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Con piacere oggi parliamo con un artista molto interessante. Lei è Frida e oggi ci parla del suo ultimo inedito, “Era triste Bologna” e ovviamente ci racconterà qualcosa di lei.

Ciao Frida…

Presentati, racconta ai nostri lettori chi sei…
Ciao, sono Frida e passo le mie giornate fra taccuini, strumenti musicali, libri, serie tv e vino rosso”. Nella vita di tutti i giorni sono Carmen, una cantautrice pugliese, di Bari per la precisione, classe ’93, laureata in Lettere Moderne. Amo l’arte a 360 gradi, le lunghe passeggiate, a piedi e in bici, il mare e il colore blu; sono una bomba ad orologeria, quando esplodo è la fine; sono una persona estremamente sensibile ed empatica; lavoro con i bambini, da sempre fonte dei miei sorrisi. Ho studiato canto e nasco come interprete di brani editi, crescendo sui palchi di tutta la regione. Ho cominciato a scrivere musica mia recentemente in realtà, durante il primo lockdown e da lì non mi sono più fermata.

Da dove nasce il tuo nome d’arte?
Il mio nome d’arte è un chiaro richiamo alla pittrice messicana Frida Kahlo, una donna che ammiro molto perché nonostante il suo dolore interiore, gli infiniti tradimenti da parte del marito e gli svariati incidenti, non ha mai smesso di amare la vita. È l’incarnazione della resilienza, è anticonformista, è indipendente ed è da sempre la mia musa ispiratrice. Frida è riuscita a trasformare quelle che erano le sue sofferenze, fisiche e amorose, in arte. Ed è un po’ quello che è accaduto anche a me. Ho cercato di trasformare in parole e musica, tutte le cicatrici del passato.

Quando hai iniziato ad approcciarti al mondo della musica e in che modo ti sei avvicinata?
Io canto sin da piccolissima, dall’età di 4 anni, quando improvvisavo con un inglese maccheronico la colonna sonora del film “Titanic”. Ho sempre avuto quindi, una propensione quasi naturale per il canto e la musica in genere. Poi verso i 15 anni circa ho deciso di frequentare una scuola di canto e ho cominciato sin da subito a calcare diversi palchi in tutta la regione.

Abbiamo ascoltato il tuo ultimo lavoro, “Era triste Bologna” sembra quasi un elogio a Lucio Dalla, di cosa parla in realtà il brano?
“Era triste Bologna” parla di un amore consumato in una stanza d’hotel in centro a Bologna e terminato sulle panchine della stazione. Era bella quel giorno Bologna, ma era anche triste, malinconica e nostalgica come me, tanto che persino Lucio Dalla avrebbe scritto una canzone su quel folle amore. Nel brano ripercorro alcuni dei luoghi più belli e caratteristici di una delle mie città preferite, vissuta però in quel momento con un alone di malinconia e nostalgia. È un brano a cui tengo particolarmente perché è il primo scritto e prodotto.

– Per te la musica è più gioia o dolore?
È come chiedere: “Pizza o nutella?”. La musica è un caleidoscopio di emozioni per me, è tante cose messe insieme. È sia gioia che dolore, a volte nello stesso momento, altre volte in momenti diversi. È dolore quando scrivo delle cicatrici del passato ma è anche gioia perché è l’unica ancora di salvezza che mi aiuta a somatizzare la sofferenza. La musica è il mio rifugio sicuro, la mia protezione, la mia cura, l’unico modo possibile che conosco per esprimere il marasma di cose che ho dentro.

Quali sono i tuoi riferimenti, chi ti ha influenzato o a chi ti ispiri?
Ci sono moltissimi artisti che hanno influenzato il mio percorso, che spaziano fra i diversi generi musicali. Potrei passare da Elisa a Gazzelle, da Giorgia a Calcutta e ancora Levante, Francesca Michielin, Margherita Vicario, Galeffi, Gio Evan e tanti altri.

