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Oggi ospitiamo la vincitrice della 9° edizione del contest  “Premio Lucio Dalla”, Simona Galli è con noi per raccontarsi e parlare anche del suo inedito “Sulle Punte”, la canzone che ha partecipato al concorso emozionandoci tutti e vincendo.
Questo brano è su tutti gli Store e nelle nostre playlist.

Ciao Simona. Benvenuta sulle pagine del nostro magazine… E complimenti davvero per il tuo brano e per la vittoria meritata al “Premio Lucio Dalla”. Presentati ai nostri lettori, chi è Simona? E quali differenze ci sono tra la persona e l’artista?
Ciao!! grazie mille! Dunque chi è Simona Galli… inizio dicendo che questo è il mio nome anagrafico, non ho un nome d’arte e sono esattamente così come mi vedete, come persona e come artista! Sono una donna emotiva e piena di idee, imperfetta in ogni dettaglio, nel mio caos è racchiuso tutto il mio mondo! Mi considero un generatore perenne di pensieri, empatica e tenace, toscanaccia pura, ho all’attivo anni di live e l’unica eccezione della Simona artista è il palco. Lì e solo lì mi spoglio dei pensieri, ci sono solo io, la canzone e le emozioni. 

⁃ Come e quando ti sei approcciata al mondo della musica?
Non c’è un momento preciso in cui ho capito che avrei voluto fare musica e l’inizio della mia storia d’amore con lei è misterioso.  In un certo senso è la musica che ha scelto me… Ai tempi della scuola ho iniziato ad approcciarmi ai corsi musicali e questo mi ha permesso, negli anni successivi, di intraprendere la strada della formazione seriamente per finire poi a lavorare con e per questa meravigliosa arte.

⁃ Hai un aneddoto da raccontare emozionante o divertente che riguarda il tuo percorso artistico?
Non so se si può definire un vero e proprio aneddoto, sta di fatto che per molti anni non ho cantato in pubblico! Ebbene sì… Soffrivo terribilmente di ansia da palco e questo mi ha precluso molte opportunità. Negli anni successivi ho recuperato il tempo perso e, come un quadro che qualcuno aveva già disegnato per me, le mie scelte sono andate a buon fine. Un po’ come se la vita mi avesse voluto spalancare quelle porte che io involontariamente avevo tenuto chiuse. Ho deciso di dedicarmi unicamente a quest’arte pochi mesi prima che mio padre mi lasciasse. Era il mio più grande fan e sostenitore, un esempio di passione e curiosità. Gli ho promesso che avrei unicamente dedicato la mia vita alla musica e non avrei pensato a nient’altro.

⁃ Il tuo brano s’intitola “Sulle punte”, come ho già detto più volte è davvero molto emozionante, un testo importante, vuoi raccontarci di com’è nato e di cosa parla?
Ti ringrazio molto per queste belle parole. “Sulle Punte” tratta un argomento delicato e attuale purtroppo. Nato dopo un fatto di cronaca avvenuto nella mia città che mi ha scosso notevolmente, racconta la storia di una ballerina vittima di femminicidio. Poiché credo che l’arte debba “scuotere”, dopo un lungo confronto con Marco Canigiula, coautore del brano, è nato “Sulle Punte”.  Parlare di femminicidio è molto difficile, ma era una cosa che volevo fortemente, nel nome di una denuncia sociale che riguarda indistintamente tutti. Spero che la mia canzone possa essere fonte di riflessione. 

⁃ Scrivi la frase più significativa di questo brano e se ti va spiegaci il significato.
Abbiamo perso il conto delle volte
Che siamo cadute a terra
Il dolore, il sangue sulle punte
Per provare a sfiorare le stelle
E isolarci dal mondo, dalla gente…

Ecco questa è per me è la parte più significativa. Se ci si immedesima nelle scarpette, che raccontano la storia, si respira il lavoro, la perseveranza, il sogno e il dolore per arrivare a sfiorare le stelle, per vivere quel sogno che fin da bambina la mia ballerina aveva.
Nel ritornello si “vive” letteralmente il senso di interruzione di una vita, avvenuto in modo assurdo e barbaro. 

⁃ Cosa vuoi comunicare con la tua musica?
Vorrei toccare tematiche importanti, con un linguaggio semplice, per raggiungere chiunque. Comunicare e raccontare con la voce quanto di bello e di brutto accade nella vita di ognuno di noi e trasformare gli ascoltatori nei veri protagonisti di ciò che canto. Ogni canzone una storia, ogni brano un messaggio, frammenti di vita e di anima.

⁃ Hai una canzone del cuore? Un brano (una cover) che canti più volentieri perché ha un significato particolare per te?
Ho molte canzoni alle quali sono legata. In tutti questi anni ho cantato di tutto… direi che ho un legame particolare con la prima canzone che ho cantato in pubblico “If I ain’t got you” di Alicia Keys. Sì… credo sia questa la canzone alla quale sono più legata in assoluto. Ancora oggi, quando la canto dal vivo, riaffiorano le stesse sensazioni di gioia e terrore della mia prima volta live! La prima volta non si scorda mai, no?

⁃ Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il futuro mi spaventa, a prescindere. Voglio sbilanciarmi dicendo che il progetto più grande ed ambizioso che ho è sicuramente l’album, al quale sto lavorando… il “mio”.
Ci penserà la vita a mandarmi i segnali necessari per scrivere il mio percorso. Adoro la scrittura e studio costantemente per migliorare e affinare tutto ciò che posso, grazie al supporto eccezionale di professionisti di prim’ordine. Per adesso procedo con cautela, navigo a vista, day by day, accettando ciò che mi sta accadendo in questo periodo con serenità. E poi sono scaramantica , preferisco non spoilerare troppo! 

⁃ Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Ti piacerebbe collaborare con qualcuno?
Ho molti artisti che amo e seguo da sempre. Ascolto di tutto, stimo molto Elisa, Laura Pausini, Tosca, Lady Gaga e Robbie Williams per citarne alcuni… Sono figlia del pop anni 90 e strizzo l’occhio al cantautorato. Potrei scrivere una lista lunghissima di artisti ma, in generale, non parlerei di riferimenti piuttosto di stimoli. Dei grandi artisti osservo il lavoro e per me sono fonte di ispirazione. Ci sono cantanti, musicisti ed artisti in generale che seguo a prescindere dai miei gusti personali, poiché modelli di riferimento per il loro impegno sociale e professionale. Collaborare … beh mi rendo disponibile con tutti i più grandi, nessuno escluso! 

Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta. 
 C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Bella domanda l’autodomanda! Allora, vediamo…mi chiederei questo :
I percorsi artistici, un po’ come la vita, hanno alti e bassi e sono pieni zeppi di ostacoli. Come vivi questa corsa sulle Montagne Russe? 
Restare fermi, senza affrontare il percorso della giostra in questione è come rimanere piatti e non rispettare ciò che l’arte vuole da te. Gli alti sono quei momenti che vivono di stimoli e sono sinonimo di progressione. I momenti bassi, a differenza, sono quelli che devono servirci per scoprire i propri limiti e da questi ripartire per un’altro giro della morte mettendosi in discussione. Vivo i cambi repentini di direzione di questo mondo in maniera positiva perchè ritengo che maturare l’elasticità necessaria per adattarsi a questi ultimi sia il vero segreto per tutto.

 

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