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L’intervista di oggi è un viaggio insieme a tre ragazzi che provano a raccontarsi e a farci entrare nel loro mondo, tre personaggi molto particolare. Loro sono gli Ego3 e sono con noi per presentare il loro ultimo lavoro, intitolato “Bevo”, che potete trovare sugli Store e nelle nostre Playlist. 

Ciao. Benvenuti sulle pagine del nostro magazine, piacere di conoscervi.
Presentatevi brevemente ai nostri lettori, chi siete? Come è nata la vostra collaborazione?
Da bambini ci hanno trovati tutti e tre in un pozzo abbandonato, tra lumache e carcasse di gatti morti.

⁃ Come nasce il vostro nome “Ego 3”?
Siamo Ego perché i nostri testi sono un viaggio nella mente umana narrato in prima persona, per trasportare l’ascoltatore dentro gli anfratti più ombrosi dell’inconscio collettivo. Tre perché tre è un numero magico, la trinità cristiana, la triade di Osiride (Osiride, Iside, Horus) e molti altri casi simili in diversi culti. Morte, vita e rinascita.

⁃ Quali sono gli artisti hanno maggiormente influenzato la vostra musica e il vostro modo di scrivere?
I primi tra le nostre influenze sono sicuramente i nostri problemi psichici. Al secondo posto mettiamo i Black Sabbath, e dietro i Black Sabbath un maelstrom di gruppi rock di varie epoche e generi, alcuni che hanno ispirato nello spirito e altri nella musica.
In ordine sparso ci può essere di tutto tra i Litfiba, David Bowie, gli Stooges, i Tool, Alice Cooper, i Ghost, i Judas Priest e molti altri. Non siamo direttamente ispirati da una sola band ma gli ascoltatori più attenti potrebbero trovare un pizzico di tutti loro.

⁃ Il vostro singolo si intitola “Bevo”, raccontateci di cosa parla e come è nato questo brano?
“Bevo” parla dell’uso dell’alcool fino ad una totale devastazione psicofisica, liberando i propri sentimenti autodistruttivi in un estasi priva di tempo, nonostante i continui richiami di un corpo che ha superato le soglie dell’intossicazione.

⁃ Scriveteci la frase più significativa del brano… e se volete spiegateci il significato.
“Ho una fitta al fegato che mi dice cosa fare, ho una fitta al fegato che mi fa danzare”
Il verso palesa il cambio di percezione da uno stato di salute a quello dove gli istinti e le pulsioni sono liberi dai legami razionali con la propria coscienza e sono deragliati dall’autoconservazione verso una singolarità di caos nichilista.
In parole povere, quando si passa dall’essere brilli ad essere marci al punto di star male settimane, ma con una strana punta di perversa felicità.

⁃ Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Faremo uscire un altro singolo prima di pubblicare l’album, e in ogni caso ora stiamo provando a tornare live, una faccenda sempre più ostica da ben prima del covid. Non ci siamo ancora giocati la carta del vendere l’anima al diavolo, ma non si sa mai.

⁃ Nel 2019 pubblicate l’album “Nel buio”, successivamente nel 2021 l’Ep “Così sia”. Quali differenze pensate ci siano tra questi due lavori?
Nel buio è un album sospeso, sognante, lontano. Sono tutti e due concept, due racconti in musica, Nel Buio cerca la risposta all’interno, è un continuo chiudersi in se stessi fino al buio più totale, mentre Così Sia “dà la colpa” più alla società e a ciò che ci circonda e che rende la nostra vita tanto straniante, a modo loro entrambi raccontano una storia che va dalla vita alla morte.
Musicalmente parlando Così Sia ha una produzione più consistente ed è più diretto, Nel Buio vive di sfumature, che purtroppo molti non hanno colto.
Voglio l’inferno, l’album che uscirà, invece, ruoterà attorno alla dissoluzione, al sesso e racconta più di una…forse lo diremo più in la.

⁃ Quando scrivete un nuovo brano, o meglio un nuovo progetto pensate a quello che volete comunicare al pubblico? Qual è il messaggio che vorreste fare arrivare?
Prima viene l’ispirazione, ci parlano le voci che sentiamo da dentro di noi. Poi pensiamo a tutto il resto.

⁃ Pensate ci sia un segreto per arrivare al successo o che sia solo frutto di tanto sacrificio?
Forse il successo è frutto di un sacrificio umano. Noi non ci abbiamo mai provato ancora.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non vi ho domandato ma che avreste voluto vi chiedessi? Potete farvi una domanda e rispondervi.
“Se Dio è perfetto come mai tutte le sue creature sono imperfette?”
Le risposte sono due, o è un sadico oppure non esiste.

Noi propendiamo per la prima.


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0371 Music Press

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