Nel brano “La strega”, tratto dall’EP Mostri, Emanuele Masini dimostra quanto la forma-canzone possa ancora essere uno spazio privilegiato per raccontare il mondo che ci circonda, anche nei suoi aspetti più scomodi. In bilico tra il realismo crudo e il simbolismo fiabesco, La strega affronta un tema attuale e urgente: le aggressioni al personale sanitario negli ospedali, restituendolo attraverso una narrazione potente e sorprendente.
La protagonista, una strega, è il simbolo del male, del passato che ritorna, del giudizio facile. Di fronte a lei, due dottori: uno stanco, disilluso, incapace di curare chi ha fatto del male; l’altro giovane, ancora mosso da un ideale profondo, dalla convinzione che ogni vita meriti cura, senza distinzioni. È un confronto morale, una metafora intensa delle scelte quotidiane che chi lavora nel mondo della sanità – e più in generale chi ha a che fare con l’umanità sofferente – è chiamato ad affrontare.
Musicalmente, La strega si inserisce perfettamente nel solco del cantautorato italiano di matrice folk-acustica, con venature pop e leggere tinte rock. La costruzione è solida, l’arrangiamento è ben bilanciato e funzionale al racconto, mentre l’interpretazione vocale riesce a dare profondità emotiva e carattere al brano.
Conclusione:
Un pezzo pazzesco, nella costruzione e nell’esecuzione. Non pretende di essere innovativo, ma è proprio in questo ritorno al racconto, alla metafora, alla morale che trova la sua forza. Emanuele Masini ci ricorda che le canzoni possono ancora far riflettere, emozionare e lasciare una traccia. “La strega” è uno di quei brani che, pur nella sua semplicità apparente, sa farsi ricordare.