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Benvenuti a questa intervista esclusiva con Vojvoda, l’artista dietro il toccante brano “Outside Inside.” Questa composizione strumentale ha catturato i cuori degli ascoltatori con le sue melodie evocative e la profonda connessione emotiva. Oggi, esploreremo il mondo di “Outside Inside” attraverso gli occhi e le parole di Vojvoda. Prepariamoci a scoprire i segreti e le ispirazioni dietro questo pezzo straordinario.

Benvenuto, Vojvoda, e grazie per la tua disponibilità. Oggi sei con noi per parlare del tuo ultimo lavoro, davvero molto bello. Per favore, presentati brevemente a coloro che potrebbero non conoscerti.
Sono Gabriel Ruffini, in arte Vojvoda, la mia passione principale è la musica, avendola studiata e avendo intenzione di continuare su quella strada, non solo con la studio ma soprattutto attraverso la pratica attiva della composizione di brani nuovi. Il mio percorso classico in conservatorio insieme ad influenze esterne di altri generi mi ha permesso di mettere le cose insieme e realizzare un brano per pianoforte chiamato Outside-Inside

Quali emozioni o esperienze personali hai cercato di trasmettere attraverso la musica di questo brano?
Le emozioni che intendo trasmettere, sono legate a un leggero senso di malinconia del tempo che passa, degli attimi della vita che scorrono e se ne vanno, dando un idea di uno scorrere continuo, come un fiume che passa in mezzo alla natura, con un percorso indefinito.

Com’è nata l’ispirazione per “Outside Inside”?
Il brano nasce dalla volontà di creare una canzone che poi si trasforma in un brano strumentale, dedicato al pianoforte, l’ispirazione viene dai ricordi e dalle rievocazioni del passato che ritornano nella mente del protagonista. Il tutto inizia con un semplice arpeggio disteso alla mano sinistra.

Puoi condividere con noi il tuo processo creativo nella composizione di “Outside Inside”?
Outside Inside, nasce dall’idea iniziale di provare a creare un accompagnamento diverso alla mano sinistra, piacevole e scorrevole che garantisca un flusso continuo, nel quale inserire le melodie cantabili della destra, più sinuose nella parte introduttiva, come delle cascate, più incisive nella parte centrale, simili a delle gocce di pioggia. Questi parti si alternano e tornano più volte con leggere variazioni, senza mai interrompere il flusso, tranne che nel finale, dove il tutto si rallenta e decresce di intensità.   

Come descriveresti la connessione tra il titolo “Outside Inside” e il contenuto emotivo del brano?
Outside Inside, tradotto letteralmente significa: dentro-fuori, cioè guardarsi dentro nel proprio animo e guardare fuori la realtà fatta di cose, persone ed eventi più o meno significativi. Introspezione ed estrospezione, allo stesso tempo, non si può far a meno di guardare fuori e di guardare dentro, servono entrambe le cose.

Hai avuto influenze particolari mentre lavoravi a questo pezzo? Quali sono le tue fonti di ispirazione musicali?
Sono partito dall’idea di creare un brano per pianoforte bello e fruibile, ascoltabile con facilità ma non banale, anche se non in maniera diretta o legata a un brano specifico, ho preso ispirazione dalla corrente New Age, ispirandomi a sonorità comuni anche in artisti come Einaudi e Allevi.

Qual è il momento o la sezione di “Outside Inside” che ritieni più significativo o personale?
Questa non è una domanda facile a cui rispondere, perché ogni momento dell brano è significativo, dovessi scegliere la parte più intensa più travolgente, direi l’inizio, le scalette discendenti, che rappresentano questo fluire della corso della vita, come il corso di un fiume. 

Come credi che la tua formazione musicale e le esperienze passate abbiano influenzato la creazione di questo brano?
La mia formazione classica, da conservatorio, ha giocato un ruolo decisivo. Ho strutturato il brano partendo da un arpeggio disteso e aperto alla mano sinistra, trovando un giro di accordi efficace. La mia formazione mi ha aiutato a dare una forma efficace al brano, ad alternare. i vari momenti musicali e soprattutto a variarli nelle loro ri-esposizioni. 

Come spera che “Outside Inside” influenzi o tocchi gli ascoltatori?
Spero che possa dare una sensazione di leggerezza ma anche di riflessione agli ascoltatori, che molte volte non hanno tempo di fermarsi e ascoltare la musica con attenzione, non una musica che venga consumata nei tempi vuoti ma che si fonte di riempimento per una qualcosa di importante, un qualcosa che porti, come detto prima, a guardare dentro e fuori di sé. 

Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideri condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiederti? Potresti porti una domanda e condividere la risposta con noi?
La domanda che vorrei porre sarebbe questa: che immagine visiva possiamo ritrovare nel brano?
L’immagine che ritroviamo in questo brano, è quella di un ragazzo, un uomo o una donna, diciamo un essere umano, che si guarda attraverso uno specchio opaco, che man mano si sbiadisce, facendo rivivere ricordi e sensazioni del passato, fino ad arrivare al momento presente, dove compare il volto del protagonista, chiaro e definito. 

 

Grazie mille a Vojvoda per averci aperto le porte del suo mondo musicale e per aver condiviso con noi la magia di “Outside Inside”. Ci auguriamo che questa intervista abbia arricchito la vostra comprensione dietro la creazione di questo straordinario brano. Continuate a seguire Vojvoda per ulteriori emozionanti avventure musicali. Fino ad allora, continuate ad ascoltare e a immergervi nella bellezza di “Outside Inside”. Grazie e arrivederci!

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