Skip to content Skip to sidebar Skip to footer
Oggi facciamo due chiacchiere con il giovane artista veneto, un musicista che con la sua musica riesce ad accarezzarci l’anima per la delicatezza delle sue note. Ci racconta alcune novità e ci presenta il suo ultimo inedito “Circulus Aeterni Motus”, presente su tutti i Digital Store.

Ciao Edoardo, Felice di riaverti con noi e complimenti anche per questo nuovo brano.
Racconta qualcosa di te a tutti coloro che ancora non ti conoscono, magari qualche aneddoto interessante o divertente.
Buongiorno al team di PaKo Music ed a tutti i lettori.
Grazie per avermi ospitato in questa nuova intervista, e grazie anche per i complimenti in merito alla mia recente pubblicazione “Circulus Aeterni Motus”.
Come proposto, racconto di seguito un aneddoto che mi riguarda: il modo in cui mi sono appassionato alla musica.
Molte persone legate al mondo della musica lo sono per nascita, per ambienti culturali frequentati sin dalla giovane età, o per interesse generazionale. Nel mio caso, la passione è sbocciata relativamente tardi, e senza una precisa motivazione. Verso i 15/16 anni iniziai ad ascoltare musica, e nel corso di un paio d’anni istintivamente iniziai a prendere lezioni di pianoforte. In seguito, pian piano, nei mesi e negli anni che seguirono, si è sviluppata quella che ora è una grande passione che costruisco con dedizione.
Ringrazio quei momenti in cui da giovane mi prendevo i miei spazi e mi isolavo nel tentativo di creare le prime composizioni, talvolta per giorni, e giorni. Forse queste abitudini hanno portato a disguidi in altri ambiti (me lo sapranno confermare o smentire le persone che frequento abitualmente), ma hanno anche portato ad enormi ed insperate soddisfazioni in ambito artistico, musicale, ed eventualmente personale.

⁃ Ogni volta sei una sorpresa, fai uscire un brano più interessante dell’altro… Ce n’è uno a cui sei più legato? Se sì, come mai?
È meraviglioso sapere che qualcuno mi definisce una sorpresa. Spero che chi ascolta la mia musica pensi la stessa cosa.
In merito al maggior legame che posso avere con uno dei miei brani piuttosto che con altri – ho dovuto ragionarci con non poca attenzione. Sinceramente, penso che ognuno dei brani che scrivo abbia la sua storia ed il proprio valore. In tutta onestà, è complesso paragonarli e gerarchizzarli.
Ad ogni modo, mi sembra una sfida da accettare quella di provare a descrivere quale sia il brano a cui sono personalmente più legato.
Tra tutti, sceglierei quelli che sono direttamente dedicati a persone che conosco o che ho conosciuto, perciò “Grandfathers” e “Quadrifogli” (per il momento, perché ne arriveranno altri in futuro…).
Il motivo dietro a questa scelta è abbastanza semplice ed intuitivo: tra tutto ciò che può accadere, noi esseri umani diamo estremo peso a ciò che riguarda il rapporto con altri esseri umani, a prescindere dal fatto che questo atteggiamento sia giusto o sbagliato.
Questa scelta deriva dalla consapevolezza della necessità di voler racchiudere in attimi di tempo eterni determinate persone, o certe situazioni vissute con tali persone. Mi piacerebbe poter portarne il ricordo per sempre, ed il racchiudere in musica sensazioni, immagini, discorsi, fotografie, è un modo personale per rendere indelebile il passato.
Un fatto davvero interessante è che la consapevolezza del voler sigillare momenti ed emozioni condivise in armonie e melodie, deriva da uno dei processi creativi legati alla produzione proprio di uno dei miei brani. Si tratta di “Nothing Disappears”, un brano che ho scritto assieme ad una splendida persona – e nondimeno fantastico artista di nome Oleg, che saluto e ringrazio. Nella creazione di questo brano, Oleg stesso espresse la volontà di rimarcare la consapevolezza del fatto che “ci separiamo da persone e luoghi, ma alla fine tutto rimane in noi, in forma di ricordi ed esperienze”.
Perciò reputo estremamente importante il saper cogliere il valore delle situazioni, delle persone e del tempo passato assieme. La musica diviene solamente un mezzo di espressione.

⁃ Qual è la tua ambizione più grande? Cosa vorresti fare da grande?
Solitamente il pensare al futuro è una domanda che mi mette in crisi. Molte delle mie ambizioni più grandi si stanno già realizzando, e non potrei essere più felice di ciò. Un sogno che per certo ho nel cassetto però, e di cui sono certo vorrò fare tesoro in futuro, consiste nel registrare interamente un brano con pianoforte ed archi – o nello scrivere una composizione originale che poi venga registrata in tal modo, in qualche studio od orchestra.
In merito poi ad altri progetti futuri a lungo termine, tutto ciò che desidero è riuscire a condividere al massimo livello di intensità alcune emozioni e concetti che trascrivo in forme espressive che vanno dalla musica, alla scrittura, alla parola, allo scambio di sguardi. La società moderna (agiata da un punto di vista economico) è caratterizzata da egoismo ed incessantemente movimento, ogni giorno alla ricerca del compimento di vane gratificazioni o doveri autoimposti. Ciò distrugge alla radice la bellezza delle piccole cose, la poesia che nasce da azioni concretamente insignificanti, la ricerca del bello, l’inclinazione al sublime…
Con la mia musica cerco di far rivivere questi tesori perduti, spesso esasperando volontariamente il peso che fornisco alle cose.

