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In occasione dell’uscita di “L’immenso” , il suo nuovo brano dedicato alla figura materna, abbiamo incontrato Giordano Amici per una chiacchierata profonda e appassionata. Con parole autentiche e un tocco di saggezza, l’artista ci ha raccontato cosa lo ha ispirato a creare questo pezzo, i dettagli della produzione e alcune sfumature della sua vita personale. Scopriamo insieme il cuore dietro questa dedica alla mamma, che ci invita a riflettere sull’amore, la gratitudine e la forza di questo legame universale.

Bentornato Giordano sul nostro magazine, prova a dire qualcosa di te che possa attirare altri fans… e poi, mi piacerebbe che raccontassi un aneddoto della tua vita che possa essere di insegnamento per gli altri…
Ciao a tutti ragazzi, un vero piacere ritrovarvi. É passato un pó di tempo dall’ultima volta ed in questi mesi, continuando a lavorare al mio progetto, ho ricevuto moltissimi messaggi ed attestati di stima che mi hanno aiutato a prendere ancor più consapevolezza di quello che voglio regalare alle persone con le mie canzoni: la vita quotidiana di ognuno di noi fatta di vittorie, di problemi, di speranza e di difficoltà. Questo mi ha aiutato sopratutto in un momento molto difficile che la vita mi ha messo davanti: I dubbi su ciò che fosse giusto e ciò che fosse realmente importante, il chiedersi se realmente i sogni da inseguire siano così a portata di mano o se delle volte siano soltanto delle illusioni. Ci ho messo un pó per rimettere in piedi il mio “io” interiore, ma alla fine ho capito che le cose che ci fanno star bene e che ci danno la possibilità di esprimerci vanno sempre tirate fuori. Non é importante tanto il dove si arriva, ma il percorso che si intraprende per provarci. Perché quello ti fa crescere, ti rende forte e consapevole di quel bagaglio tanto grande che c’è in ognuno di noi.

“L’immenso” è un brano molto personale e intimo. Ci puoi raccontare il momento preciso in cui hai sentito la necessità di scriverlo e dedicarlo alla figura materna?
Questo brano nasce dall’esigenza di prendermi un momento tutto mio, un bisogno di riflessione personale. Ho voluto rendere omaggio alla figura più importante della mia vita, o meglio, la colonna portante della vita di tutti noi: la mamma. L’ho scritto durante una sera che ero da solo in studio, dopo una giornata trascorsa insieme con mia mamma a farci forza reciproca per un dolore molto grande che ha colpito la nostra famiglia. In quel momento ero triste, ma allo stesso tempo volevo trovare un modo per dirle “mamma, guarda che sei forte, per me lo sei sempre stata e continueremo ad essere famiglia insieme”. E credo che, al di là della mia lettura personale, chiunque ascolti il mio brano lo possa dedicare alla propria madre.
Quanto meno lo spero.

Quanto è stata importante la presenza della tua mamma nel tuo percorso di crescita, sia personale che artistico?
É stato fondamentale. Mamma, così come papà, mi ha sempre spronato a credere nelle cose che sentivo di fare. Probabilmente la sua sicurezza é sempre stata delineata dal fatto che in me ha costantemente visto grandi capacità comunicative ed umane. Lei dice sempre: “qualunque cosa tu voglia fare , falla, provaci, perché sei in grado di farla e perché sei una persona dalle mille risorse”. Ora non so se sia realmente così, ma di certo sentirselo dire é molto importante.

Nel brano hai coinvolto tua moglie e i vostri figli nei cori. Quanto è stato significativo per te condividere con loro la realizzazione di questa canzone?
Questo é stato un passaggio indimenticabile. Ti confido una cosa: non era assolutamente programmato. Un giorno ero in studio, avevamo la produzione pronta ed il testo scritto e così stavo per registrare la primissima demo del brano. Ad un certo punto passano a trovarmi mia moglie ed i nostri figli che, incuriositi dalla situazione, iniziano a “canticchiare” qualcosa davanti al microfono per emulare quello che fa papà. Così metto in play la demo e sullo special (inizialmente cantato solo da me) a loro parte un “na na na na” spontaneo. Appena l’ho sentito mi son venuti i brividi e così, per gioco, li abbiamo registrati tenendo subito per buona la prima. Ho pensato poi che mia moglie, mamma anche lei, potesse allo stesso modo entrare nel brano e creare così una sorta di ponte generazionale. Tutte le voci delle mia famiglia dentro quel microfono. É stata un’esperienza bellissima e un domani, quando saranno più grandi, sarà un bellissimo ricordo anche per loro.

