In un dialogo intimo con Giordano Amici, l’artista svela il significato e l’ispirazione dietro il suo ultimo singolo, “Lara”. Leggi le parole dirette dall’artista stesso mentre condivide il suo mondo interiore, offrendo un’illuminante prospettiva sulla creazione di questa straordinaria traccia.
Puoi ascoltare “Lara” in tutti i principali Digital Store e trovare il brano nelle nostre curate Playlist. Un’occasione imperdibile per immergerti nel suono avvincente di Giordano Amici.
Benvenuto, Giordano Amici. Oggi esploreremo il tuo nuovo brano “Lara” e la profonda connessione tra la musica e le emozioni umane. Condividi con noi qualcosa di personale o un aneddoto che finora non hai mai condiviso in altre interviste, qualcosa che vorresti raccontare per permetterci di conoscerti meglio.
Ciao, grazie per questo spazio.
Effettivamente si, una cosa che non ho mai detto c’è.
Delle volte ho paura che le tematiche che affronto nei miei testi non siano viste come necessarie. C’è timore che l’ascoltatore non abbia la necessità di raccogliere messaggi che siano di un certo peso ma che abbia solo bisogno di leggerezza. Oggi viviamo tutti a 100 all’ora immersi tra i nostri impegni, le nostre scadenze, i nostri orari, i nostri problemi. Magari accendi la radio e vuoi solo canticchiare “un dos tres” e chissenefrega. E per carità é giusto anche che sia così. Ognuno deve avere la possibilità di scegliere quello che vuole. Trovo peró che la musica sia il mezzo di comunicazione più grande e diretto che abbiamo e, per quel che posso, io voglio utilizzarlo per parlare di cose di cui secondo me vale la pena parlare. Poi chissà, magari tra 6 mesi ti faccio pure io un pezzo dance da ballare con un cuba libre in mano!
Puoi condividere con noi l’ispirazione dietro il tuo nuovo brano “Lara” e qual è il messaggio principale che desideri trasmettere attraverso la tua musica?
Quella di “Lara” é una storia vera. Ovviamente ho usato uno pseudonimo, ma esiste davvero. Non ero sicurissimo di voler affrontare questo percorso perché so che ci vuole il giusto tatto ed il giusto rispetto per chi soffre e per chi gli é vicino. Ma dobbiamo tener presente che Lara può essere accanto ad ognuno di noi e non dobbiamo aver paura di tendere una mano a chi ha bisogno di aiuto. “…bianche righe che con il tempo come lame spezzerai” sono le liriche conclusive del testo, ed é proprio questo Il messaggio da recepire.
La tua musica è conosciuta per la profonda emozionalità dei testi. Come riesci a trasformare le tue esperienze personali in canzoni che toccano il cuore degli ascoltatori?
Beh, intanto grazie. Sentir definire i miei testi “profondi ed emozionali” é già una grandissima conquista. Quello che solitamente faccio é mettere al centro del testo le tematiche che voglio trattare e poi utilizzare parole che siano dirette, che rendano subito chiara l’informazione che voglio sia recepita. Veritá della storia e velocità nell’apprendere quello che voglio dire sono gli ingredienti che ritengo più importanti.
In “Lara,” affronti il tema delle dipendenze giovanili con una profonda sensibilità. Puoi condividere con noi cosa ti ha spinto ad affrontare questo argomento e cosa sperate di raggiungere con questa canzone?
La maggior parte delle persone che si avvicinano alle dipendenze lo fanno per caso, per provare, per assecondare un amico, per sembrare dei fighi o per non sentirsi da meno. Non hanno consapevolezza di quello che stanno facendo e del tunnel nel quale stanno entrando. Forse questa canzone potrà servire a qualcuno per pensarci su due volte prima di “sporcarsi il naso di bianco”. Magari alcune parole del testo accendono una lampadina in tempo e qualcuno evita di farsi del male. É un speranza.
La musica è spesso un veicolo per l’espressione delle emozioni. Come descriveresti la connessione tra la tua musica e le tue emozioni personali?
Effettivamente io ritengo che la musica sia l’espressione di comunicazione più veloce e diretta che abbiamo e questa condizione la vivo in prima persona quotidianamente. Mi capita spesso che qualcuno mi racconti qualcosa o di sentire una notizia al telegiornale che mi fa scattare la molla per scrivere una canzone su quel determinato argomento che può avere smosso la mia attenzione. Voglio che le mie canzoni parlino della vita della gente, della loro quotidianità, dei problemi, amori, incertezze. Dunque dentro ogni cosa che scrivo c’è sempre qualcosa di personale. E, per come vivo il mio rapporto personale con la musica, questo è fondamentale.
Qual è il processo di creazione dietro la tua musica? Come trasformi le tue idee e i tuoi sentimenti in canzoni complete?
