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Massimo Comi torna a parlarci di musica, con una nuova recensione. Oggi racconterà le sue impressioni e sensazioni riguardanti l’ultimo inedito di Antòn, intitolato “Tutta Una Bugia”.

Non si può dire che la voce di Antòn non sia intrigante e stuzzicante, e questa sua ultima canzone non fa altro che dimostrarlo. L’artista denota una buona padronanza del proprio “strumento” ed è in grado di modularlo a seconda di ciò che deve cantare, che siano tonalità più basse o tonalità più alte.

Musicalmente parlando, il brano si apre con una bella sferzata di rock e mantiene questo ritmo per tutta la sua durata, proponendo anche un assolo di chitarra verso la fine, che a mio parere ben si accorda con il momento della canzone in cui è collocato.

Il messaggio del brano è chiaro: tutta la realtà che ci circonda, se la prendiamo per partito preso, non è ciò che crediamo sia veramente, rivelandosi essere una bugia. Bisogna quindi cercare di evolversi ed adottare un punto di vista diverso sulle cose, per fare in modo che questa illusione sparisca e lasci il posto a ciò che è veramente reale.

Per questo motivo, Anton chiede a quella che sembra essere la sua amata di non perdere tempo, di amarlo subito e di dargli piacere nel momento presente, perché non si sa cosa potrà succedere dopo, visto che la realtà sembra scivolarci via dalle mani. Lui, almeno per il momento immediato che si trova a vivere, si sente quasi onnipotente, arrivando ad affermare che la notte è sua.

Se tutto ciò che ci circonda sembra, se interpretato superficialmente, una bugia, è necessario vivere il momento presente nel modo più profondo ed intenso possibile, per non sprecare il tempo limitato che ci è concesso.

Dato che la sua precedente canzone, che ho avuto modo di recensire, si intitolava “Fronte della Rivoluzione Universale”, mi viene da pensare che il brano che sto commentando ora possa anche essere un atto d’accusa verso la società, che ci fa credere che tutto ciò che vediamo, mentre camminiamo per strada, mentre guardiamo la televisione, mentre viviamo la nostra vita di tutti i giorni, sia la vera realtà, quando invece esso si dimostra essere, ad uno sguardo più attento e profondo, una falsa verità, contro la quale bisogna combattere e che bisogna oltrepassare, cercando di andare oltre ed eliminando le apparenze illusorie che comandano il nostro modo di agire e di pensare.

Tornando per un attimo all’aspetto prettamente musicale, le sonorità che Anton ci presenta mi sembrano tipicamente british, anglosassoni, mutuate da una tradizione che sembra avere radici più solide di quella nostrana.

Attenzione: con questo non voglio dire che la musica italiana non abbia mai mostrato cose di valore in ambito pop e rock, ma che semplicemente abbia delle basi un po’ meno radicate di quella d’oltre oceano, che può vantare un maggior numero di gruppi pop e rock entrati nell’Olimpo della musica e delle influenze più forti sulle tendenze musicali del momento storico che stiamo vivendo.

Mi ha colpito molto uno verso in particolare, quello che precede l’assolo di chitarra:

“E amami come se fosse la prima volta, e fammi credere che sono quello che non si scorda”.

In esso a mio parere traspare tutta l’urgenza che l’artista sente di essere amato con intensità, di essere considerato dalla propria donna come il migliore amante possibile: tutto questo perché non si può mai sapere cosa potrà accadere in futuro, visto che la vita sembra basarsi tutta su di un’illusione, su qualcosa che non è reale fino in fondo, ma che ci fanno credere che lo sia.

Anton ci dice che sta a noi andare oltre le apparenze, oltre ciò che ci fanno vedere ed oltre l’aspetto di ciò che ci circonda, utilizzando la nostra intelligenza ed il nostro senso di rivalsa per trasformare la bugia in verità.

A questo proposito, il verso conclusivo della canzone è emblematico: gridare con forza “Amami!” esprime la forza e la profondità di un desiderio insito nell’animo del nostro artista, che chiede di vivere intensamente il momento presente, utilizzando tutte le proprie facoltà, intellettive, umane, fisiche e amorose, per creare qualcosa di autentico in mezzo ad un mare fatto di menzogne e false verità.

Della voce del nostro artista mi piace anche il modo in cui sa cambiare in corsa registro, passando da tonalità più basse a tonalità più alte, evidenziando con una tonalità più alta la parte finale di alcuni versi, ad esempio quelli di apertura della canzone, mantenendo invece un tono più “piatto” in quello che può essere considerato il ritornello, anche se di colta in volta viene reso con parole diverse.

Leggendo il testo del brano, si potrebbe pensare che esso sia una composizione altamente pessimista, che non vede spiragli, vie d’uscita da una condizione di falsa illusione in cui ci si trova a vivere, ma io credo invece che degli spazi per la speranza ci siano, specialmente nei versi in cui Anton parla di amore, in modo autentico e senza false remore, esprimendo in modo molto personale e autentico ciò che desidera, ciò che vuole fare e ciò che chiede alla propria donna di fare.

Alla fine di tutto, ci resta una buona canzone di pop rock dalle influenze d’oltre oceano, che dice cose che possono sembrare esagerate o diverse da quello che noi vediamo nella realtà che si sviluppa davanti ai nostri occhi, ma che esprime senza limitazioni o moralismi di sorta ciò che l’artista sente nel suo cuore e vuole comunicare.

La cosa che più ho apprezzato della canzone è proprio la sua autenticità, il suo andare oltre inutili freni inibitori, la chiarezza con cui esprime il suo messaggio, che può essere condiviso o meno, ma che viene comunicato in modo netto e preciso, in modo che tutti lo possano immediatamente comprendere: sono certo che alcuni ascoltatori saranno restati stupiti, ad un primo ascolto, dalle parole di Anton, ma che poi, con un lavoro di contestualizzazione, abbiano capito che la sua reale intenzione è quella di provocare, di risvegliare le coscienze di chi lo circonda, di operare una rivoluzione nel modo di vivere e di vedere le cose delle persone. Il testo è quindi secondo me intenzionalmente provocatorio, proprio per avere un impatto immediato sulle coscienze e sulle menti di chi ascolta, fornendogli una chiave di lettura che può apparire stupefacente e spiazzante per il modo in cui descrive la realtà, ma che in fondo in fondo è creata ad arte per cercare di smuovere qualcosa, di creare l’origine di un cambiamento, di far riflettere e di rivolgere uno sguardo più attento e ragionato su ciò che ci circonda.

Devo ammettere che con me questo scopo si è realizzato, spero vivamente che si realizzi anche con gli altri ascoltatori.

Anton mi sembra un artista animato da nobili intenzioni, che, dietro ai suoi testi forti e provocatori nasconde una spiccata intelligenza, che non si ferma all’apparenza, ma va alla sostanza.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di questi artisti, per togliere la cortina di illusioni che circonda la nostra vita e vederla come essa realmente dimostra di essere.


“Tutta una bugia” di Antòn
https://www.youtube.com/watch?v=y487fFUcBag&feature=emb_title


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