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A distanza di qualche mese, torna Al Vox, con un nuovo progetto “Pinocchio e il requiem quotidiano”, un nuovo mini Ep disponibile su tutti i Digital Store sotto PaKo Music Records. Oggi con noi per farci scoprire altri lati di lui. 

Ciao Al e bentornato su queste pagine, lo sai che per noi è sempre un piacere di conoscerti. E’ quasi inutile presentarti un’altra volta, quindi se ti va, racconta qualcosa di te che nessuno sa…
Da bambino (credo 6 anni) sono stato preso come protagonista per la pubblicità del “Nuovo Lido di Genova” e poco tempo dopo ho sfilato per Lacoste Junior.

⁃ Di te sappiamo che sei una fonte di creatività continua… Qual è il momento più creativo della giornata?
Un tempo la notte. Ora immagino musica e altre arti in momenti distinti dalla notte ma ravvicinati. Come se il flusso fosse infinito

⁃La tua musica è, spesso, non capita o forse è meglio dire scomoda, secondo te perché?
Perché esprime la realtà delle cose. L’esistenziale è un campo complesso. E posso perfettamente comprendere che si cerchi magari altre tematiche. Ma non posso nemmeno io essere falso con chi mi sostiene.

⁃ Il tuo nuovo Ep s’intitola “Pinocchio e Il Requiem Quotidiano”, raccontaci di cosa parla e com’è nato questo mini Ep?
È di nuovo un lavoro di concetto che accomuna i due brani: Il Pinocchio elettronico è una sorta di giullare che però data l’ignoranza di Mangiafuoco, che non se la cava con l’informatica, perciò Pinocchio fa esclusivamente suo il pubblico che ora batte le mani a lui. È una versione umoristica e sempre salvifica de “Il Giullare”. L’ElettroPinocchio, però, girando il mondo, ne vede la sua roboticita e sofferenza e sostiene ci voglia un Requiem eterno.

⁃ Scrivici la frase più significativa dei due brani…
“Il finto burattino” proprio perché si salva. Per Requiem: “Le persone ti ameranno per come sei, non per cosa mostri, non sei un mostro”.

⁃ Quali sono i progetti per il futuro?
Prima o poi renderò casa mia un museo con le mie stampe sperimentali. E altra musica ovvio. E spero nella possibilità di qualche palcoscenico, mi fa stare bene.

⁃ Prova a pensare a qualcuno che si trova nella tua stessa situazione e avrebbe bisogno di un consiglio, cosa gli diresti?
Credo che non sia il tempo, se si inizia ora soprattutto, di fare un investimento sull’arte. Gli consiglierei di coltivare il proprio talento, ma scegliere bene la strada giusta che può garantirgli vita e serenità. Già molto difficoltoso prima. Dopo il Covid si sono sgretolate tutte le scale di grigio, me compreso, almeno se accade qualcosa con la sua passione non potrà che essere felice.


⁃ Cosa faresti se avessi la certezza di potercela fare? Come cambierebbe la tua vita?
Devo ahimè disegnare il concetto di “farcela” perché per me siamo tutti uguali. Se la gente è riuscita a mettere scale sociali anche sull’arte, è solo che una cosa che non doveva esistere. Lo spirito di inclusività deve sopraffare tutto, pertanto se fossimo tutti inclusivi e unite non sarebbe solo una rivoluzione nel mio cuore, ma di un intero settore. 

⁃ A cosa saresti disposto a rinunciare per avere una possibilità?
Non ho molto con me. E me lo tengo stretto. Dico sul serio.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta. 
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi?
Avrei voluto mi facessi questa domanda in Greco Antico

 


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Etichetta
PaKo Music Records

Ufficio Stampa
Music and Media Press

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