Come dicevo prima, la cosa che più mi interessa è raccontare della vita della gente. Quando mi trovo a scrivere, la prima cosa che faccio è mettere nel mio immaginario il fulcro di ciò che voglio raccontare e poi da lì cerco di utilizzare la forma più diretta ma anche rispettosa per trasformare in parole quello che ho in testa. Le parole sono fondamentali, possono essere dure e taglianti come una lama. Ritengo che vadano dosate ed utilizzate nella maniera più comprensibile per chiunque si trovi ad ascoltare una canzone in cui può ritrovare qualcosa del proprio vissuto.
Ovviamente a tutto ciò va poi aggiunta la musica che di certo non è elemento secondario. Anche lì, in rapporto della storia che sto raccontando, insieme al mio produttore cerco sempre di scegliere il vestito musicale che ritengo più adatto per far sì che quella canzone emerga con la giusta luce.
Cosa vorresti che gli ascoltatori ricordassero o imparassero da “Lara” dopo averla ascoltata?
Innanzitutto vorrei che fosse compresa la mia sensibilità verso tematiche sociali importanti come questa. E vorrei che fosse eliminato il tabù che una persona con delle dipendenze sia da emarginare e non da aiutare, sopratutto quando quest’ultima non è ancora consapevole di aver bisogno di aiuto.
Come pensi che la musica possa influenzare la società e aiutare a far emergere temi importanti come le dipendenze giovanili?
La musica è di tutti ed è per tutti. E’ uno slogan fatto ma corrispondere a realtà. Attraverso una canzone puoi arrivare a persone che con altri tipi di comunicazione non potresti arrivare e sopratutto hai la possibilità di toccare dei tasti che hanno una sensibilità particolare. Una persona in difficoltà emotiva, fisica (perché chi è strettamente legato ad una dipendenza è di fatto una persona con difficoltà elencabili di vario genere) potrebbe non essere interessata ad avvicinarsi a qualcosa che parla di un suo problema, per pudore, per vergogna, per rifiuto… Una canzone, una volta schiacchiato “play” ti porta per qualche minuto in un mondo totalmente diverso e magari può essere capace di trasmetterti un messaggio che può aiutarti a convincerti di chiedere aiuto. Quanto meno è una mia speranza. “Lara” l’ho scritta anche per questo.
Nel panorama musicale italiano e internazionale, ci sono artisti o band che ti hanno particolarmente ispirato o influenzato nella tua carriera musicale? E se sì, in che modo hanno influenzato la tua musica e il tuo stile artistico?
Assolutamente si, ce ne sono tantissimi. Io nasco con gli ascolti del cantautorato italiano, quindi lì ho appreso tanto del modo di comunicare così diretto, spontaneo ma genuino. Nel mio percorso però ci sono anche altri artisti che sono stati importanti, soprattutto durante gli studi della voce, della tecnica. Tra tutti voglio citare Alex Baroni, Giorgia, Celine Dion, Whitney Houston, Mia Martini, Stevie Wonder. Si dice sempre che si deve imparare dai grandi e per me loro sono tra i migliori. Li ho ascoltati per ore ed ore, per giorni e giorni cercando sempre di captare una singola sfumatura piuttosto che un vibrato, un glissato, come arrivare sicuri e vocalmente tonici ai cambi di registro, quanto fiato prendere, interpretazione di un testo… Insomma tutto quello che si può apprendere da questi mostri sacri ho cercato di farlo mio. Questo non significa che ogni persona che ascolti questi artisti possa automaticamente arrivare al loro stesso livello, però quanto meno ritengo fondamentale formare un proprio bagaglio di conoscenze tecniche, musicali ed interpretative.
Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideravate condividere ma che non ho avuto l’opportunità di chiedervi? Potreste porvi una domanda e condividere la risposta con noi?
Mi sarebbe piaciuto fare un discorso sulle radio. Soprattutto quelle grandi a livello nazionale. Quelle alle quali sembra impossibile arrivare e che al di là di cosa tu faccia, di spazio non ce n’è. E’ giusto? Chiaramente ti risponderei di no, io vorrei che ci fosse più riscontro verso artisti emergenti che hanno qualcosa da dire, sopratutto quando trattano delle tematiche sociali. Vorrei che ci dessero voce, che ci dessero l’opportunità di farci conoscere e vorrei che una canzone come “Lara” fosse ascoltata anche nel più piccolo vicolo d’Italia. Non solo ed esclusivamente per me come artista, ma per il messaggio del brano. Argomento sul quale continuo a volermi battere.
Grazie, Giordano Amici, per averci condiviso la tua musica e il tuo mondo di emozioni. “Lara” è sicuramente una canzone che risuonerà nei cuori degli ascoltatori.
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