Questa è l’intervista del mese per gennaio ed è ad una donna, Daniela Abbatiello. Non è una musicista o un’addetta ai lavori ma una scrittrice e una donna che ama la musica.
Oggi è qui per parlarci di lei e presentare il suo libro “Sottosopra” disponibile su Amazon.
Ciao Daniela, benvenuta sulle nostre pagine, siamo davvero felici di poterti ospitare sul nostro magazine, parlare di te e del tuo ultimo libro. Presentati brevemente ai nostri lettori… raccontando chi sei e cosa fai?
Ciao! Grazie per avermi ospitata. Essere qui è un grande onore per me. Mi presento: mi chiamo Daniela Abbatiello, ho quarantatré anni, vivo in una piccola frazione agricola della Campania insieme a mio marito, i miei due figli, tre gatti, un cane, e un’anatra. Fino a qualche anno fa, mi occupavo di assistenza agli anziani, ma un problema di salute mi impedisce attualmente di continuare a svolgere quel lavoro, quindi mi sono dedicata maggiormente alla mia famiglia, e alla scrittura.
- Quando è nata la tua passione per la lettura e soprattutto per la scrittura?
Sembrerà impossibile, ma da bambina odiavo a morte la lettura. La mia maestra delle elementari, attualmente mia grande sostenitrice e lettrice fedele, ancora oggi mi ricorda quella repulsione che tanto le ha dato da lavorare! Eppure… tutto è cambiato durante l’adolescenza, quando ho iniziato a studiare filosofia a scuola. Leggere è diventata una necessità per soddisfare la mia fame di conoscenza, e approfondire il pensiero dei grandi filosofi, che tanto mi affascinava.
Contrariamente alla lettura, la scrittura ha sempre fatto parte di me. Ho iniziato da bambina a stilare diari segreti che, con un pizzico di fantasia aggiunta, trasformavano la mia quotidianità in tanti episodi di una meravigliosa avventura. Era il mio modo di evadere, di viaggiare stando tra le mura della mia camera, e, ben presto, quei diari si sono evoluti in vere e proprie novelle, come la bambina fantasiosa si trasformava in un’adolescente sognatrice. Da una di quelle novelle della me sedicenne, è nato il mio primo romanzo pubblicato: Perfetto per me – Sii per sempre il mio La. - Quali sono i tuoi generi preferiti?
Nella mia vita da lettrice ho variato spesso genere narrativo. Ogni fase di crescita, ha prediletto un genere rispetto a un altro, quindi non posso dichiarare con certezza quale sia il mio preferito. Posso dirti che non mi fermo davanti a nulla, macino qualsiasi storia attiri la mia attenzione. - So che hai già pubblicato diversi romanzi. Quale ti è piaciuto di più e perché?
Mi stai chiedendo quale dei miei figli preferisca? Ahah. Impossibile scegliere, li amo tutti allo stesso modo, anche se per motivi diversi.
- Arriviamo al tuo libro, “Sottosopra”, raccontaci com’è nato e di cosa parla.
Scrivere “Sottosopra” è stata una vera e propria sfida contro me stessa. È un romanzo che racconta le difficoltà di chi vive accanto a un malato di depressione, e sottolinea l’enorme sacrificio che si è disposti a fare per chi si ama davvero. La trama iniziale vedeva un’acerba storia d’amore in fase di evoluzione, poi mi è stata raccontata la vicenda di un uomo buono, amorevole padre e marito, trasformato da questo male oscuro, ed è sorta in me l’esigenza di trasmetterla ai miei lettori, attraverso il caleidoscopio delle mie emozioni. - Come sai, noi siamo un magazine che parla di musica, soprattutto emergente. Qual è la musica che ami ascoltare? Ti è mai capitato di ascoltare musica emergente?
Sono nata e cresciuta nella musica; il mio primo romanzo è una prova evidente della mia passione. Da ragazza ho imparato a suonare pianoforte e chitarra come autodidatta, seguendo la scia di mio padre. Avevo una bella voce, e questo mi ha portato spesso a esibirmi in pubblico. Ho fatto parte di un gruppo che, una sola volta, si è esibito addirittura come apertura all’orchestra di Casadei! Roba forte, eh? Ahah. Come per la lettura, anche per la musica non c’è un genere che preferisco in assoluto: spazio dalla classica, al pop, al trap… ma il rock ha una lieve prevalenza, di solito. Ascolto con piacere gli emergenti, perché credo nelle storiche colonne sonore delle varie epoche, ma sono altresì convinta dell’inarrestabilità della musica. Per quanto la si voglia intrappolare tra le righe degli spartiti, essa è spirito libero, perennemente in viaggio versi nuovi mondi. - Quale caratteristica deve avere un artista per poterti conquistare?
Il carisma è essenziale. Adoro gli artisti che impregnano del loro essere tutto ciò che li sfiora. Amo le voci particolari, quelle difficilmente replicabili… anche questa è una caratteristica capace di conquistarmi. - Tornando alla tua passione, sappiamo che sei co-autrice di “Penne in quarantena” com’è stata quell’esperienza?
Partecipare a un progetto destinato a un fine benefico è sempre una bella avventura. Condividerla con persone fantastiche, in un periodo così difficile quale è stato l’inizio della pandemia che ci ha colpiti, l’ha resa un’esperienza altamente formativa.
Quando la mia carissima amica e collega Maida Bovolenta mi ha esposto questa iniziativa ideata dalla stimata scrittrice Martina Longhin, informandomi della possibilità di farne parte, non ho esitato neanche un attimo a propormi, nonostante non avessi nessun lavoro pronto da offrire. Tutti gli altri scrittori che hanno partecipato si sono tuffati in questa esperienza sprovvisti di materiale, ma lo scopo a cui ci stavamo destinando, ha infuso lo sprint necessario a creare una bellissima raccolta di racconti di vari generi letterari che, grazie anche all’incessante lavoro svolto dai vari professionisti di editing e grafica, ha reso possibile la pubblicazione in tempi brevissimi. Questo è stato magnifico. - Ti va di dare un consiglio o semplicemente un messaggio a chi leggerà questa intervista?
Non mi sento saggia al punto di permettermi un consiglio, ma posso lasciare un messaggio: se siete arrivati a leggere questo punto dell’intervista senza mancamenti, attacchi di narcolessia o qualsivoglia altro malessere, forse potete arrischiarvi nella scelta di un mio romanzo. Mettete su gli auricolari con la musica suggerita da PaKo Music, e lasciatevi trasportare dall’emozioni in un fantastico viaggio tra note e parole. - Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Ti sei appena trasformata in Marzullo nella mia mente, sappilo! Ahah.
La domanda mancante? Eccola: Daniela, cosa vedi nel tuo futuro?
Nel mio futuro vedo i miei figli crescere e affermarsi. A prescindere dalla mia fantasia da scrittrice, che conto comunque di portare avanti finché ne avrò la capacità, ho i piedi ben piantati a terra nella vita di tutti i giorni, e vedo e subisco come tutti il grave periodo che stiamo attraversando. Da mamma, non posso che preoccuparmi per i miei ragazzi, ma questo non mi fermerà mai dall’insegnare loro a sognare, anche in grande, perché vivere con i sogni spenti è la più grande malattia che questo secolo ci sta trasmettendo… abbiamo l’obbligo di debellarla. Un abbraccio a tutti!
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