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Con un mix di filosofia, spiritualità e sonorità alternative pop-rock, i Sümelga, in collaborazione con Al Vox, ci regalano il singolo “Transustanziazione”, una riflessione profonda sulla trasformazione personale e collettiva. In questa intervista con Matteo e Al Vox, scopriamo il viaggio che li ha portati a creare un’opera che intreccia arte e pensiero critico, delineando il loro percorso musicale e umano.

Benvenuti sul nostro magazine, raccontatevi brevemente ai nostri lettori…
Grazie per l’accoglienza!

Prima di essere band siamo un progetto artistico che ha l’obiettivo di sperimentare, intrecciando musica, filosofia e spiritualità.
Ad esempio, il nostro ultimo lavoro esplora la transustanziazione come metafora della trasformazione personale e collettiva.

Transustanziazione è un titolo intrigante. Da dove nasce l’idea e qual è il messaggio centrale che volete trasmettere?
L’idea di “Transustanziazione” nasce dal desiderio di esplorare una trasformazione profonda, spirituale e materiale, che riguarda tanto l’essere umano quanto l’arte stessa. Il concetto deriva dalla teologia, dove rappresenta la trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, ma nel contesto del progetto diventa una metafora per la capacità della musica, delle emozioni e delle esperienze di trasformare ciò che è ordinario in qualcosa di sacro o straordinario.

Transustanziazione, inoltre, é il singolo di un album, che porterà lo stesso titolo e sarà costruito come se ogni brano rappresentasse una sorta di “rito”, un passaggio che può elevare l’ascoltatore verso una dimensione diversa, dove materia e spirito si incontrano.

L’ironia e la critica sociale sono temi ricorrenti nella tua musica. C’è un episodio personale o un evento specifico che ti ha ispirato per questo brano?
É un insieme di ispirazione nella quotidianità.

Una somma di connessione e libere associazioni.
Sì l’ironia sicuramente ci caratterizza, come la critica sociale.

Nel brano citi Nietzsche e Ionesco. Quanto hanno influenzato il tuo percorso creativo questi riferimenti culturali e filosofici?
Nella canzone mi hanno influenzato entrambi, come ogni brano viene influenzato da ciò che leggo e studio.

Il genere alternative pop-rock spesso unisce mondi diversi. Quali sono gli artisti o le band che ti hanno ispirato maggiormente nel tuo percorso?
Sono parecchi gli artisti, ma in particolare potrei citare Nick Cave, Sigür Røs, Johnny Cash, gli smashing Pumpkins e i Blur.

Come è stato lavorare con Al Vox su questo progetto? Quali sono gli aspetti più belli di una collaborazione con un altro artista?Lavorare con Al è stato molto stimolante, sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista artistico.
Ogni telefonata é stato uno scambio proficuo per il nostro lavoro.

Sei un trentenne che naviga in un panorama musicale sempre più affollato. Quali pensi siano le sfide più grandi per un artista emergente nel 2024?
Eh il treno dei trenta è passato da qualche anno, ma poco cambia. Credo che ognuno abbia la propria sfida personale in ogni epoca.

Bisogna solo rimboccarsi le maniche e cercare di lavorare.

Qual è il tuo rapporto con il pubblico? C’è una storia o un messaggio da un fan che ti ha particolarmente colpito o ispirato?
Il rapporto con il pubblico può essere uno degli aspetti più intensi e significativi per un artista. Ogni interpretazione o reazione dei fan aggiunge nuovi strati al significato di un’opera, rendendo vivo il dialogo tra chi crea e chi ascolta.

Quando non scrivi o componi musica, come passi il tuo tempo? Ci sono passioni o abitudini che ti aiutano a trovare ispirazione?
I libri come la visione di film, serie, documentari e spettacoli vari, sono la mia principale ispirazione.

Al, cosa ti ha spinto ad accettare questa collaborazione con i Sümelga? Cosa ti ha colpito maggiormente del loro progetto e del concetto di “Transustanziazione”?
Innanzitutto vorrei specificare questo. Io non sono particolarmente osservante di una chiesa. Un credo specifico. Trovo, esattamente come scritto anche nei vangeli, che non ci sia bisogno di riflettere in un luogo di culto, piuttosto che tra le mura di casa. Ecco perché specifico anche, amando la figura di Cristo, e sperando in un aldilà, e che sia potente il fattore “Dubbio”, che credente in un mondo trascendentale. C’è solo una cosa che non sopporto e trovo disumana, motivo anche per il quale ho accettato il concept di questo progetto e quindi esservi presente: speculare su qualsiasi forma di credo e crearne, fondamentalmente altri, in nome del generare Caos. E, ahimè, se ne parla ancora.

Al, cosa pensi che questa collaborazione possa rappresentare per il tuo percorso musicale? Hai imparato qualcosa di nuovo lavorando a questo progetto?
Si, che esiste ancora essere umano che ha voglia di condividere arte: È un successo, perché essere inclusivi, per me, è un altro modo di essere importante se alla base dei rapporti.

Siamo giunti alla conclusione dell’intervista. C’è un aspetto che desiderate condividere ma che non abbiamo avuto l’opportunità di chiedervi? Potreste porvi una domanda e condividere la risposta con noi?
Innanzitutto grazie per lo spazio dedicato, penso che ci siamo detti tutto.

La domanda: “Quanto tempo ci vorrà per vedere i Sümelga su palchi importanti?”
La risposta: “Lo scopriremo solo vivendo.”

Conclusione:
L’intervista con i Sümelga ci lascia con una consapevolezza: la loro musica non si limita a intrattenere, ma invita a riflettere, a mettere in discussione il quotidiano e a cercare un significato più profondo in ogni esperienza. In attesa di vederli calcare palchi sempre più grandi, non possiamo che augurare loro un futuro ricco di successi e nuove sfide artistiche.

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