Qual è stata la parte più emozionante della produzione di “L’immenso” e cosa speri che il pubblico colga ascoltandola?
C’è un passaggio all’inizio della seconda strofa che mi emoziona particolarmente, ma é tutta la prima parte del pezzo ad essere completamente autobiografica. Il ritenermi fortunato ad aver vicino mia madre, aver vissuto sempre in piena sintonia con lei tanto da ritenere che ogni battito del suo cuore porti il mio nome ed il cercarla tra la gente quando sono sul palco a cantare, sono cose reali che ci legano e che io vivo in maniera totalizzante. Ed é proprio questo quello che spero che il pubblico possa percepire: la grandezza e la fortuna di aver vicino la propria madre, di amarla e rispettarla per tutto l’amore che ci dona da sempre.

Che ruolo ha avuto la musica nel rafforzare il legame con la tua famiglia e con le tue radici?
Spesso ho rivelato che ho ereditato la passione per la musica da mio padre, dunque in casa mia la musica ha sempre fatto parte delle nostre giornate. Questo mio amore viscerale per le canzoni e per la musica stessa non ha fatto altro che portare avanti quella tradizione che ci tramandiamo in famiglia.

Esplorando la tua discografia, ci sono altri brani che raccontano persone importanti della tua vita? Che tipo di storie ami narrare attraverso le tue canzoni?
Il primo brano che ho pubblicato, che si chiama “Non doveva andar così”, é un’altra canzone che parla di una persona molto importante della mia vita che é venuta a mancare 6 anni fa. É stato un momento molto difficile, ma la musica, anche in quel caso, mi ha aiutato a creare un filo sempre presente con i ricordi. È per questo che amo raccontare nelle mie canzoni la vita vera. Voglio scrivere e cantare di storie che risuonino profondamente in ognuno di noi, storie che ci facciano sentire meno soli. Storie vere di vita quotidiana. Sogno di creare una connessione autentica con il mio pubblico, di far sì che le persone si riconoscano nei miei testi e provino le stesse emozioni che ho provato io scrivendoli. Voglio che le mie canzoni siano uno spazio sicuro dove ognuno possa trovare conforto o ispirazione ed una voce che dia forma ai propri pensieri più intimi. Se anche una sola persona si sentisse capita e compresa ascoltando la mia musica, beh allora il mio lavoro avrebbe un significato profondo e per me sarebbe già una grandissima vittoria.

 

Il tema dell’amore incondizionato è centrale in questo brano. Pensi che la musica sia un mezzo potente per trasmettere valori e messaggi universali?
Assolutamente si. Io sono uno che crede ancora nella forza delle canzoni e credo che la musica sia la forma di comunicazione più diretta e potente che abbiamo a disposizione. Da questo punto di vista, essere un cantautore, mi fa sentire un privilegiato.

Se non fossi diventato un artista, quale altra passione avresti portato avanti? E quali sono i tuoi sogni e obiettivi futuri oltre la musica?
Ho sempre avuto una grande curiosità per le persone. Mi affascina la complessità delle loro emozioni e dei loro pensieri. Ascoltare gli altri è per me un po’ come risolvere un puzzle: cerco di cogliere i dettagli, di leggere tra le righe e di capire cosa si cela dietro le parole. Spesso mi sorprendo a intuire sentimenti che gli altri non riescono a esprimere apertamente. Credo che, semmai avessi intrapreso tali studi, questa mia capacità di empatia mi avrebbe portato a svolgere un lavoro molto gratificante nel campo della psicologia o della pedagogia, dove avrei potuto aiutare le persone a comprendere se stesse o a risolvere le loro difficoltà. Tuttavia, la mia natura è anche molto pratica e mi piace mettermi alla prova in attività manuali. C’è una grande soddisfazione nel creare qualcosa con le proprie mani e nel superare nuove sfide. Sono un continuo ricercatore di conoscenza e di esperienze, e non mi accontento mai dei risultati già raggiunti. Mi piace uscire dalla mia zona di comfort e imparare cose nuove, anche a costo di qualche difficoltà. Sono consapevole che l’ambizione è un motore potente, ma cerco sempre di bilanciarla con l’umiltà e la voglia di migliorarmi costantemente.

Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desideri condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiederti? Potresti porti una domanda e condividere la risposta con noi?
Mi piacerebbe dare un piccolo accenno su quelli che sono i miei progetti futuri. Sto portando avanti questo lavoro da quasi due anni: insieme al mio produttore, stiamo ultimando quello che sarà il mio primo album. È un percorso che mi sta dando tantissime soddisfazioni e che mi sta facendo crescere artisticamente. Per scaramanzia non voglio dire niente di più, ma sicuramente é una soddisfazione che vedo avvicinarsi e quindi spero di ritrovarci molto presto per parlarne.

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