Un’interessante intervista con un artista torinese, Gianpaolo Pace, già reduce dal successo di “Esclusi i presenti”, torna a parlare del suo nuovo brano cantato con Lorenzo Santangelo, “Non in nome mio” e ci svela anche qualcosa in più su di sé. Trovate la sua musica su tutti i Digital Store e nelle nostre playlist. Continuate a seguirci e condividere tutto ciò che riguarda i nostri artisti.
Ciao Gianpaolo, eccoti nuovamente qui a parlare di un altro singolo, a distanza di pochi mesi. Anche questo è un bel brano, diverso dal precedente ma anch’esso con un grande significato.
Presentati per quelli che ancora non ti conoscono, magari aggiungendo qualcosa che ancora non hai detto.
Sono Gianpaolo Pace, vivo da sempre in un paese nella provincia di Torino e vivo letteralmente per l’arte, che ho avuto modo di conoscere sotto diversi aspetti. Al di là del cantautorato, sono anche attore e doppiatore e nessuna di queste cose esisterebbe senza l’altra. Suono diversi strumenti musicali e scrivo da che ho memoria. Tant’è che, da piccolo, avevo una piccola tastierina con la quale “componevo” brani di musica classica. O almeno ne ero convinto, ecco. E ne ero così convinto che facevo sedere i miei genitori affinché ascoltassero le mie “opere”. Ricordo che si distraevano facilmente. Insomma, non ero esattamente Mozart. Questa è una cosa che non ho mai detto, ad esempio.
– Questo brano è stato scritto ed interpretato con Lorenzo Santangelo, com’è nata la collaborazione?
Ho conosciuto Lorenzo grazie all’amica di una mia amica che ha sentito un mio concerto a Torino. Era assolutamente convinta che il mio modo di scrivere fosse simile a quello di un altro suo amico cantautore. Così ha convinto entrambi del fatto che ci saremmo dovuti conoscere. Per cui ci siamo scambiati i contatti e i nostri più recenti lavori: è stato amore a primo ascolto, per entrambi. A quel punto Lorenzo mi ha chiesto di mandargli qualche idea, in modo da cominciare a scrivere insieme qualcosa. Dopo i primi messaggi con accordi, parti di testo e melodie vocali, mi sono reso conto che era una pratica un po’ scomoda, per cui gli ho chiesto di vederci. È stato lì che ho scoperto che lui viveva in Australia! Ma questa è tutta un’altra storia. L’impresa di scrivere un primo brano, comunque, è perfettamente riuscita. A quel punto ne abbiamo scritto un secondo… e poi Lorenzo è tornato in Italia e, da lì, non ci siamo più fermati. Una cosa che ci teniamo entrambi sempre a dire è che il nostro rapporto così stretto è nato prima per una questione di stima artistica, che di amicizia. Dopodiché siamo diventati inseparabili, ovviamente. Averlo nella mia vita è un privilegio sotto molti punti di vista. Parlando di questo brano in particolare, si tratta del frutto (secondo noi ben riuscito), di una delle tante sessioni di scrittura che ci concediamo in aperta campagna dopo un pranzo come si deve.
⁃ Come descriveresti la tua musica?
Credo che sia la perfetta espressione di quello che sento in un determinato periodo della vita. E, all’interno del verbo “sento”, ci confluisce non solo quello che provo dentro, ma anche proprio quello che ascolto alla radio. Credo che sia per questo che non mi sono mai legato a tematiche o a generi in particolare. Per cui, quando riascolto qualche vecchia canzone, mi ritorna perfettamente in mente quello che era il mio stato d’animo e la sua collocazione temporale.
⁃ Il tuo brano si intitola “Non in nome mio”; raccontaci qualcosa, com’è nato, di cosa parla…
È un brano sulla guerra, che nasce a seguito della visione di uno speciale al telegiornale. Io non sono uno che guarda la televisione, ma era un pranzo domenicale dai miei genitori. E lì è sempre accesa. Lo speciale era interessante, basato sulle foto realizzate da un importante fotografo, direttamente sui campi di guerra in Siria. Non ne ricordo nemmeno il nome, per quanto fossi scioccato dalle immagini. Ho smesso di mangiare, per intenderci e, tornando a casa, mi sono messo subito a scrivere. Però non avevo voglia di parlare di quella guerra o di quelle foto in particolare. Avevo l’esigenza di parlare delle guerre più in generale. Di tutte. Specie di quelle lontane da noi che, dunque, sono per noi poco interessanti, poco preoccupanti. Di quello che capita fuori dalle nostre mura, di norma, non ci frega niente. Se siamo particolarmente sensibili ci preoccupiamo dei vicini. Per tutti gli altri, ci saranno altri vicini. Ci sono guerre dimenticate (o quasi) in Medio Oriente, ma anche in Africa, per esempio. Era una cosa che sentivo forte e avevo piacere che partecipasse anche Lorenzo, perché conosco la sua sensibilità su questo e altri argomenti.
