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E’ tornato a trovarci un veterano delle nostre interviste, l’artista ciociaro Antòn è qui con noi per parlare del suo ultimo lavoro “Dieci anni”, un brano importante e a tratti toccante, dalle sonorità energiche. Potete trovare il brano su tutte le piattaforme digitali e nelle nostre playlist.

Ciao Antòn, bentornato, ormai tu sei di casa. Forse sei l’artista che abbiamo intervistato maggiormente. Giusto per ricordare chi sei, raccontati brevemente.
Grazie per l’intervista. Sono semplicemente uno che ha delle cose da raccontare e lo fa attraverso la musica. Non penso di essere nient’altro.

  • Sei un artista che pubblica parecchio, come mai questa scelta?
    Credo di pubblicare il giusto, anzi, ci sono dei ragazzi che pubblicano molto più di me. E dato che purtroppo per motivi personali, questa potrebbe essere una delle mie ultime pubblicazioni sono contento di aver e fatte tante almeno ho raccontato qualcosa in più rispetto alle solite canzoni.
  • Chi sono le persone che ti supportano di più?
    Stranamente tutte persone geograficamente lontane da me. Forse quelli vicino provano invidia o non capiscono il mondo dell’arte.
  • Il tuo ultimo brano s’intitola “Dieci anni”.
    Com’è nata questa canzone e di cosa parla? Raccontaci qualcosa e scrivi la frase più importante del brano.
    La canzone è nata per caso… avevo in mente da qualche mese la metrica delle strofe e la prima frase ma non riuscivo ad andare avanti. Poi un giorno per caso davanti alla tastiera ho trovato in un minuto tutti gli accordi e l ho scritta tutta. La canzone parla di me, di come era meglio per me e per tutti quanti avevamo da bambini quelle qualità che è meglio non perdere mai. Ci ho messo dentro di tutto: la mia infanzia difficile, il non aver mai conosciuto mio padre, le dipendenze farmacologiche che ho trovato crescendo e anche la stessa musica.
    La frase più importante credo sia : “I sorrisi diversi, sotto gli occhi scoperti, saltavo di nascosto e volevo sopra un’isola”
  • Come trovi l’ispirazione per la composizione dei tuoi brani?
    Dalla quotidianità, dalla cronaca e sai ricordi. A volte nasce prima il testo a volte la musica, a volte insieme. È sempre tutto così casuale
  • Come avviene la creazione di un tuo brano?
    Come detto è tutto casuale il 99% delle volte. Non voglio scrivere canzoni ma quando mi vengono se non le scrivo sto male fisicamente.
  • Io e il mio team troviamo che tu sia un artista davvero bravo ma anche umile. Non sei di quelli che se la tirano e questa è una delle qualità che apprezzo di più in un artista. Pensi di essere pronto o credi di dover lavorare ancora su qualcosa, se sì… su cosa?
    Non mi sentirò mai pronto anche se so di saper fare bene delle cose. Ci sono molte cose su cui migliorare ma credo ce le abbia pure il cantante più famoso al mondo. Per cui mi sento quella via di mezzo “giusta”
  • Mi ha colpito una frase del tuo brano, la prima che poi è anche l’ultima:
    “Quando avevo dieci anni Ero molto più grande”. Ti va di argomentarla?
    Non significa che quando avevo dieci anni ero più grande dei miei coetanei, ma che a dieci anni ero più grande di ora, sapevo risolvere meglio i miei problemi…anzi…sapevi non crearmeli
  • Progetti per il futuro?
    A fine gennaio sarò di nuovo online con un altro pezzo, anche stavolta rock e anche stavolta autobiografico. Potrebbe essere con molte probabilità l ultimo prima di una lunga pausa o l’ultimo per davvero. Ma non escludo il ritorno come disse Califano.
  • Siamo arrivati a fine intervista…
    Come al solito abbiamo la domanda a scelta. C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
    Come sempre vi ringrazio a nome mio e a nome di tutti i musicisti indipendenti!

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