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Primo appuntamento del mese di agosto con le recensioni di Massimo Comi, oggi ci parla dell’ultimo brano di Mikimas, intitolato “Nel mio giro”, approfondendo alcuni punti del brano. Trovate la musica di Mikimas su tutti i Digital Store.

Con questa nuova canzone, il nostro Mikimas non fa altro che confermarsi per quello che è, cioè un grande amante delle sonorità pop punk, accostabile a gruppi come Green Day e Blink 182, anche se con toni e potenza sonora più levigate, affinate, alleggerite, oserei dire “italianizzate”.

Abbiamo un inno all’indipendenza individuale, alla capacità di restare sé stessi, in un mondo che ci vuole sempre più uguali, omologati, indifferenziati, fatto su una base di chitarre scatenate, accostate ad un basso molto ritmato e a una batteria che sa il fatto suo, che sa bene come farsi sentire e riconoscere.

La voce del nostro cantautore è sempre fresca, giovane, pulita, innocente, a volte quasi ingenua, ed è in grado di portare un senso di serenità e tranquillità interiore molto marcato, con la sua capacità di risultare rassicurante e gentile, anche se di certo non le manda a dire e comunica un messaggio forte, che fa riflettere e pensare in modo profondo.

Guardando il testo del brano, si nota che Mikimas afferma subito la verità su cui esso è stato costruito e si fonda, cioè che non è certamente una moda vivere per come si è: di questi tempi, non è di tendenza mostrarsi per quello che si è veramente, si fa prima a omologarsi alla massa, per vivere tranquilli nel proprio brodo e non essere infastiditi o disturbati.

Il nostro artista dice poi che non esisterà mai una copia, riaffermando con forza il fatto che ognuno di noi è unico nel suo genere, è diverso dagli altri e si differenzia da chi gli sta intorno, sia per le sue caratteristiche esteriori, che soprattutto per quello di cui si fa portatore con la sua interiorità.

Se guarda nel proprio passato, il nostro cantautore dice che vede sempre la stessa persona, una persona che sa essere profondamente romantica e che lo afferma, dicendo che si perde negli sguardi della propria amata.

Il nostro autore afferma poi la bellezza dei piccoli gesti, che secondo me sono quelli che fanno sempre la differenza, perché in essi sta una grandezza che i gesti fatti per farsi notare dagli altri non riusciranno mai a possedere.

La sua lei è una bella persona, perché riesce sempre a far diventare suoi questi piccoli gesti, arrivando a possederne l’interiorità e la profondità.

Mikimas poi prosegue con due domande un po’ inaspettate, perché si chiede cosa pensa di lui la sua amata e cosa lui pensa della sua amata, quasi che una piccola ombra di dubbio vada a coprire quelle che un attimo prima sembravano essere delle certezze acquisite.

Il nostro cantautore però poi spazza via ogni dubbio, affermando che al mondo esistono solo loro due e che tutto il resto non conta, sparisce di fronte alle loro splendide individualità: lui è la propria moda e lei la sua tendenza, per affermare che è la nostra individualità che alla fine fa la differenza, creando qualcosa di nobile e lucente, che fa risplendere la propria luce su tutto il resto, che ci permette di dettare le regole per noi stessi, a cui gli altri, se vogliono, possono aderire, ma che principalmente sono una conquista individuale, della propria essenza, della propria intimità.

Il nostro autore afferma quindi che non ha intenzione di muoversi dal proprio giro, che non vuole diventare qualcosa d’altro o trasformarsi per far piacere agli altri ed entrare così nel loro giro: lui si sente tranquillo e in pace con sé stesso se si trova all’interno del suo cerchio vitale, il quale non deve subire invasioni da parte di nessuno, essendo quasi una proprietà privata, alla quale è proibito l’accesso.

Abbiamo poi un avvertimento, fatto alla propria lei: se per caso dovessero cominciare a girare falsi profeti che propongono false verità, ingannevoli e molto diverse da quelle che loro due considerano come reali e autentiche, lei deve tenerli alla larga, deve allontanarli da sé, perché possono rovinare tutto, se per caso entrano nel suo cerchio, nel suo giro.

C’è in giro della gente che sembra ispirarsi inutilmente alla sua lei, forse perché in lei vede proprio qualcosa di autentico e diverso, che la attira come un magnete e che rende desiderabile la persona a cui rivolge il proprio sguardo indagatore e curioso.

Lei deve essere quindi forte, deve dimostrare autorevolezza e grinta, accompagnandole con una potenza interiore capace di farle comprendere che nessuno mai potrà essere uguale a lei, che lei è unica e irripetibile, motivo per il quale lui, unico e irripetibile, la ama e la desidera.

Tutte le persone sono certamente collocate all’interno del medesimo cosmo, ma ognuna di esse costituisce un mondo a sé, qualcosa di differente da tutto il resto, che se vuole può distanziarsi dalla massa e sconfiggere l’omologazione.

Non per nulla, esiste il detto “il mondo è bello perché é vario”: mai come in questo caso, il modo di dire in questione si rivela vero e autentico.

Mikimas, poi, continua ripetendo ancora le due domande precedenti, quasi che ogni tanto venga assalito dal dubbio e abbia bisogno di alcune conferme per poter andare avanti. La sua lei cosa ne pensa di lui? E lui cosa ne pensa di lei?

