Entriamo nel mondo musicale degli Strange In Stereo, che abbiamo recentemente intervistato per scoprire di più sul loro EP “To Get To You”. Il loro lavoro è ora disponibile su tutte le principali piattaforme digitali e già occupa un posto di rilievo nelle nostre playlist su Spotify.
Gli Strange In Stereo ci condurranno in un viaggio nel loro universo sonoro, offrendoci un’opportunità unica per comprendere meglio la loro passione e dedizione alla musica.
Benvenuti, Strange In Stereo, e grazie per essere qui con noi. Oggi esploreremo il vostro nuovo EP, “To Get To You”, e il mondo di emozioni e ispirazioni che lo circonda. Per favore, presentatevi brevemente a coloro che potrebbero non conoscervi e condividete qualche informazione interessante su di voi.
Ciao a tutti e grazie per lo spazio che ci concedete con questa intervista. Strange In Stereo è un progetto musicale che io e Claudio abbiamo fatto nascere una volta conclusasi l’esperienza con il progetto precedente StilohertZ, quando fummo lasciati dalla nostra cantante di allora. Non fu un periodo semplice, rimanemmo un po’ spiazzati e in cerca di un’identità precisa da dare al nuovo progetto. Penso che i primi due lavori degli Strange In Stereo, Just For Her (disponibile gratuitamente sulla nostra pagina BandCamp) e il singolo Everything In Its Own Place testimonino questo leggero stato confusionale, essendo in parte ancora legati come sonorità a quanto facevamo prima come StiloHertZ ma con il desiderio di esplorare anche strade nuove.
Cominciamo con una presentazione del vostro progetto musicale. Chi sono gli Strange In Stereo e quali sono le influenze che guidano la vostra musica?
Le influenze musicali che guidano la nostra musica sono molteplici. Basti pensare che io ho una formazione più tradizionale, legata addirittura ad un passato in band rock e metal, mentre Claudio ha una formazione musicale come Dj/Producer in ambito house e deep house. Con il tempo però per fortuna i nostri orizzonti musicali si sono evoluti e con essi anche i nostri ascolti, che ora spaziano dalle diverse declinazioni del rock all’elettronica e la dance, passando per il pop se di classe e soprattutto se parliamo di synth pop e dream pop. Anche musica classica e colonne sonore ci affascinano molto. Personalmente poi amo l’avant-garde, band come i norvegesi Ulver e In The Woods (nella loro formazione originaria fino al 2000). Strange In Stereo infatti è anche il titolo del terzo album degli In The Woods.
Il vostro EP “To Get To You” è un’esperienza sonora ricca di emozioni. Potete condividere con noi come è nata l’idea di questo progetto e cosa lo rende unico rispetto ai vostri lavori precedenti?
Rispetto ai nostri lavori precedenti, il nostro ultimo Ep To Get To You ci ha finalmente svelato la via da seguire. Abbiamo abbandonato del tutto le sonorità dance che ci caratterizzavano prima in favore di un approccio più intimista dove convergono synth pop, dream pop, downtempo, ambient ed elettronica.
In questo EP, avete collaborato con la cantautrice romana Sandrine Vaud. Come è nata questa collaborazione e come ha influenzato il vostro processo creativo?
Una delle difficoltà maggiori che abbiamo dovuto affrontare durante la scrittura di To Get To You è stata appunto la ricerca di una cantante. Eravamo davvero disperati perché i tentativi di contatto che facevamo andavano sempre a vuoto e ci eravamo quasi rassegnati ad ingaggiare una professionista che si occupasse di registrare le voci e scrivere le lyrics. Per noi era davvero l’ultima spiaggia perché se da un lato significava avere la certezza di una performance tecnica ineccepibile, dall’altro significava una quasi certa ripercussione negativa sul lato artistico ed emozionale con il conseguente rischio di devastare i brani. Ricordo che, non riuscendo ad accettare la cosa, tentai un’ultima ricerca disperata che alla fine mi portò incredibilmente sul canale YouTube di Sandrine. Dopo aver ascoltato i suoi brani capii subito che era l’artista adatta a noi e sentii che stavolta una riposta da lei l’avremmo ottenuta. E infatti, eccoci qua! C’è stata un’alchimia importante con lei, senza alcun dubbio. Sandrine ha fatto quello che ci aspettavamo che facesse, ovvero rendere anche un po’ suoi questi brani impreziosendoli ulteriormente con la sua poetica a livello di lyrics e la sua interpretazione vocale. Un valore aggiunto essenziale.
