Un’altra recensione del nostro Massimo Comi, oggi ci racconta l’ultimo e bellissimo brano di Valentina Volpentesta “La tua anima somiglia alla mia” dandone, sempre, una personale interpretazione e analizzandola punto per punto.
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Valentina Volpentesta ci propone di nuovo un affresco musicale pieno di vivide immagini, un dipinto che rappresenta una relazione d’amore nella quale l’altra persona consente alla nostra protagonista di riscoprire le gioie che questo sentimento grande e infinitamente bello può comunicare e portare alla luce, in un rapporto di sostegno reciproco di due anime che si riscoprono affini e quindi in grado di condividere tutto, di sostenersi a vicenda nelle difficoltà e di riscoprire in ogni piccolo gesto le proprie affinità.
La voce della nostra interprete è come sempre bellissima, profonda, in grado di lasciare un segno indelebile nell’anima e nel cuore di chi ascolta: come ho già avuto modo di affermare, può sicuramente essere accostata a quella di alcune delle più grandi interpreti della canzone nostrana, per il timbro e per la pulizia, oltreché per lo struggimento e la malinconia che riesce ad esprimere.
Mi sono venuti alla mente quasi da subito, nuovamente, due nomi, quello di Mina e quello di Fiorella Mannoia, che per le loro immense e innate capacità vocali possono essere accostate alla nostra Valentina, la quale riesce a mescolare sapientemente i punti di forza dell’una e dell’altra, in un mix ideale di intensa interpretazione e di sincera traduzione in note di un forte sentimento che si ha dentro, che si percepisce come fortemente presente e che si ha la necessità di esternare verso il mondo, che sta al di fuori ad aspettare di ricevere un messaggio di autenticità e di amore.
Mi sembra in questo caso molto significativa la copertina del singolo, nella quale, con un unico tratto su sfondo bianco, vengono delineati due volti che si intrecciano fra loro, simbolo di un’unità amorosa ritrovata e di un sostegno reciproco, di una fusione d’intenti e di un’intrecciarsi di anime che porta la bellezza di un sentimento condiviso in primo piano, di un mescolarsi di emozioni attraverso il quale ciascuna delle due parti sostiene l’altra e si ritrova pienamente nei gesti, negli atteggiamenti e nelle parole della controparte.
L’atmosfera con cui si apre la canzone è allo stesso tempo piuttosto soft, leggera, e piuttosto intensa, con poche note appena accennate, in modo dolce ed etereo, in modo sospeso nell’aere e intenso: la nostra cantautrice ci descrive subito le caratteristiche che possiede la controparte del rapporto, la quale è l’energia che è riuscita a dare forza alle gambe di Valentina, permettendole quindi di avanzare in mezzo alle difficoltà della vita e agli ostacoli che un rapporto amoroso può portare con sé.
Si intuisce da subito che la nostra autrice ci vuole parlare dell’energia che ha ricevuto dalla persona amata, con la quale ha trovato fin da subito delle affinità elettive che hanno portato il rapporto su di un livello superiore, più intenso e costruito su legami solidi e su intrecci impossibili da sciogliere proprio perché estremamente forti.
Questa energia inesauribile ha dato alla nostra Valentina anche la forza di alzarsi e correre, cosa che evidentemente prima non le riusciva completamente, proprio perché mancava una seconda metà del rapporto che potesse fungere da dinamo per scatenare una piena luminosità nella relazione e riuscisse in questo modo a indicare la via da percorrere, sostenendosi sulle proprie gambe, che prima risultavano stanche e appesantite.
Valentina percepisce chiaramente che la sua anima e quella della persona amata sono affini, hanno lo stesso colore, e che c’è bisogno di essere in due per affrontare appieno le difficoltà e gli ostacoli che la vita e l’amore pongono davanti: in due si combatte meglio, perché ci si sostiene a vicenda e perché si è trovata un’affinità che consente di avere una visione delle cose che appare simile e unitaria.
La vocalità della nostra interprete è in questo inizio di brano sinuosa, avvolgente, morbida e ammiccante, e riesce a conquistare da subito chi ascolta, perché è in grado di portarlo su mondi altri, di scatenare la sua capacità immaginativa e di farlo sognare.
A questo punto, la linea melodica di sottofondo si fa più robusta, e si può udire il suono di un piatto di una batteria, mentre Valentina afferma che la sua controparte ha cambiato il suo modo di vedere il mondo, la sua visione delle cose della vita, costruendole in questo modo un bene più profondo, qualcosa di duraturo nel tempo, con radici solide e ben piantate nel terreno.
