Oggi abbiamo il piacere di conoscere un nuovo artista, Marco Galimberti, un cantautore della provincia di Monza, qui con noi per presentare il suo ultimo lavoro, sul podio per il premio Mia Martini, vincitore del premio per la migliore interpretazione.
Trovate la sua musica su tutti gli store e nelle nostre playlist.
Ciao Marco, Piacere di conoscerti e benvenuto nel nostro spazio. Ci piacerebbe conoscerti meglio… presentati con un video, mettendo il cell in orizzontale e dopo aver raccontato chi sei, cantaci 30 secondi il tuo brano, accompagnati pure con uno strumento.
⁃ Come ti sei avvicinato alla musica? Quali sono gli artisti che hanno influenzato maggiormente il tuo mondo artistico?
I primi ad avermi portato nel mondo della musica sono stati i miei genitori che, fin da piccolo, mi accompagnavano a vedere i concerti di una tribute band dei Queen. Di conseguenza i primi amori musicali sono stati i Queen e in particolare Freddie Mercury. Poi intorno ai 13/14 anni ho scoperto il mondo del pop-punk sia americano che italiano. Da quel momento ho sviluppato una sorta di venerazione per il cantante e chitarrista dei Green Day Billie Joe Armstrong.
Alla fine delle scuole superiori ho scoperto il pop italiano, in primis Ultimo e Cesare Cremonini, poi dopo di loro Fabrizio Moro. Quindi posso dire che ad oggi la mia musica sia influenzata dai 3 artisti sopracitati.
⁃ Sappiamo che sei un cantautore ma hai pubblicato anche delle cover e quest’ultimo brano è stato scritto insieme a Luca Sala, com’è nata questa collaborazione?
La collaborazione con Luca è nata circa 1 anno e mezzo fa grazie alla mia vocal coach Patrizia Lieti che ci ha presentati e da lì sono nate le 3 cover che ho pubblicato, “Ero solo un bambino” e altri inediti che verranno pubblicati prossimamente.
Lavorare con un professionista del suo calibro è sicuramente stimolante e mi rende anche orgoglioso.
⁃ Il tuo brano “Ero solo un bambino”, tra l’altro è una canzone molto bella, vuoi raccontarci di cosa parla e magari qualche aneddoto particolare?
Ti ringrazio del complimento. La canzone è nata in un momento in cui avevo dei dubbi sul prosieguo della mia “carriera” musicale; mi è servita a ritrovare un equilibrio con la musica e con me stesso.
Il testo della canzone è nato circa 2 anni fa, dopodiché Luca ha composto la musica ed è nata la versione definitiva. Il senso della canzone è quello di seguire sempre i sogni dei bambini perché sono i più veri.
Inoltre con questa canzone sono arrivato terzo al Premio Mia Martini e ho vinto il premio per la miglior interpretazione. Premio che si è tenuto nella città natale di Mia Martini, Bagnara Calabra.
⁃ Scrivi la frase più significativa di questo brano… e se ti va spiegaci il significato
5. Ci sono tanti frasi che mi toccano profondamente, perché è una canzone che ho scritto scavando dentro a me stesso. La più significativa per quanto mi riguarda è: “ho la riserva sempre accesa e mille viaggi da fare”. Secondo me rende proprio il momento che stavo vivendo: sempre a rincorrere il mio sogno che sembra sempre un po’ inafferrabile.
⁃ Solitamente non mi soffermo mai sulle cover, ma la tua mi ha colpito, vuoi spiegare com’è nata l’idea, chi l’ha creata ecc…
L’idea delle cover è nata sempre con la collaborazione con Luca, per cercare anche di esplorare altri generi rispetto a quelli a cui sono più avvezzo. Le 3 cover sono state riarrangiate sempre da Luca che secondo me è riuscito a trovare la vera anima dei brani. Sono 3 canzoni completamente diverse l’una dall’altra ma che devo dire, anche con un po’ di orgoglio, sono venute molto bene.
⁃ Hai già in programma altri brani o hai pensato ad un album?
Per ora mi sto concentrando sulla promozione di “Ero solo un bambino”, in futuro sicuramente ci saranno altre pubblicazioni. Credo che saranno sempre dei singoli, ad oggi purtroppo l’album passa un po’ più in sordina.
⁃ Cosa pensi dell’evoluzione della musica? Più che altro della musica digitale.
Mi riaggancio alla fine della risposta precedente. Purtroppo sono un po’ pessimista nei confronti di questa evoluzione. Sicuramente ha dei pro. Col digitale la musica è diventata forse più “semplice” da fare, più aperta a tutti, mentre prima o sapevi suonare/cantare oppure niente. Che poi potrebbe essere anche una cosa negativa quella che ho appena scritto, dipende dai punti di vista.
Dall’altra parte il digitale ti obbliga a creare tanti contenuti extra che poco hanno a che fare con la musica.
Bisogna capire che la gente ad oggi non cerca solo la canzone, ma cerca anche tutto quello che ci sta intorno. Questo per me è sbagliato, sono uno che ascolta senza preoccuparmi del video, della copertina della canzone, del marketing che c’è intorno. Per me è abbastanza pesante, però se si vuole provare ad entrare in questo mondo bisogna metterlo in conto e trovare il proprio equilibrio anche in questo.
⁃ Secondo te, perché la gente dovrebbe ascoltare la tua musica? Pensi di avere qualcosa che ti distingue dagli altri?
Domanda difficile. La gente dovrebbe ascoltarmi perché nelle mie canzoni credo di raccontare delle belle storie in cui tutti si possono ritrovare. Oltre a questo dovrebbero ascoltarmi perché credo di riuscire a trovare le parole per spiegare e cantare di sentimenti e di sensazioni che tanti non riescono ad esprimere.
⁃ Vorresti ringraziare qualcuno per qualche motivo?
Ringrazio chi mi sopporta e supporta tutti i giorni. La mia vocal coach Patrizia, Luca Sala e tutti voi che leggerete quest’intervista.
⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Avrei voluto risponderti a qualche domanda sul futuro o su come mi vedo tra 10 anni, ma meno male che non me l’hai fatta perché non avrei saputo come risponderti ahaha quindi ti ringrazio per questa bella intervista e un saluto a tutti.
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