⁃ Scrivi la frase più significativa di questo brano, traducila e se ti va spiegaci il significato
È molto complesso scegliere una sola frase. Ognuna è stata scritta veramente con cura e permetterebbe di discuterne a lungo. In ogni caso, dico questa: “Ho visto uomini piangere i morti purché restino lontani ed odiare quegli altri risorti perché ormai troppo vicini, scappino da lì a patto che non vengano a bussare proprio qui”. L’ho scelta perché parla solo indirettamente della guerra, ma è un argomento che mi sta veramente molto a cuore. Sinceramente non riesco proprio a sopportare quelle persone che si commuovono per il fenomeno della migrazione solo quando vedono la foto di un povero bambino steso senza vita su una spiaggia. E richiamo questa immagine solo perché, per i numeri, ci si inquieta sempre meno. Ci abbiamo fatto talmente tanto l’abitudine che, se ne muoiono in mare 10 o 100, l’indifferenza è quasi la stessa. Mi piacerebbe che ci si commuovesse anche per quelli che ce la fanno, per la bellezza che si nasconde nella speranza di una vita migliore, anzi possibile. Sarebbe bello che chi ha di più avesse la gioia di condividere e non la paura di perderne un piccolo pezzo.
– Non sei più giovanissimo, che risultati vorresti ottenere dalla musica?
A venti anni ero giovane, ma scrivevo canzoni pessime. Io mi sono affacciato alla musica solo dopo l’essermi riconosciuto una certa maturità. Non ho mai sognato il successo universale, anzi mi spaventa. Mi piacerebbe poter condividere maggiormente, ecco. Mi piacerebbe che la mia musica arrivasse abbastanza lontano da potermi permettere di discuterne con perfetti sconosciuti che hanno vissuto, anche solo in parte, certe emozioni che io metto sopra gli accordi. La condivisione porta sempre alla crescita. E quindi anche ad altre canzoni.
⁃ Dove ti immagini o dove speri di essere tra 5 anni?
Non riesco a immaginare un luogo o una condizione particolare. Però sicuramente mi piacerebbe essere molto più spesso in giro a suonare, questo sì. La dimensione live mi fa sentire a casa ovunque io sia.
⁃ Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho pronto un singolo per l’autunno. Una canzone alla quale tengo molto, che parla della gioventù di quelli che, come dicevi tu, non sono più giovanissimi come me. Un po’ nostalgica, un po’ ironica. Però è sicuramente autentica. C’è uno sguardo al modo di vivere di allora e uno a quello di adesso, ma senza condannarlo.
⁃ Come vedi la possibilità di creare brani per altri artisti, magari, come autore?
E perché no?! Anzi, io le mie canzoni le canto solo perché nessuno è disposto a farlo! Scherzi a parte, assolutamente sì. Già collaborando con altri artisti ho scoperto quanto è bello sentire le proprie parole cantate da qualcun altro. Ti permette di avere una visuale su interpretazioni alle quali non avevi nemmeno pensato. Una cosa molto interessante.
⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Mi piacerebbe, più che altro, fare una dedica. Vorrei dedicare “Non in nome mio” alle persone che hanno una scelta. Mi piacerebbe che si ricordassero (anzi, che ci ricordassimo) che c’è gente, vicina o lontana che sia, che questo privilegio lo perde per strada. E altri ancora che non ce l’hanno già dalla nascita. A queste persone (fra le quali ci sono anche io, ovviamente) voglio augurare di averne memoria e rivelare loro che un tavolo più grande è molto più divertente di un muro più alto.
Spotify Gianpaolo Pace
Spotify Radio
Contatti Social Gianpaolo Pace
Instagram
Facebook
YouTube
Spotify
Label
PaKo Music Records
Press
Music and Media Press