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L’intervista di oggi è a un artista che abbiamo già conosciuto qualche mese fa, abbiamo il piacere di ospitare nuovamente Claudio Cirimele. Un cantautore sanremese che oggi ci parlerà di sé, della sua musica e del suo brano che purtroppo racconta di una situazione che sembra non conoscere una fine.

Ciao Claudio, è sempre un piacere parlare con te.
Raccontati brevemente per coloro che ancora non ti conoscono, e che invitiamo ad andare a visionare la tua precedente video intervista…

Parliamo subito del tuo inedito “Italia Mia”, come dicevo è ancora molto attuale, purtroppo questa situazione sembra non finire mai. Raccontaci un po’ della canzone e poi volevo sapere il tuo pensiero riguardo a quello che sta accadendo.
“Italia mia” è un brano scritto di pancia, venuto fuori durante il primo lockdown. Inizialmente ho subito molto quel periodo, ero preoccupato e i pensieri negativi mi avevano allontanato anche dalla musica; poi un pomeriggio ho sentito il bisogno di tirare fuori quello che stavo rimuginando in quelle settimane. “Italia mia” vuole essere un’esortazione a non mollare, un incoraggiamento a tutti noi per uscire da questa crisi meglio di prima.
Questo è un periodo decisamente strano, si sentono tante cose, con tutte le fonti di informazioni più o meno ufficiali che abbiamo oggi, essere in confusione penso sia il minimo che possa succedere. Credo che al di là dei numeri e delle statistiche oggi più che mai dobbiamo rimanere legati a valori che forse ultimamente abbiamo molto trascurato, come la solidarietà, la tolleranza e il rispetto. Più saremo uniti in questa cosa rispettando ciò che ci viene detto di fare, prima usciremo da questa situazione.

 

⁃ Oltre ai tre inediti, vedo che ti diverti molto a realizzare delle cover, l’ultima è “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Come hai deciso di interpretare anche delle cover? In che modo scegli le cover da cantare e quindi da personalizzare?
Sì amo molto la musica leggera italiana e ogni tanto mi diverto a reintepretare i grandi classici con una nuova veste senza stravolgere la melodia. La scelta in realtà è un po’ casuale, ma le cover in cui mi diverto di più sono quelle in cui l’originale ha una voce completamente diversa dalla mia, come appunto Alan Sorrenti in “Figli delle stelle”.

 

⁃ Nell’album che stai preparando, e spero uscirà tra non molto, inserirai anche delle cover o saranno solo degli inediti scritti da te?
No nel nuovo album saranno solo inediti. Le cover le faccio per divertirmi e per riempire un po’ gli “spazi vuoti” durante la realizzazione dei nuovi brani.

⁃ Di te sappiamo che in passato hai partecipato a festival conosciuti, come Viña del Mar e che hai avuto dei contatti e contratti importanti. Volevo sapere, hai dei rimpianti o dei rimorsi di quegli anni? Senti di aver sbagliato in qualcosa o rifaresti esattamente tutto quanto così?
Sono felice della vita che ho, ma mentirei se dicessi di non avere rimpianti. Vina del mar è stata una grande occasione, che non a tutti capita, forse è stata fin troppo grande, non ce l’aspettavamo e quindi purtroppo degli errori sono stati fatti. Oggi col senno di poi avrei agito diversamente, ma chi può dirlo? Magari anche con scelte diverse sarebbe andata allo stesso modo, si vede che in quel momento non era destino. Quello che conta è che adesso sono di nuovo qui con tanta voglia di fare musica.

⁃ In passato hai collaborato anche con altri autori, come appunto il brano che ha vinto il Festival Viña del Mar, canteresti ancora brani scritti da altri artisti?
Io nasco come interprete ma mi è sempre piaciuto anche scrivere canzoni, infatti a due Festival partecipai con brani di cui ero autore oltre che interprete. Canterei ancora brani di altri autori come scriverei canzoni per altri interpreti. La musica mi piace tutta in ogni sua forma quindi non mi metto vincoli.


⁃ Ora andrei un po’ più nel privato ma senza esagerare.
Definisciti come artista e come uomo usando una parola o se è troppo complicato con una frase.
Questa è difficile.. userò due parole onesto e appassionato.

⁃ Hai dei figli, giusto? Cosa pensano i tuoi figli della tua musica? Seguiranno le orme di papà o faranno altro nella vita?
Si ho un figlio, Federico, anche lui da un paio d’anni si sta appassionando alla musica, se ne vorrà fare la sua vita non lo so, sta portando avanti più strade e io non voglio condizionarlo né in un verso né nell’altro, l’importante è che sia contento e soddisfatto lui. Nel frattempo ci divertiamo a suonare insieme o fare video. Cosa pensa della mia musica ho paura a chiederglielo! 🙂

⁃ Immagina di fare un album, magari un vinile, chi metteresti nei ringraziamenti e cosa scriveresti?
Beh ringrazierei tutti quelli che hanno contribuito al disco, quelli che mi hanno sostenuto prima e dopo e poi le persone a me vicine che hanno creduto in me dal primo giorno, in particolare mio figlio e Gaia, la mia fidanzata.

⁃ Hai una persona in particolare che ti sostiene maggiormente nella tua “follia” artistica? (Scrivo follia ma naturalmente è in senso buono)
“Follia” è azzeccatissimo! Beh mio figlio Federico come ho già detto prima, e poi sicuramente Gaia, lei è la mia promoter e la mia sostenitrice numero uno. Sono parecchio imbranato con social e digitale, non ci fosse lei sarei perso! (anche adesso sta scrivendo lei per me ;-))

⁃ Vivere facendo arte è davvero difficile, tu riesci occupandoti solo di musica o hai un secondo lavoro?
No ho un secondo lavoro. Come ho già detto altre volte questa è una “follia” recente, per molto tempo la musica era dovuta uscire dalla mia vita, almeno ufficialmente, però mi piacerebbe un giorno riuscire a vivere di questo.


⁃ Siamo arrivati a fine intervista, e penso di averti chiesto tutto, spero non siano domande troppo scontate e banali.
Questa è l’ultima domanda e la lascio sempre a scelta, quindi…
C’è qualcosa che ho dimenticato, ma avresti voluto ti chiedessi? Hai la libertà di farti una domanda e risponderti.
⁃ Mi chiederei perché è importante per me la musica.
Rispondo che uso la musica per esprimere aspetti di me che diversamente non riuscirei a far emergere. Quando scrivo escono sentimenti e pensieri che io stesso non conosco, che rimangono lì nel calderone e poi la musica me li tira fuori, mi piace questo riscoprirmi ogni volta e mi fa stare bene. Spero che questo passi anche a chi mi ascolta.

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