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Questa intervista è stata una sorpresa, oggi con noi c’è Eggy, un giovane artista decisamente originale, soprattutto nella sua umanità e sensibilità.
Un artista che mette in primo piano l’originalità, la diversità. Un artista che ha compreso che bisogna distinguersi per avere successo. 

Ciao Eggy. Finalmente ti abbiamo sulle nostre pagine, è davvero un piacere.
Fatti conoscere un po’ dai nostri lettori? Chi è Eggy nella vita di tutti i giorni?
Ciao a tutti cari lettori, il mio vero nome è Eugenio, sono un ragazzo di quasi 20 anni e sono orgogliosamente Calabrese. Nella mia vita privata oltre alla musica, mi diverto tantissimo a creare ed inventare cose nuove. Tutto ciò che riguarda l’arte, mi attrae.

⁃ A che età ti sei approcciato al mondo della musica e in quale modo?
Ho iniziato a studiare musica all’età di 5 anni, ma in realtà è sempre stata presente nella mia vita, poiché in famiglia, dalla parte di mio padre, tutti suonavano almeno uno strumento. Il mio primo incontro col pianoforte, che studio appunto da quando ero piccolo, risale al 2005. C’è una foto che mi immortala seduto sullo sgabello a premere dei tasti a soli 3 anni. Ciò poteva già far capire a tutti che la musica scorreva nelle mie vene!

⁃ Quali sono i tuoi artisti preferiti? E quali sono quelli che ti hanno maggiormente influenzato nel tuo modo di fare musica?
I miei due artisti preferiti sono MIKA e Stromae. Ritengo che siano non solo due ottimi cantanti, ma soprattutto fantastici autori, musicisti e performer e credo che questo gli dia un valore aggiunto, rispetto ad altri.
In particolare Stromae è stato colui che mi ha dato la spinta per iniziare a produrre, poiché nel suo canale YouTube mostrava come e con quali strumenti realizzava le proprie opere da zero. Fu amore a prima vista… Era il “lontano” 2019.

⁃ Il tuo brano “Original” mi ha sorpreso, non pensavo cantassi e lo trovo molto bello, raccontaci di cosa parla e di come è nato?
Ti ringrazio! “Original” è una canzone nata dopo tanto tempo di silenzio, dovuto a vari impegni e soprattutto alla pandemia, che mi ha abbastanza destabilizzato. Come già si può percepire dal titolo, la mia è una protesta contro una società che ormai è omologata e che tende a sminuire e non apprezzare la novità, il diverso, l’originale.

⁃ Scrivi la frase più significativa di questo brano, con la traduzione… e se ti va spiegaci il significato

“You could be afraid, nothing’s gonna change, you will stay in your small circle. Proud to be different from the people… ‘Cos what matters is original”.
Che in italiano sarebbe “Potresti esserne spaventato, ma non cambierà nulla perché resterai nella tua piccola cerchia” (contro colui che ha paura appunto di una cosa nuova). “Orgoglioso di essere diverso dalla gente, perché ciò che conta è originale” (qui invece esprimo questo superamento della mia paura di non essere come la massa, spiegando che alla fine le cose belle sono innovative ed originali, non la banale calma piatta della quotidianità).

⁃ Quali sono i tuoi sogni (in generale) e quali sono i tuoi progetti futuri?
Il mio sogno sicuramente è far diventare questa mia passione, un lavoro. Ma se anche non dovesse accadere, di certo avrà sempre un posto nel mio cuore e non smetterò mai e poi mai di fare musica. Al momento il progetto e l’obiettivo più attuale che cerco di raggiungere è di laurearmi presso la mia facoltà di Economia, che potrebbe essere molto d’aiuto per il mio sogno, visto che la musica è un’industria, è business.

⁃ In quale modo ti piacerebbe davvero realizzarti? Preferisci fare l’artista, il compositore o il produttore?
È normale che ciò che vorrei è farmi conoscere per tutte le mie capacità in campo musicale, però se la musica non sarà il mio lavoro e quindi non sarò io il protagonista, mi piacerebbe comunque continuare a comporre basi e scrivere testi per altri artisti, come faccio già ora, perché molti dicono che sia la mia abilità più sviluppata.

⁃ Per quale ragione la gente dovrebbe ascoltare la tua musica?
Basterebbe leggere il testo di “Original” per capirlo! Cerco sempre di distinguermi e di vivere in un mio mondo dove regna l’originalità e la pluralità, che sia di opinioni, di gusti, di scelte, non importa. Bisogna ricordare che ognuno di noi è un essere unico ed irripetibile!

⁃ Qual è la dote che preferisci in un altro artista?
Credo che oltre appunto l’originalità, la dote che preferisco in un artista è la versatilità. A me piace molto viaggiare tra i generi ed anche mescolarli per creare qualcosa di nuovo. Perciò apprezzo molto di più un artista che sa adattarsi un po’ a tutto, pur creandosi comunque una sua identità fissa.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta. 
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.

Hai un mantra? Uno slogan che ti accompagna nella vita?

Sì, parto col dire che io mi definisco un utopista, poiché per chi non lo sapesse, l’utopia è un universo immaginario dove tutto tende alla perfezione. Non una perfezione negativa che cancella la singolarità, ma una che invece genera armonia. E credo fermamente che come nella musica, anche nella vita tutto e tutti non sopravvivono se non con l’equilibrio.
Se dovessi riportare invece una frase che amo, sarebbe sicuramente: “Non limitare le tue sfide, ma sfida i tuoi limiti” (J. Dunn). Un vero e proprio mantra che tutti dovremmo osservare e seguire alla lettera.
Gli ostacoli non devono demoralizzarci, ma invitarci maggiormente a superarli!

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