Ciascuna traccia di “To Get To You” sembra avere una sua storia e atmosfera unica. Potete condividere con noi alcune delle emozioni e dei messaggi che cercate di trasmettere attraverso la vostra musica?
Grazie per le tue belle parole su To Get To You. Non abbiamo messaggi specifici da voler trasmettere con la nostra musica, né la volontà di indottrinare nessuno con ciò che pensiamo noi. Ciò che ci piacerebbe invece è lasciare uno spazio in cui gli ascoltatori possano cercare una propria interpretazione, avere dubbi e risposte seguendo un proprio percorso ed un proprio spirito critico. Ci piacerebbe altresì essere un momento di raccoglimento, introspezione ed emozione per chi ci ascolta.
Il brano d’apertura, “To Get To You”, evoca atmosfere notturne e mistiche. Cosa può dirci sul processo di creazione di questa traccia e il significato che porta con sé?
To Get To You è un brano dalle forti atmosfere oniriche e mistiche. Musicalmente accostabile al dream pop, la canzone presenta a mio avviso diversi piani di lettura ed è accompagnata anche da un videoclip – il primo realizzato da noi – diretto dalla talentuosa videomaker italo-francese Lucilla Dosa che spero possa incuriosire ulteriormente gli ascoltatori e incentivarli a trovare una propria chiave di lettura del brano. Senza dubbio uno dei temi cardine è l’ossessione nel perseguire i propri sogni ed i propri sentimenti. Partendo da qui, alla fine del percorso, potremmo arrivare a domandarci: l’essere umano fa ciò che vuole o vuole ciò che fa?
“Before You Go” sembra riflettere sulla natura fugace della vita. Qual è il messaggio che volete che gli ascoltatori portino con sé dopo aver ascoltato questa canzone?
Before You Go è un brano a cui sono particolarmente legato. E’ caratterizzato musicalmente da un downtempo che sorregge atmosfere sognanti e noir al tempo stesso, su cui Sandrine canta di momenti sospesi nella cui serenità si può trovare un riparo. Momenti trattenuti in un’impossibile sfida contro l’inesorabile scorrere del tempo che porterebbe altrimenti a fare i conti con la realtà vera delle cose e con la malinconia che da ciò scaturirebbe.
L’EP si chiude con “Keep On Walking”, una traccia ribelle e grintosa. Qual è il significato dietro questo brano e cosa volete che gli ascoltatori sentano quando lo ascoltano?
Keep On Walking è una traccia piuttosto sperimentale, la più elettronica delle tre. Il tema dell’ossessione ritorna anche qui, supportato da una struttura musicale anch’essa ripetitiva su cui le armonizzazioni orchestrate dagli strumenti, dai campionatori e dai sintetizzatori si fanno via via sempre più complesse. Sandrine qui canta la necessità di voler andare sempre oltre, di voler comprendere e conoscere, arrivare e oltrepassare le colonne d’Ercole. Con il rischio concreto, però, di ritrovarsi a camminare su un nastro di Möbius…
Infine, cosa possiamo aspettarci dalla vostra musica in futuro? Ci sono progetti o collaborazioni in arrivo che volete condividere con i vostri fan?
Al momento stiamo lavorando a due remix tratti da To Get To You e Before You Go. Per noi è un modo per giocare un po’ con l’elettronica e sperimentare nuove soluzioni che potremmo usare poi nelle uscite ufficiali. Nonché un modo per ingannare l’attesa per il prossimo Ep, al momento in fase ancora embrionale. Per quanto riguarda le collaborazioni, speriamo vivamente di poter collaborare ancora con Sandrine Vaud visto l’alchimia davvero speciale che si è creata con lei. Forse però non sarà l’unica collaborazione nel prossimo lavoro, vedremo…
Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideravate condividere ma che non ho avuto l’opportunità di chiedervi? Potreste porvi una domanda e condividere la risposta con noi?
Innanzitutto un sentito saluto e ringraziamento a tutti i lettori di PaKo Music Magazine per il tempo che dedicheranno alla lettura di questa intervista. Riguardo la domanda da porci, mi domando perché mi ostini ancora a fare musica nonostante i tanti sacrifici e difficoltà. Rispondo citando i CSI: così vanno le cose, così devono andare.
Grazie mille, Strange In Stereo, per averci condiviso la vostra musica e le vostre visioni artistiche. Siamo ansiosi di vedere come continuerete a incantare il pubblico con la vostra musica nel futuro.
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