C’è un’Italia che sogna tra le corsie del discount, che si cerca addosso tra like mancati e pacchetti di vitamine. FredBee la racconta con sarcasmo e delicatezza, in un ibrido musicale che spiazza e fa riflettere. Liddle Juice (Vitamine e troppi dazi) è un viaggio lucido e allucinato nei pensieri di una generazione che inciampa tra bisogni reali e illusioni sintetiche.
Una base elettronica che pulsa sottopelle, come una sveglia gentile che ti ricorda che la giornata inizia — e finirà — nello stesso caos urbano. Poi arrivano le parole, dense e leggere, taglienti e affettuose. FredBee è un cantastorie 2.0: ironico, disilluso, consapevole.
Liddle Juice (Vitamine e troppi dazi) è un piccolo manifesto generazionale, uno di quei brani che ti prendono alla sprovvista. La sua forza sta nell’equilibrio: tra elettronica minimale e melodia orecchiabile, tra immagini trash-pop e liriche da slam poetry, tra lo scrollare distratto e la pugnalata allo stomaco.
Il romanticismo è ormai un bene di consumo, l’anima si smarrisce nei parcheggi dei centri commerciali, e i sentimenti sembrano avere lo stesso valore di una lattina in offerta. Ma proprio lì, dove tutto sembra finto, FredBee trova verità. La sua scrittura è uno specchio incrinato dove vediamo riflessi i nostri tentativi di restare umani.
Con uno stile che strizza l’occhio al rap d’autore e all’elettronica d’autoproduzione, FredBee firma un brano che lascia il segno senza gridare. Ti entra in testa, ti fa ridere amaro e poi pensare: “È esattamente così che mi sento”.
CONCLUSIONE
Liddle Juice non è solo una canzone, è un sorso di realtà travestito da bibita pop. FredBee riesce là dove molti falliscono: raccontare il presente senza moralismi, ma con intelligenza e cuore. Un artista da seguire, soprattutto se siete stanchi delle canzoni che non dicono niente.