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Abbiamo il piacere di intervistare un artista molto interessante, Andy Warrior, ci racconta come da una conversazione, in un film, di un mostro della musica internazionale sia nato il suo brano “Groove”, presente su tutti i Digital Store. Sostenete la musica e chi la crea, condividendo le notizie dei nostri artisti.

Ciao Andy, benvenuto sul nostro magazine, e complimenti per questo lavoro, davvero molto carino, diverso da ciò che si sente solitamente.
Raccontaci qualcosa di te, chi è Andy Warrior?
Andy Warrior è il mio nome d’arte , il vero è Andrea Paone. Sono una persona che suona per hobby, non vivo di musica. Ho avuto la fortuna di togliermi molte soddisfazioni però in ambito musicale, prima con Il Management del dolore post-operatorio e dopo con i Voina. Siamo tutti amici e viviamo ancora a Lanciano (CH). Il progetto Andy Warrior è totalmente auto-prodotto, senza etichetta discografica, agenzia stampa, manager etc. Cosi’ posso fare quello che voglio. Scrivo musica quando ho voglia e suono quello che mi piace al momento. Ho voglia di suonare Funky scrivo una canzone funky, ho voglia di suonare rock scrivo una canzone rock, voglio fermarmi qualche anno, mi fermo.  Amo questo. 

⁃ Come ti sei approcciato al mondo della musica?
Tardi, a 18 anni. Ero con i miei amici al mare e leggemmo un volantino con scritto “ISCRIZIONI ROCK BAND” per suonare in Piazza nella nostra città. Presi il telefono, composi il numero e senza aver mai preso uno strumento in mano  iscrissi la band i “Fruit Joy”. Nessuno di noi aveva mai suonato uno strumento a parte il chitarrista che però per pareggiare il livello si mise alla batteria, io avevo un basso di mio padre a casa e quindi mi misi al basso. Ci impegnammo e una settimana dopo salimmo su quel palco.

Ci piacque talmente tanto che continuammo a suonare e ad oggi lo facciamo ancora tutti. 

⁃ Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Ce ne sono tanti, ma musicalmente mi ha influenzato un gruppo punk Francese che si chiamava Asyl. Poi posso citare: Gang Of Four, Prince, James Brown, Joy Division, Grand Funk Railroad, Massimo Vanoni.

⁃ Il tuo brano “Groove”,  com’è nato? Raccontaci qualcosa….
C’è un film che adoro che si chiama “Get on up” ed è la storia di James Brown, se non l’avete visto consiglio di vederlo. Lì una giornalista chiede a James “di preciso cos’è il groove?” E lui risponde “il groove è un’emozione: Il groove è solido, non si sposta. E’ il cuore che batte e muove ogni cosa dentro di te. Forte, fortissimo”. La giornalista ribatte “potrebbe definirlo con precisione? e James risponde “L’ho appena fatto”. Ecco, il brano è ispirato a questa conversazione. In fase di realizzazione invece è stato registrato e lasciato tutto alla prima take. La voce, i riff etc quello che mi piaceva lasciavo, senza correzioni. Cosi’ il brano è uscito più spontaneo.

⁃ Scrivi la frase più significativa del brano e se ti va spiegaci il significato
“E’ il groove che ti porti dentro, vodoo” è anche l’unica ahah. Significa che il groove lo abbiamo dentro, è come se siamo posseduti e per questo la parola finale vodoo.

⁃ Cosa vorresti ottenere da questo brano?
Rispondo ora che il brano è già uscito. Credevo fosse un flop, un brano strumentale con soli e con la stessa frase ripetuta sempre non piacerà a nessuno. Invece ha ricevuto recensioni super positive da parte di tutti gli addetti ai lavori ed anche a livello di visualizzazioni è andato fortissimo per essere un autoproduzione. Sono già soddisfatto cosi’. 

⁃ Progetti futuri?
Continuerò a suonare per tutta la vita. Ogni tanto quando avrò voglia pubblicherò qualche brano. Il prossimo brano che penso uscirà in autunno-inverno e sarà post-punk. 


⁃ Cosa pensi serva oggi per fare successo?
Bisogna essere bravi nel Marketing e investire molto denaro. Puoi scrivere la canzone più bella del mondo, ma se non l’ascolta nessuno? Per farla ascoltare serve promozione, per fare promozione servono i soldi. Il marketing, l’immagine, conta più della musica stessa.

⁃ Riuscire ad affermarsi oggi è complicato, ma soprattutto la cosa difficile è mantenere il successo che, magari, si ottiene con un brano. Cosa ne pensi tu?
Si, affermarsi e soprattutto mantenere il successo è davvero difficile oggi. C’è troppa confusione, escono migliaia di canzoni al giorno, ci sono troppi social. Puoi fare una hit ed essere dimenticato del tutto nel giro di un paio di anni.

⁃ Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Dove registri i tuoi brani, fai tutto da solo?
Registro sempre a casa, non vado in studi prestigiosi o costosi. Mi aiuta sempre qualche amico che varia di volta in volta. In questo caso specifico mi hanno aiutato Mattia De Iure (Voina) e Marco Di Nardo (Management).

Grazie a arrivederci.

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