La risposta che viene data a queste due domande quasi esistenziali è ancora la stessa: esistono solo loro due, non devono guardare alle persone che gli stanno intorno, ma restare all’interno del proprio giro, senza fare nemmeno un passo fuori da esso, perché lui rappresenta la propria moda e lei rappresenta la propria tendenza, quasi a significare che siamo noi con le nostre singole individualità a segnare le linee vitali da seguire. Gli altri sono liberi di aderire o meno, ma la cosa importante è che a fare da tendenza e da moda sono comportamenti, gesti, impressioni, scaturite dalla propria individualità e non dal comportamento delle altre persone, e quindi valide esclusivamente per la coppia protagonista della canzone.

Mikimas afferma poi ancora con forza che lui se ne vuole stare nel proprio giro, un alveo che rappresenta qualcosa di accogliente, sicuro e rassicurante, che non costringe ad adeguarsi a quello che fanno tutti gli altri, ma che invece conferisce un forte senso di unicità e originalità.

C’è poi un’altra domanda, perché il nostro cantautore si chiede come si sente quando si trova a camminare per il mondo, magari facendo una piccola capatina fuori dal proprio giro: la risposta è ancora chiara e forte, perché lui dice di essere fatto così e che questa è l’unica verità a cui dare ascolto, da prendere in considerazione, da tenere in mente come riferimento per i propri passi, che non devono essere incerti, ma al contrario sicuri e fieri, perché essere unici è la cosa più bella del mondo.

La canzone si conclude con la ripetizione ossessiva delle domande e delle risposte che ne hanno caratterizzato l’intero andamento e l’intera articolazione: cosa pensa lui della sua lei? Cosa pensa lei del suo lui? Al mondo esistono solo loro due, e lui è la propria moda, mentre lei è la propria tendenza.

A qualcuno potrebbe sembrare una visione un po’ egoistica delle cose, perché i due protagonisti sembrano quasi collocarsi al centro del mondo, facendo sparire tutte le persone che gli stanno intorno: io credo che si tratti di un’immagine rappresentativa, di un’allegoria, di una rappresentazione estremizzata per rendere ben presente un’idea centrale, quella cioè che dice che non bisogna guardare troppo agli altri, perché ognuno costituisce la propria moda e la propria tendenza, con quello che fa, che dice, e attraverso il modo in cui si comporta.

Il giro di cui parla Mikimas e nel quale lui si vuole rifugiare può anche non essere costituito da due sole persone, ma anche da altri che, analogamente a quanto fatto dai due protagonisti, cercano di far risplendere la propria individualità e di farla rifulgere al di sopra di quelle degli altri.

Dico questo perché a volte l’espressione “il mio giro” può indicare la compagnia di amici nella quale una persona si colloca: però, il nostro cantautore si ostina a dire che esistono solo lui e la propria amata, e questo potrebbe rappresentare una contraddizione.

Questo intreccio può essere sbrogliato dicendo che i nostri due protagonisti sono il centro focale di tutta una narrazione che li pone come due luminosi esempi a cui tutti gli altri devono in qualche modo ispirarsi, perché sono liberi da ogni legame e da ogni tentazione imitativa del comportamento di chi li circonda.

Alla fine, ci resta un buon brano pop punk, scatenato al punto giusto, ben prodotto, ben suonato e cantato con leggerezza e sincerità: Mikimas ribadisce la soavità della propria voce, fa di nuovo capire che possiede una vocalità fresca, spontanea, diretta, giovane, che, pur risultando naturale, non si astiene dall’essere diretta e dall’andare diritta al punto, portando con sé un messaggio ben preciso, che ci dice che non è un bene uniformarsi, ma che ognuno di noi è speciale perché è diverso da tutti gli altri. Non ci si deve quindi vergognare di apparire diversi, anzi bisogna andarne fieri, perché é proprio nella diversità che stanno le radici del nostro mondo, che si impianta l’albero della nostra vita, il quale possiede un tronco, dei rami e delle foglie diverse da quelle di tutti gli altri alberi.

Il bello sta quindi nell’essere diverso: l’omologazione è una cosa brutta, da evitare, come i falsi profeti che ci propinano delle false verità, dai quali è necessario scappare, per rifugiarsi nel proprio giro, in sicurezza, libertà, senza essere giudicati o additati.

Mi piace l’interpretazione che Mikimas dà della vita, perché, sotto una musicalità e una vocalità che appaiono naturali e spontanee, nasconde dei messaggi che appaiono meditati, intelligenti, frutto di un pensiero profondo, non casuali, ma derivati da qualcosa che probabilmente lo ha tenuto sveglio la notte.

Ho sempre ammirato chi è riuscito con la propria musica e le proprie parole a risvegliare le coscienze sopite, a volte troppo attratte da messaggi livellati su di una pericolosa omologazione, che rischia di far sparire le diversità, che costituiscono i veri punti di forza di ciascuno di noi.

Il nostro cantautore, con questa canzone, se ce ne fosse stato bisogno, è entrato ufficialmente nella cerchia degli artisti che rispetto: se proseguirà su questa falsariga, credo che resterà sempre all’interno di questa cerchia e non ne uscirà mai.  

 

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