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E’ tornato a trovarci il compositore veneto, Edoardo Gastaldi, con noi per raccontarsi e per parlarci del suo nuovo inedito, intitolato “Quadrifogli”, brano che potete ascoltare in tutti
i Digital Store. Invitiamo tutti a sostenere questi talenti e la loro musica.

Ciao Edoardo, siamo ben felici di ritrovarti sul nostro magazine, ormai un po’ ti conoscono, quindi se vuoi aggiungi qualcosa di te che ancora non hai raccontato…
Qualche giorno fa mi è capitato di intrattenere una conversazione con una persona, la quale mi fece notare alcune riflessioni rilevanti sul perché la musica viene scritta.
Mi piacerebbe trarre alcune conclusioni e condividerle qui come pensieri.
Una domanda che questa persona pose a sé stessa fu: come mai scrivo musica, per quale motivo?
Così ora me la pongo io: come mai io scrivo esattamente questo tipo di musica, questo genere, condividendo determinate sensazioni piuttosto che altre? Una delle risposte principali che mi sono dato è la seguente: poiché mi fa stare bene.
In una struttura sociale così caotica, in un mondo colmo di stress, di fredda ambizione ed egoismo, di macchinosità e ripetizione, di sentimenti veloci che ti attraversano senza rimanere io scrivo per fermarmi. Compongo per congelare nel tempo alcuni pensieri, alcune persone, alcune situazioni a me care. Tutto ciò rimane dunque sospeso in uno spazio ed un tempo indefinito, tuttavia sempre rinvenibile e pronto a far rivivere il passato come se fosse il presente.
Così alcuni miei brani sono dedicati alla memoria di qualcuno (Grandfathers, Jóhann’s Flight), altri alla descrizione di concetti che mi hanno affascinato (Negative Entropy), altri ancora sono una dedica a situazioni e contesti legati alla mia vita (Nothing Disappears, Quadrifogli).
Riprendo una frase di un mio caro collega che bene riassume questa mia idea: ‘Le mie composizioni non sono altro che uno scrigno del nostro passato’ (Grazie, Riccardo Roveda).

⁃ Secondo te cosa manca alla musica di oggi per poter fare la differenza?
Manca senza dubbio una combinazione di consapevolezza, intensità e trasparenza. Un vero artista dovrebbe essere consapevole di ciò che scrive, coglierne l’intensità e trasformarla in suono, ed infine essere sinceramente trasparente con sé stesso e scrivere in maniera pura, chiedendosi le motivazioni del perché scrive e dandosi delle risposte chiare, non ambigue. Un collega che vorrei citare in merito, il quale dal mio punto di vista possiede tutte queste rare capacità, è Igor Ferreira.

⁃ Siamo a fine anno… come pensi che sia andato il 2022? Tira un po’ le somme di questi mesi e cosa ti piacerebbe trovo sotto l’albero di Natale?
Sono certo nell’affermare che questo sia stato uno degli anni migliori della mia vita. Ho sperimentato una infinità di situazioni e raggiunto traguardi che mai avrei immaginato in percorsi che mai avrei pensato di intraprendere. Limitando la mia riflessione all’ambito musicale, posso affermare di aver raggiunto mete e propositi stupefacenti. Ho affinato alcune metodologie di composizione e produzione, la mia musica è stata condivisa in decine di stazioni radio, ha raggiunto la soglia di 100.000 riproduzioni streaming ed è stata sponsorizzata da pianisti e compositori pluripremiati (Michele McLaughlin). Ad ogni modo, l’ambito artistico (così come ogni ambito, in realtà) è un campo in perpetuo mutamento ed evoluzione. Ciò significa che la soddisfazione è temporanea ed è giusto impegnarsi per un progresso ed uno sviluppo continuo. Per il futuro, mi piacerebbe mantenere la creatività e motivazione che posseggo ora.

