Questo mese ci siamo divertiti a creare un contest su Instagram, per un paio di giorni, qualcuno ha partecipato e noi abbiamo scelto di regalare questa intervista a Licia Righi, quindi lei è la protagonista del mese di Maggio.
Lei è una scrittrice, autrice di “Trenta giorni per innamorarsi” e altri, potete trovarli su Amazon.
Ciao Licia, benvenuta sulle pagine del nostro magazine, questa sarà un’intervista un po’ diversa, un po’ particolare… Come puoi capire siamo un blog musicale, diamo spazio ad artisti emergenti ma ogni mese regaliamo uno spazio ad una protagonista che, nella vita, si occupa di tutt’altro ma ama la musica.
Presentati per tutti coloro che non ti conoscono, racconta brevemente chi sei e di cosa ti occupi.
Ciao a tutti, nella vita di tutti i giorni sono una moglie, la mamma di Daniele e un ragioniere, lavoro completamente opposto a quello della scrittura, me ne rendo conto. Sono attirata da tutto ciò che è creativo, ho sempre avuto la passione per il disegno, mi piace dilettarmi in qualche lavoro grafico e ovviamente la lettura è la mia piccola isola di pace. Da qualche anno ho deciso di dare vita alle storie che affollano la mia mente ed è molto impegnativo trovare il tempo per poterlo fare. Da qualche mese frequento un corso per diventare correttore di bozze.
⁃ Dalla tua breve biografia abbiamo letto che il termine che ti hanno sempre affibbiato è stato “diversa”, tra l’altro per me è un complimento. Raccontaci come mai, come lo hai vissuto e come lo vivi adesso?
La mia famiglia ha un negozio di moto, da qui nasce la mia passione per i motori e come potete immaginare ero un vero e proprio maschiaccio, cosa che faceva storcere il naso a molte mie compagne di scuola perché se non avevi i loro stessi gusti venivi messa in disparte; da qui l’etichetta di “diversa” per non dire “stramba”. L’adolescenza è stato un periodo molto difficile perché non riuscivo a capire il motivo di quest’avversione nei miei confronti, voglio dire, il mondo è bello perché è vario. Siete d’accordo? Ora vivo molto più serenamente la cosa, anzi, a volte mi piace proprio essere la voce fuori dal coro, amo distinguermi e spesso non mi piacciono i compromessi.
⁃ Tu sei una scrittrice, quanti libri hai scritto fino ad oggi? Ce n’è uno a cui tieni particolarmente?
Fino ad ora ho scritto tre libri, il primo di genere Urban Fantasy mentre gli altri due sono romance; inoltre ho scritto tre racconti che sono stati inseriti dentro alcune antologie, alcune a scopo benefico. Ogni scrittore ama tutti i libri che scrive, perché in ognuno di essi mette qualcosa di sé, però il libro che definisco “dell’anima” è “Trenta giorni per innamorarsi” perché ho raccontato attraverso la protagonista femminile una vicenda che ho vissuto in prima persona.
⁃ Il tuo ultimo lavoro è “Credevo di odiarti e invece”, scritto in collaborazione con Daisy C. Evans. Ti va di raccontarci di cosa parla e di come è nata la vostra collaborazione?
Questo è stato un romanzo molto impegnativo da scrivere e strutturare perché tratta dei temi molto delicati: la fiducia in se stessi e la scarsa autostima. Io e Daisy ci siamo conosciute grazie a due antologie a cui abbiamo partecipato, lei era alla sua prima pubblicazione e aveva avuto un’idea per questa storia, me ne ha parlato e chiesto se potevo darle una mano.
Per farvela davvero breve, il romanzo racconta la storia di Lilia e Samuele, due ragazzi che si conoscono dai tempi del liceo e non si sopportano. Lilia sarà costretta ad affidarsi a lui per superare le sue difficoltà relazionali e dovendo trascorrere del tempo assieme, entrambi andranno oltre le apparenze e vedranno chi si nasconde dietro la maschera che indossano; Lilia intraprenderà un percorso di rinascita personale basato sui sei pilastri dell’autostima di Nathaniel Branden.
– Raccontaci, brevemente, anche il tuo lavoro precedente “Trenta giorni per innamorarsi”.
Questo libro racconta la storia di Annalisa, una ragazza che a causa di un evento traumatico e a delle brutte esperienze si è chiusa in se stessa, perdendo fiducia nell’amore. La sua amica le giocherà un brutto scherzetto iscrivendola a “Dietro la maschera” un nuovo reality show/ esperimento sociale in cui venti single devono convivere, imparare a conoscersi e cercare l’amore. Qui incontrerà Alessandro, che incarna il suo ragazzo ideale ma anche ciò da cui sta fuggendo e di cui ha più paura. Il tema principale è quello delle apparenze, di andare oltre le maschere che indossiamo tutti i giorni ed è un romanzo corale.
– Noi siamo un magazine che parla di musica, soprattutto emergente. Qual è il genere che ami ascoltare o hai un artista che apprezzi particolarmente?
Ti dirò che la musica è parte integrante della mia vita, l’ascolto in auto e anche mentre scrivo; il genere varia molto in base al mio umore, ma tendenzialmente ascolto rock, pop, dance e latin – pop; non ho preferenze tra musica italiana e straniera, ma ultimamente nella mia playlist puoi trovare Vasco, Mr. Rain, Rkomi, Sonohra, Fred de Palma, Shade, Imagine Dragons, Slander, Mahmood e Blanco, Maneskin e Irama.
– Ti è mai capitato di ascoltare musica emergente? C’è qualche artista che ti ha colpito?
Assolutamente sì, ascolto anche musica emergente, non ho pregiudizi, mi lascio guidare dalle note e dal significato del testo. Anzi, ti dirò di più che spesso sono le canzoni a ispirarmi una scena dei romanzi che scrivo e inserisco delle strofe al loro interno per rendere l’idea. Un artista che mi aveva colpito parecchio lo scorso anno è stato San Giovanni.
⁃ Quale caratteristica deve avere un artista per poterti conquistare?
Deve essere una persona umile, le sue canzoni devono trasmettere emozioni, i suoi testi devono essere diretti, raccontare la vita vera; Vasco è indubbiamente il numero uno in questo.
⁃ Ti va di dare un consiglio o semplicemente un messaggio a chi leggerà questa intervista?
Il messaggio che voglio far arrivare a tutte le persone che come me hanno un sogno, è quello di non mollare mai, di continuare a crederci, di metterci impegno e costanza, ma devo anche realista e dire che per raggiungere il proprio obiettivo bisogna continuare a studiare, a imparare cose nuove, a migliorarsi per poter offrire il miglior prodotto possibile.
⁃ Se avessi la possibilità di dire qualcosa a tutte quelle persone che ti hanno sempre etichettata come “diversa” cosa gli diresti oggi?
Probabilmente non direi proprio nulla, perché non ne varrebbe la pena, oggi so chi sono, quello che valgo e non devo dimostrare niente a nessuno se non a me stessa
⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Quali sono le caratteristiche che secondo te dovrebbe avere uno scrittore?
Uno scrittore deve essere innanzitutto un accanito lettore, per imparare nuovi vocaboli, generi e strutture letterarie, deve avere una buona conoscenza della lingua italiana, deve essere curioso, meticoloso e costante; non deve arrendersi alle prime difficoltà, deve essere paziente perché i risultati non arrivano dall’oggi al domani, deve saper incassare le critiche e affidarsi a persone competenti che riescano a esaltare sia la sua scrittura che la sua opera.
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