovamente per le intuizioni geniali diventate praticamente rappresentative del brano, come il suono della goccia e i canti tribali che si sentono in sottofondo.

 

Contatti Social PAMBIANCHI

Instagram
Facebook
YouTube
Spotify

Ufficio Stampa
0371 Music Press

Leave a comment

Visit Us On InstagramVisit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On YoutubeVisit Us On Linkedin