⁃ Il tuo nuovo brano è come sempre strumentale… quindi, non per tutti ma per chi ama davvero la MUSICA! Si intitola “Quadrifogli” sembra essere di buon auspicio.
Parlaci un po’ del tuo singolo, com’è nato, perché lo hai scritto, di cosa parla…
Solitamente, moltissimi artisti o persone del mestiere (ed includo me stesso, pur non ritenendomi esattamente un artista) creano nelle loro opere dei significati ricchi, diversificati e li narrano come se fossero il loro cavallo di battaglia.
Per questa volta, per questo brano, mi piacerebbe conservare il senso superiore dell’Arte, e non venir meno alla regola per cui un’opera non dovrebbe essere spiegata ma parlare da sé.
Purtroppo, nel silenzio espositivo si può essere spesso fraintesi, come dice l’artista Fausto delle Chiaie nel suo libro ‘Fuori Catalogo’.
Tuttavia, per questo brano ritengo che un fraintendimento sia possibile e necessario.
Contiene molte prospettive, così tante che forse nessuna è veramente sbagliata.
Ad ogni modo, vi è qualche innocente informazione che mi piacerebbe condividere in merito al brano. È nato nell’estate del 2022, dopo aver intrapreso una conversazione con una persona.

⁃ Se il tuo brano avesse un testo… qual è la prima frase che scriveresti pensando a questo brano?
‘Per rendere felice un uomo, basta offrirgli l’opportunità di raccontare.’ (Donato Carrisi).

⁃ Immagina il mondo tra vent’anni, come lo vedi? E immagina te tra vent’anni, come ti vedi?
Non saprei dire come vedo il mondo. Si tratta decisamente di una domanda troppo complessa. Per quanto riguarda me, allo stesso modo la vedo una domanda molto complessa. In questo caso però, posso esprimere delle ipotesi o delle aspettative. Spero di essere felice, ma soprattutto di aver reso felici altre persone. Spero che il mio pensiero e le mie azioni non vengano travisate o fraintese. Purtroppo, a malincuore mi capita di vedere che ciò accade. Infine, spero di star facendo qualcosa che mi fa stare bene.

⁃ Quali sono i tuoi obiettivi per il 2023?
Anche in questo caso, mi limito a descrivere gli obiettivi inerenti all’ambito musicale. Mi piacerebbe ampliare le mie conoscenze e la mia capacità di interpretare alcuni artisti che amo (tra cui Chopin in primo luogo). Mi piacerebbe dunque affinare la mia tecnica ed al contempo la mia sensibilità musicale per poter trasmettere intensità e drammaticità sempre maggiori nei miei brani.

⁃ Fai un augurio al mondo, soprattutto al mondo musicale, per il nuovo anno?
Auguro a tutti il meglio, spero che tutto ciò che è possibile, accada. E se così non dovesse essere, chiedete. Chiedete un parere, chiedete una spiegazione, chiedete una mano, chiedete una spalla. Spero e credo che le persone in fondo al cuore siano buone, e possano trarre il meglio dagli avvenimenti.
Al mondo musicale nel dettaglio, auguro consapevolezza, rinnovamento, creatività.
A tutti gli artisti: scrivete di meno, e scrivete per voi stessi. La musica non può essere forzata. E se lo è, lo si sente chiaramente.

⁃ Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro?
Con molti artisti, suppongo. Per il momento ho avuto esperienze davvero uniche e significative collaborando con artisti quali Cloud Opacity e Davide Fasiello (con cui ho una collaborazione in corso). Spero di poter ripetere tali esperienze.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta. C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Se volete sapere o capire qualcosa in più su di me, l’unico consiglio che posso darvi è questo: ascoltate la mia musica. Spesso di persona o per messaggio è facile ingannare sé stessi e gli altri creando costrutti psicologici, atteggiamenti falsati, situazioni di convenienza. Ritengo che nell’arte ciò non sia possibile. Le note e le melodie che sentite derivano esattamente da me, non possono essere niente altro che me. Affidatevi alla musica e scoprirete le vostre (e le mie) verità.
PS se le trovate fatemelo sapere, che ne sono in cerca anche io!
Sentiti ringraziamenti per aver dedicato questo spazio a me ed alla mia musica.

 

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