L’ispessimento della linea melodica porta anche ad un irrobustirsi della voce della nostra cantautrice, che diviene più intensa e comunicativa, a tratti struggente, ma sempre viva e in grado di colpire le giuste corde del cuore.
Se l’altra persona sta al suo fianco, la nostra protagonista non va a fondo, non precipita in baratri pericolosi, riesce a trovare un forte linea di galleggiamento che le consente di restare in superficie senza annegare: adesso lei ha capito che le loro anime si assomigliano, e prende una sempre maggiore sicurezza da questo fatto.
Interessante è lo sfondo sul quale la vocalità intesse le proprie trame: si odono praticamente solo degli accenni di quello che appare essere un pianoforte, uniti a una sezione ritmica ridotta proprio all’essenziale, con dei battiti di cassa e dei suoni di piatti, elementi che comunque riescono a conferire una certa intensità all’atmosfera generale che permea il pezzo, perché a mio parere è proprio l’essenzialità l’elemento che più di tutti riesce a conferire un’anima sincera alla canzone, un’autenticità di fondo e una forza comunicativa molto potente.
Il brano poi prosegue con un ulteriore rafforzamento della linea melodica, che si fa maggiormente presente attraverso quelli che sembrano essere degli accenni di chitarra elettrica, che suonano poche e ben selezionate note, per dare ulteriore sostegno alla parte vocale: la nostra Valentina dice che dentro di sé sente ancora i brividi, brividi che hanno reso liberi i sentimenti più fragili, quasi che la loro esternazione abbia consentito alla nostra protagonista di liberarsi di un peso che la opprimeva, di lasciar andare libere le proprie fragilità, per togliersele di dosso e diventare in questo modo più forte.
La nostra cantautrice e la sua controparte amorosa vengono anche descritti come un cuore legato all’anima, come se i due motori del rapporto fossero un tutt’uno e si influenzassero a vicenda, come se quello che si prova con il cuore abbia subito dei riscontri anche sull’anima, in un legame forte e indissolubile che non può che giovare alla relazione.
Valentina aggiunge poi di provare le medesime emozioni del proprio partner, emozioni che sente scorrere come un fiume in piena, che nel suo percorso travolge tutto e non lascia prigionieri: lei non vuole assolutamente che queste emozioni vadano perse.
A questo punto, si nota un ulteriore ispessimento della linea vocale, che trascina la parte finale del verso, come introduzione a quello che appare essere il ritornello della canzone, con il quale abbiamo un’intensificazione della forza e della potenza vocale, che si fa allo stesso tempo ficcante e struggente, sinuosa ed energetica: la nostra cantautrice afferma che il proprio lui ha cambiato il suo modo di vedere il mondo, quasi ribadendo nuovamente quanto detto prima, con la conseguente costruzione di un bene più profondo, più intenso e radicato.
La voce, in questa sorta di ritornello, comincia anche a modularsi, a passare attraverso diversi toni e diverse tonalità anche all’interno del medesimo verso: Valentina ribadisce il fatto che se c’è il suo lui al suo fianco lei non va più a fondo, ma riesce ad affrontare tutto con una rinnovata sicurezza nei propri mezzi, essendo capace al contempo di risalire la china e di evitare i baratri nei quali le era capitato di finire.
Adesso lei è finalmente consapevole che loro due sono nati uguali, che sono stati creati dalle stesse mani e con gli stessi occhi: non hanno più voglia di stare male e di rovinare un equilibrio irrazionale di emozioni corteggiate, quasi che la parte dominante del rapporto non sia quella razionale, intellettiva, ma quella irrazionale, derivata dal cuore e dalle emozioni, in un equilibrio sospeso sopra di esse, ma non precario, costruito appunto sulla base di emozioni che quasi subiscono un metaforico corteggiamento, perché forse si ha un intenso bisogno di esse e della loro presenza, proprio per mantenere intatto quell’equilibrio che si è venuto a creare e dal quale non ci si vuole più distaccare, pur essendo esso prettamente irrazionale e non basato su principi razionali, ma solo sul cuore e le sue varie e variegate manifestazioni.
C’è una linfa vitale, quasi animale, che scorre dentro i due amanti e gli conferisce forza, arrivando dritta al cuore: viene utilizzata a questo punto l’immagine del cannone, quasi a simboleggiare la forza dirompente delle sensazioni estreme che scorrono dentro l’anima di Valentina e del suo amante e che costituiscono un nutrimento e un alimento per il cuore, che è assetato della loro presenza e le desidera ardentemente perché vuole assumere una forza sempre maggiore, un’importanza sempre più preponderante all’interno del rapporto, un rapporto che si potrebbe quasi definire un fragile equilibrio sopra la follia.