⁃ Il tuo brano “Circulus Aeterni Motus”, di cosa parla, com’è nato? Raccontaci qualcosa…
“Circulus Aeterni Motus” è una composizione interamente strumentale e consiste in una interpretazione musicale del concetto espresso nell’omonimo libro (Circulus Aeterni Motus, di Antonio Di Meo).
Il brano, dunque, non è dedicato a persone o situazioni. Piuttosto esso è legato alla comunicazione di un concetto: l’espressione dell’idea del tempo e di come esso sia stato interpretato in ambito filosofico- scientifico nel corso dei secoli passati. Il brano evoca il susseguirsi di idee attraverso cui gli esseri umani hanno cercato di definire e concepire il tempo, ma anche la vita, la morte e la natura. In tali contesti, circolarità e linearità convivono e si contrappongono eternamente.
Questa composizione è nata da un’idea che avevo da tempo in mente. Attendevo solamente il giusto brano a cui poter attribuire un titolo così importante. Si tratta volutamente di un brano che non presenta una solida struttura, è un ascolto che deve essere effettuato senza una precisa destinazione, o meta. L’intento è lasciare ampio spazio al pensiero ed alla creatività della mente dell’ascoltatore.

⁃ Raccontaci, se vuoi, un aneddoto sulla creazione di questo brano
Vorrei raccontare un aneddoto non direttamente legato al brano, ma ad una sua conseguenza.
Nel momento in cui decisi di scrivere questo brano, avevo in mente due titoli differenti. Poco dopo decisi separarli e creare due composizioni differenti. Il secondo brano uscirà nel vicino futuro in forma di collaborazione con un artista che ammiro moltissimo.

⁃ Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho dovuto molte volte rispondere a questa domanda utilizzando come prime parole “Suppongo”, “Credo”, o “Spero che”.
Ad oggi, sono estremamente orgoglioso nel poter dire che ho alcuni progetti ben pianificati per il vicino futuro. Si tratta – limitandomi all’ambito musicale, di tre collaborazioni meravigliose che ho portato a compimento negli ultimi mesi del 2022, e nei mesi di Gennaio e Febbraio del 2023. Sono tre collaborazioni con due artisti italiani, che saluto e ringrazio infinitamente per avermi aiutato a dar vita a delle creazioni così ricche di significato per me (Grazie Davide e Fabrizio).
Suddetti brani, saranno pubblicate nei mesi di Marzo ed Aprile 2023, ed alcune di esse sono legate ad importanti collaborazioni internazionali afferenti al Piano Day (idea originaria di Nils Frahm) e Compilations internazionali di musica d’ambiente (il cui fondatore e promotore è il musicista canadese noto come Kilometre Club, che saluto e ringrazio).

⁃ C’è un brano che avresti voluto scrivere tu?
Non necessariamente. Ad ognuno la propria creatività.

⁃ Cosa pensi serva oggi per potersi affermare nel mondo dell’arte?
Originalità, verità e trasparenza. La musica dovrebbe essere originale, dettata da ciò che l’artista vuole creare, e non da mode o da influenze esterne. Dovrebbe poi essere vera, nel senso che dovrebbe essere vissuta. Non si può scrivere di qualcosa che non si ha vissuto, o avuto esperienza, e la stessa cosa vale in musica. Molto spesso le composizioni sono involontariamente arricchite dal peso che diamo a determinati elementi in base a come noi li abbiamo vissuti. Se manca l’esperienza iniziale, è ovvio che la musica – ad un orecchio attento, risulta deperita di profondità. Infine, la musica dovrebbe essere trasparente, nel senso che dovrebbe trasmettere. Trasmettere qualcosa affinché ciò possa essere capito, o almeno percepito, dall’ascoltatore. Si può voler trasmettere gioia, tristezza, intensità, il colore di un luogo, l’emozione di un evento, l’importante è essere trasparenti con sé stessi (ossia, sapere ciò che si vuole trasmettere).

⁃ Quali sono le tue passioni oltre alla musica?
Ho altre passioni in ambito creativo, come la scrittura. Talvolta mi piace abbinare i brani a dei pensieri elaborati da me o da miei colleghi. Inoltre, sono appassionato di letture di vario tipo, e di scienza in generale.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Oggi pensavo a questa domanda: “Che ruolo ha la musica nella mia vita?”. Riflettevo sul fatto che quando si pensa alla musica, solitamente si pensa agli effetti (benefici o meno) che essa possa portare a chi la ascolta. O alle sensazioni che la musica determina sull’ascoltatore. O ancora, si pensa ai luoghi o ai frangenti in cui proporre determinati tipi di musica piuttosto che altri.
Ciò che risulta curioso, è invece l’insieme di ragioni ed eventi che portano una persona a scrivere un determinato brano. La persona che è dietro al brano, posso confermarlo per quanto riguarda me ed altri artisti che conosco, spesso non pensa minimamente a quali possano essere gli “utilizzi” della musica stessa, o alle sue conseguenze. La musica, intesa dal punto di vista del compositore o musicista, è semplicemente “frutto del caso e della necessità” (riprendendo un frammento di una bellissima citazione di Democrito, ovviamente applicato ad un contesto e soggetto completamente differente).
Questo per spiegare che chi compone musica (e purtroppo questo non è generalizzabile, parlo a nome mio e di pochi altri), lo fa perché ne ha bisogno. L’artista ha bisogno di fissare un concetto, raccontare una storia, esagerare un sentimento e fissarlo per sempre nel tempo sospeso. L’arte è espressione e nulla di più.

Spotify Edoardo Gastaldi

Radio Spotify Edoardo Gastaldi

Contatti Social Edoardo Gastaldi

Instagram
YouTube
Spotify

Etichetta
PaKo Music Records

Leave a comment

Visit Us On InstagramVisit Us On TwitterVisit Us On FacebookVisit Us On YoutubeVisit Us On Linkedin