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Oggi facciamo con Lucrezia Lopolito, un’artista che nella vita di tutti i giorni è anche una psicologa – psicoterapeuta e oggi è con noi per raccontarci del suo inedito, un progetto molto interessante “Barche piccole di carta”, un brano con un testo particolare.

Ciao LUCREZIA, benvenuto sulle nostre pagine… è un piacere farti questa intervista; Raccontati brevemente… chi sei nella vita di tutti i giorni?
Ciao, sono Lucrezia, una donna di 41 anni con molte passioni nel cassetto. Psicologa e Psicoterapeuta di professione impegnata in maniera rilevante nell’ambito della Salute Mentale. Sono un’amante della musica Swing e del suo relativo ballo: il Lindy Hop che insegno con il mio Maestro di ballo Manuel Micheli nella scuola Swing Cats Italy.
Vivo a Roma da 20 anni, città a cui sono riconoscente per i suoi preziosi doni da un punto di vista culturale, artistico e professionale.

  • Come nasce il tuo nome d’arte, quale significato ha? (Se non è il nome di battesimo) Che differenza c’è tra artista e persona?
    Il mio nome d’arte corrisponde al mio nome e cognome. Ci tenevo fosse cosi per lasciare una traccia, in questo mio percorso, di mio padre, persona saggia e semplice, che mi ha trasmesso l’amore per tutto ciò che di genuino c’è nella vita.
  • Quando ti sei approcciato a questo mondo?
    Ho sempre amato la musica e sempre sentito un richiamo viscerale verso la musica suonata dal vivo. Tuttavia per una serie di vicissitudini di vita ho cominciato a studiare pianoforte all’età di 24 anni dato il mio insistente interesse verso questo strumento musicale. Da questo momento in poi la mia passione ha trovato uno spazio e non si è più fermata. A 30 anni ho cominciato a prendere delle lezioni di canto ed a scrivere canzoni che tenevo custodite nei quaderni e condividevo solo con pochi intimi. Nel frattempo frequentavo una scuola di Lindy Hop che mi ha permesso di approfondire il mio interesse per la musica Jazz in generale.
  • Il tuo nuovo singolo s’intitola “BARCHE PICCOLE DI CARTA” vuoi parlarci di questo brano? Com’è nato e di cosa parla?
    Barche piccole di carta nasce grazie al mio lavoro di psicologa nell’ambito dei Servizi dedicati alla Salute Mentale. Seguo da un paio d’anni, con una mia collega, una persona giovane che vive in Comunità Terapeutica. Inizialmente sembrava difficile l’accesso ad un piano comunicativo profondo e di fiducia. Ma un giorno, dopo svariati mesi di lavoro, in un momento di apertura, questa persona racconta a me ed alla mia collega di quando da bambino giocava con le barche piccole di carta. Ho vissuto tale racconto come un dono dato il suo carattere particolarmente introverso e chiuso. L’immagine delle barchette di carta mi ha accompagnata fino a casa dove immediatamente ho preso la chitarra e naturalmente ho cominciato a scrivere. Credo che questo brano possa ben rappresentare da una parte il piano meraviglioso della fantasia dei bambini in grado di andare oltre i limiti della realtà e dall’altra la dimensione dell’inquietudine che a tratti caratterizza la vita di ognuno di noi in fasi diverse della nostra esistenza. Il brano ha volutamente un risvolto positivo volendo evidenziare le risorse che sono naturalmente presenti dentro di noi nonostante i momenti di difficoltà.
  • Scrivici la frase che ha più importanza di questo brano e, se vuoi, spiegaci anche il motivo.
    “Anche se non brillano di giorno le stelle, io me le sento addosso”. Non so se sia la frase più importante ma mi piace perché rappresenta quei periodi bui della vita in cui tuttavia dentro ognuno di noi è possibile in qualche modo accedere ad una parte di ricchezza, di resilienza da cui trarre la forza per superare quel particolare momento di difficoltà.
  • Pensa alla prima canzone che hai ascoltato di un altro artista? Quali ricordi ed emozioni ti suscita?
    Una canzone che è stata una impronta costante nella mia vita è “Il mio canto libero” di Lucio Battisti. È una canzone che mi ricorda i tempi della scuola superiore, la cantavo con i miei amici a fine percorso scolastico. È stata la prima canzone che ho suonato al piano quando imparavo i primi accordi, la cantavo ai bambini a cui facevo da baby sitter durante l’università. Oggi la suona mia nipote che sta studiando chitarra. Mi suscita costantemente la possibilità di scegliere di sentirsi liberi in un mondo la cui complessità rischia di imprigionarci dentro trappole emotive e mentali.
  • Per quale motivo fai musica? E cosa vuoi comunicare ogni volta che crei un nuovo brano?
    Faccio musica perché sin da bambina il suono del pianoforte risuonava forte dentro di me, mi affascinava tantissimo, e conserva questo potere ancora adesso. La scrittura è arrivata dopo quando ho cercato un mio personale ed intimo spazio di espressione di ciò che sentivo dentro. Spero di comunicare che si può dare spazio alle proprie emozioni ognuno trovando il proprio canale di espressione. E la musica è Maestra in questo.
  • Per quale motivo dovrebbero ascoltare la tua musica, cosa pensi di avere di diverso dagli altri?
    È una domanda difficile. Sicuramente posso dire che mi piace scrivere della nostra parte ombra, delle difficoltà, delle delusioni anche se cerco sempre di trovare un risvolto positivo. Spero quindi di risuonare su questo punto. Mi piace creare metafore attraverso cui ognuno, in qualche modo, può metterci dentro quello che vuole della propria storia, delle proprie emozioni.
  • Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
    Mi piacciono molto artisti come Niccolò Fabi, Ron, Joe Barbieri, Fabio Concato, Lucio Dalla, Pino Daniele, per la profondità e l’intimità che arriva dal loro modo di scrivere e cantare insieme al loro modo di fare poesia.
  • Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
    C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
    “Sei felice? E perché?”. Si, sono felice per il percorso fatto. Per i travagli interiori che oggi trovano frutti da raccogliere. Sono felice perché nonostante le difficoltà sento di essere nel mio personale percorso di vita.
    Grazie per lo spazio che mi avete dedicato.

 

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Etichetta
Red Owl Records

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