Dopo l’esplosione sonora che ha contraddistinto questa parte di canzone, con una linea melodica e ritmica maggiormente in evidenza, il brano pare prendersi una pausa, ritornando all’essenzialità iniziale, attraverso la quale la nostra cantautrice dice che adesso sa con certezza che l’anima del proprio amato è simile alla sua, e che quindi possono avvilupparsi e stringersi in un abbraccio infinito e intenso, in una comunione spirituale di intenti, nella quale ciascuno prende forza dall’altro, in una reciprocità che si dimostra fondativa del rapporto, che si rivela una base su cui costruire e costruire bene.
La nostra Valentina, a conclusione del brano, ripete per ben tre volte che l’anima del proprio amato assomiglia alla sua, e su questa ripetizione tutto sembra andare quasi in dissolvenza, quasi che la nostra cantautrice voglia sottolineare con molta forza che il fulcro di tutto quello che ha comunicato con la propria canzone è il fatto che ogni cosa si riduca ad una comunione di anime affini, che dalla loro somiglianza traggono nutrimento reciproco e linfa vitale, nutrimento e linfa che permettono al rapporto di reggersi sopra al proprio equilibrio irrazionale, fatto più di cuore che di intelletto.
Alla fine, ci resta un buon brano di matrice essenzialmente pop, che lascia molto spazio alla voce della nostra cantautrice, voce che questo spazio se lo merita tutto e se lo prende completamente.
Il beat di sottofondo è infatti estremamente essenziale, assumendo un po’ più di sostanza in quello che appare essere il ritornello, ma restando comunque in sottofondo e sotto traccia: sembra di sentire le note di un pianoforte, unite al suono della cassa e del piatto di una batteria e a qualche accenno di chitarra elettrica.
La canzone é ben suonata, ben prodotta e soprattutto ben cantata: la voce di Valentina si staglia limpida e profonda sullo sfondo delle note che fanno da lieve accompagnamento, dimostrando di essere a mio parere una delle più belle e ricche di sfumature del panorama italiano attuale, e l’accostamento con cantanti del calibro di Mina e Fiorella Mannoia non mi sembra azzardato per nulla.
Il brano con il suo testo infonde speranza, perché la nostra autrice dice di aver incontrato un’anima gemella che la completa, che la salva dalle sue cadute, che le impedisce di cadere in qualsiasi baratro, che riempie di significato la sua vita: si parla alla fine di due anime affini, che si somigliano e si integrano perfettamente, di un intreccio di sentimenti profondi che vanno oltre il razionale, in un pazzo equilibrio sopra la follia.
Non nascondo che la voce di Valentina mi è sempre piaciuta, fin dal primo brano che ho avuto modo di ascoltare: ha un timbro e una tonalità eccezionali, unite ad una versatilità fuori dal comune.
E’ proprio la voce adatta per cantare dell’amore, in tutte le sue sfumature e sfaccettature: non ha paura di farlo, anche se deve a volte toccare dei tasti dolorosi, che fanno male, ma che, una volta esternati, liberano l’anima dal peso che grava su di lei e rendono più liberi di amare e di esternare i propri sentimenti più profondi.
Quando so che devo recensire una sua canzone, devo ammettere che mi emoziono un po’, perché la sua vocalità riesce a tirare fuori dal mio cuore e dalla mia anima sensazioni ed emozioni belle e profonde: si tratta di un grande talento, che, con la voce che possiede, potrebbe cantare qualsiasi tipo di canzone.
Vediamo se in futuro proverà a cimentarsi con altri generi, magari con il soul o con il rock: sono curioso di vedere se le sue interpretazioni si evolveranno in questo senso, e sono altresì convinto che resteranno magistrali anche nell’affrontare stili diversi.
Non posso quindi che complimentarmi con Valentina, dicendole che, se vuole, può provare a cantare anche generi diversi di musica, per mettere in gioco il suo enorme talento e le sue infinite potenzialità.
Il rischio è quello di fare come Giorgia, che possiede un grande strumento vocale, che utilizza però solo per cantare canzonette, quando potrebbe tranquillamente cantare di tutto.
Lungi da me comunque il dire che le canzoni di Valentina che mi sono trovato a recensire siano di poco conto, perché comunque possiedono tutte un significato profondo e danno un messaggio molto spesso positivo e corroborante.
Dico quindi grazie alla nostra interprete, perché mi offre sempre dei saggi di abilità canora che mi colpiscono nel profondo, delle oasi di bel canto in mezzo a deserti interpretativi, dei momenti di autentico piacere e di gusto per le cose belle.
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