Con la sua voce calda e autentica, Gianni Negri torna a raccontarsi in un progetto che ha il sapore della verità. “E staje cu mme” è molto più di una canzone: è un abbraccio sonoro, un dialogo tra cuori che non si arrendono. In questa intervista esclusiva, scopriamo non solo l’artista, ma anche l’uomo dietro la musica.
Bentornato sul nostro magazine, prova a dire qualcosa di te che possa attirare altri fan.
Grazie per l’accoglienza! Sono Gianni Negri, un cantautore che ama raccontare le emozioni più profonde in modo semplice ma autentico. La mia musica nasce dal cuore, parla di amore, radici e verità. Se cerchi qualcosa che ti faccia sentire meno solo, potresti trovare un pezzetto di te nei miei brani.
Il brano “E staje cu mme” è interamente in napoletano. Com’è stato per te scrivere e cantare nella tua lingua d’origine?
È stato liberatorio. Il napoletano non è solo una lingua, è un modo di sentire. Scrivere in napoletano mi ha permesso di esprimere emozioni con una forza e una poesia che l’italiano, a volte, non riesce a contenere. Mi sono sentito a casa.
Qual è stato il momento esatto in cui hai capito che questa canzone doveva nascere?
Un pomeriggio ero al pianoforte e cercavo tra le note un giro armonico da accostare a queste parole che avevo in testa … Era come se la canzone esistesse già da tempo, dovevo solo tirarla fuori e dopo qualche giorno è nata “E STAJE CU MME”.
Quanto c’è di autobiografico in questo pezzo? Hai pensato a qualcuno in particolare mentre lo scrivevi?
C’è tutto di me. Ogni parola è legata a una sensazione reale. Sì, ho pensato a una persona in particolare. Una di quelle presenze che ti cambiano, ti curano, anche senza far rumore. Quelle che restano, anche quando tutto sembra crollare.
La tua voce riesce a trasmettere emozione con grande sincerità. Qual è il segreto per cantare “col cuore”, come si dice?
Credo che il segreto sia non avere filtri. Quando canto, non penso a “come devo suonare”, ma a cosa sto dicendo. Se le parole mi fanno tremare la voce, va bene così. Non voglio essere perfetto, voglio essere vero.
Se dovessi descrivere “E staje cu mme” con tre parole soltanto, quali sceglieresti e perché?
Intima, leale, necessaria.
È intima perché nasce da un momento di verità.
È leale perché non nasconde nulla, non gioca.
È necessaria perché avevo bisogno di dirlo a quella persona e forse anche a me stesso.
L’amore, nella tua musica, sembra essere sempre presente. È un tema che ti accompagna anche nella vita?
Assolutamente sì. L’amore, in tutte le sue forme, è il motore della mia vita. Non solo quello romantico, ma anche quello per la famiglia, per la mia terra, per le mie amicie e per ciò che faccio. Senza amore non saprei scrivere una sola nota.
Qual è la sfida più grande che incontri oggi come artista emergente?
Farsi ascoltare in un mondo che va veloce, dove tutto dura pochi secondi. Ma io credo ancora nelle canzoni che si fanno spazio piano piano, che arrivano e restano. La vera sfida è restare fedeli a sé stessi, anche quando sembra più facile cambiare.
Se potessi collaborare con un artista italiano o internazionale per un duetto su questo brano, chi sarebbe e perché?
Mi piacerebbe cantarlo con Mina. So che può sembrare un sogno enorme, ma la sua voce ha la stessa sincerità che cerco nei miei brani. Sarebbe un onore incredibile. Se guardo fuori dall’Italia, direi Ben Howard: ha un modo delicato e profondo di raccontare che sento molto vicino.
Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideri condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiederti? Potresti porti una domanda e condividere la risposta con noi?
Domanda: “Perché hai scelto proprio questo momento per far uscire il brano?”
Risposta: Perché sentivo che era il tempo giusto. A volte si aspetta troppo, si cerca il momento perfetto… ma le canzoni hanno un loro tempo, e questo era il suo. Era giusto così: semplice, diretto, con il cuore in mano.
Conclusione
Con “E staje cu mme”, Gianni Negri si conferma un cantautore capace di scavare nella profondità dei sentimenti umani. Una voce da seguire, una sensibilità che conquista. E chissà cosa ci riserverà il prossimo capitolo del suo viaggio artistico.
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