– Abbiamo visto che hai provato a partecipare ad alcuni Talent Show? Raccontaci la tua esperienza, magari con qualche aneddoto.
Sì, all’inizio della mia carriera da interprete ho provato a partecipare ad alcuni Talent ma come ben potete immaginare, non è andata. Magari per la mia inesperienza, per il mio essere giovane, acerba e timida. Avevo appena 18/19 anni, ero proprio agli arbori. Sicuramente saranno state diverse le motivazioni.
La cosa più bella che ricordo però è l’atmosfera che si crea mentre si attende il proprio turno. Ricordo che eravamo seduti per terra, con le gambe incrociate a cercare di abbattere l’ansia, la paura, suonando e cantando tutti insieme, ridendo e chiacchierando.

Hai un brano dei tuoi che ti rispecchia maggiormente?
È difficile rispondere alla domanda. Tutti e tre i brani mi rispecchiano perché raccontano la mia storia, immagini di vita realmente vissuta. Sono brani in cui mi sono messa completamente a nudo ed ho riversato tutte le emozioni, positive e negative.

Ti piacerebbe scrivere per altri artisti? A chi vorresti dare un tuo brano o magari realizzare un duetto?
A dire la verità, sono un po’ “gelosa” dei miei brani, proprio perché raccontano la mia personale storia, frammenti di vita vissuta. Non escludo però la possibilità di scrivere per qualcun altro, sarebbe sicuramente una bellissima esperienza. Ultimamente mi sono lanciata ad esempio, nella scrittura di testi a due mani, con colleghi che stimo moltissimo. Mi piacerebbe indubbiamente una collaborazione con artisti della scena indie attuale, Galeffi ad esempio, che stimo moltissimo. Galeffi, se ci sei, batti un colpo!

– Cosa ci riserverà il futuro? Hai già qualcosa di pronto?
Ho tantissime idee in cantiere, brani abbozzati, pezzi in fase di costruzione. Con l’etichetta stiamo pensando di uscire con un Ep. Per il resto, mi piacerebbe tanto poter tornare sui palchi, per farvi finalmente ascoltare la mia musica live, che vi posso assicurare ha tutto un altro sapore.

– Cosa vorresti far arrivare alla gente ogni volta che esci con un brano nuovo?
Il mio obiettivo è sempre quello di raccontare la mia storia, la mia vita in primis per me stessa e quindi un po’ come terapia personale e poi perché no, sperare che qualcuno ci si ritrovi fra quelle righe. Essere, con la mia voce, quell’appiglio caldo nei momenti più freddi e difficili nella vita della gente.

– Vuoi dedicare a qualcuno il tuo ultimo inedito o vorresti ringraziare qualcuno?

Avrei tantissime persone da ringraziare. Partirei con il ringraziare innanzitutto me stessa, per essere arrivata fin qui, per essere riuscita finalmente a mettermi a nudo ed essere rinata. Poi è la volta del mio produttore Molla che ha da subito creduto in me, sin dalla prima chiacchierata. Mi ha accompagnata per mano in ogni fase di questo percorso. Sembra mi conosca da una vita perché sa sempre tramutare in note le mie emozioni, alla perfezione. Poi la mia etichetta, la Luppolo Dischi, che mi ha accolta in famiglia e mi fa sentire a casa ogni giorno, con consigli e dritte molto utili ed importanti. Posso dire di essere davvero fortunata, alle spalle ho una bella squadra. Ringrazio la mia famiglia e i miei più cari amici per sostenermi costantemente in questo viaggio e infine, ma non per importanza, la persona che mi è accanto ogni giorno della mia vita, che crede in me e in tutto ciò che faccio, che mi sprona, mi supporta e sopporta ogni mia crisi esistenziale e continui sbalzi d’umore. A tutti voi, io dico GRAZIE e vi dedico uno dei brani a cui tengo di più.

Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
– C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.

Il brano appena uscito “Era triste Bologna”, ti ha aiutato a conoscerti un po’ meglio?
Ogni brano è come se fosse un piccolo passo in avanti, un tassello in più in un enorme puzzle. Ogni brano mi aiuta a crescere, a migliorarmi, a scoprire e conoscere nuove cose di me che magari prima ignoravo o erano semplicemente nascoste. Questo in particolare è stato il primo scritto in assoluto ed io non avrei mai immaginato prima d’ora di avvicinarmi alla scrittura. Ho quindi scoperto una parte di me che non credevo di avere. Per me già questa è stata un’enorme vittoria!


FRIDA – “Era triste Bologna” (topic)

https://www.youtube.com/watch?v=3t_duArXmJA


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