Ecco una nuova recensione scritta da Massimo Comi, come sempre molto disponibile a raccontarci la sua visione dei brani, oggi ci parla dell’ultimo singolo di Emiliano Melcarne “IL SOUND NELLA TESTA”, un pezzo molto estivo e sensuale. Imperdibile il videoclip.
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Una canzone fresca, genuina, estiva, tutta da ballare: questo è quello che ci propone Emiliano Melcarne, con un brano che è destinato a conquistarsi un posto di rilievo all’interno di gran parte dei dancefloor nostrani, con il suo ritmo “catcy”, che ti prende fin dalla prima nota e ti cattura fino alla fine del pezzo.
Abbiamo una canzone in qualche modo nostalgica, perché parla di un amore estivo nato in brevissimo tempo e poi finito quando l’altra persona è partita: la struttura complessiva è quella classica “strofe-ritornello” e, se nelle prime il nostro cantautore sembra un po’ trattenersi per raccontare quasi sottovoce una storia, nel secondo fa esplodere tutta la potenza che si ritrova nell’ugola, per dare voce ad un sentimento mai spento, ad un suono che gira ancora nella testa, in ricordo dei bei momenti trascorsi a ballare e a conoscersi sulla pista della discoteca.
Il beat di sottofondo è tipicamente elettro-pop, fatto quindi da suoni elettronici, posati su una struttura pop classica: l’insieme delle due parti risulta armonico e affascinante, con la voce del nostro Emiliano che ad un certo punto prende il sopravvento, esprimendosi in tutta la sua eplosività e forza, per raccontare un sentimento del quale vale sempre la pena di parlare, perché è la forza motrice del mondo, che gli permette di funzionare correttamente e di auto regolarsi e impostarsi sulle giuste frequenze.
Il brano viene introdotto da un beat, se così possiamo definirlo, “latineggiante”, che ricorda quello di alcuni tormentoni estivi, che hanno fatto furore per una stagione e che poi sono spariti dalle rotazioni radio: speriamo invece che il tormentone di Emiliano sia destinato a durare nel tempo, senza appassirsi nel giro di soli tre mesi, ma restando impresso nella mente degli ascoltatori per molto tempo, anche se parla di un’avventura tipicamente estiva.
L’intro dura diversi secondi, una ventina circa, prima che il nostro autore inizi con la propria narrazione: vengono utilizzate dal principio immagini naturali molto evocative, perché si afferma che il cielo parla al nostro protagonista della ragazza conosciuta in estate e dei suoi begli occhi, con il sole che splende come lei splendeva davanti a lui; tutto ciò fa entrare il nostro Emiliano nell’ottica dei propri ricordi, perché purtroppo lei non è più lì vicino a lui, e quindi lui si deve affidare a ciò che gli è rimasto nella mente e alle fotografie mentali che ha scattato quando era in compagnia della ragazza.
A questo punto, il beat diviene ancora più sincopato, strizzando l’occhio alla musica latina: su di esso si installa la voce di Emiliano, che conta fino a tre prima di arrivare a dire in rima che vorrebbe che la sua lei fosse presente, con un conteggio che poi viene fatto in lingua spagnola, per rendere il tormentone ancora più tormentone, parlando classicamente di una “fiesta” che dura “toda la noche”: lei gli fa venire voglia di ballare, di passare un’estate intera in discoteca, appellandosi alla propria lei con il nomignolo di “baby”, sulla scia di quanto detto precedentemente, espletando così tutto il linguaggio tipico delle canzoni che strizzano l’occhio all’esotismo, ad un immaginario latino e straniero che cattura perchè incuriosisce e stuzzica.
La ritmica e la voce si fanno poi più ovattate, se così si può dire, ripetendo come un mantra il titolo del brano, un sound che non riesce ad uscire dalla testa e che ricorda i momenti felici trascorsi con una ragazza: dopo questa leggera sospensione, si ha un ispessimento sia dell’elemento sonoro che di quello vocale, con il nostro Emiliano che ci dice che vorrebbe vedere la sua lei ballare nel luogo in cui lui si trova, senza capire niente e cantando a squarciagola.
Il ballo deve essere qualcosa che unisce due persone su questo pianeta, per creare un mondo migliore, perché appartenente solo a loro due: dopo questi versi cantati a viva voce, c’è un’ulteriore breve pausa nel beat, nella quale il nostro cantautore emette dei respiri molto profondi, forse per simboleggiare la fatica ma anche il piacere di aver ballato una notte intera.
I due protagonisti del brano sono ubriachi di vita selvaggia, senza aver bevuto nulla, essendo sballati dal sentimento profondo che li ha uniti sulla pista da ballo: qui il beat di sottofondo si fa veramente essenziale, con una serie di battiti isolati fra loro, quasi che ci fosse una batteria suonata nel modo più semplice possibile.
Il nostro autore dice poi che il cielo ha iniziato a parlare più forte, ma che la sua lei non l’ha mai fatto con lui, evidentemente perché non ha mai manifestato chiaramente e con forza i sentimenti che provava per lui: se anche il cielo parla, perché lei non l’ha fatto?
Ricomincia poi il beat sincopato e latino, con il conteggio fino a tre, per affermare che lei in realtà voleva averlo lì con sé: il conteggio poi viene eseguito stavolta in lingua inglese, con l’invito “let’s dance tonight”, cioè di ballare tutta la notte.
Tutto questo fa venire voglia ad Emiliano di cantare, di parlare di un’estate in discoteca con la sua “baby”: il beat e il cantato prendono di nuovo vigore, per affermare che il nostro protagonista vorrebbe vedere la propria lei ballare nel luogo in cui lui si trova, senza capire niente, disattivando i sensi, e cantando con tutta la voce che ha in corpo.
L’invito è poi quello di ballare insieme sul pianeta Terra, o comunque sul piccolo pianeta rappresentato e racchiuso nelle loro due anime, perché questo piccolo pianeta sarà sicuramente un mondo migliore.
Il tutto si fa poi più ovattato, con il titolo della canzone di nuovo ripetuto come un mantra, come qualcosa che non può e non deve uscire dalla testa delle nostre due anime gemelle: il sound nella testa viene anche cantato, quasi urlato, in sovrapposizione all’espressione ovattata dei sentimenti e del proprio sentire.
Quest’urlo viene trascinato e prolungato tramite dei vocalizzi da parte di Emiliano, che sembra godersi appieno questo momento, con un “uuuuuuu” finale, che esprime tutta la voglia di assaporare ogni attimo e ogni momento, di godersi tutto ciò che di bello si può trarre da questa relazione che toglie il sonno, con il proprio sound che rimbalza nella testa.
Si arriva poi alla ripetizione di quello che pare essere il concetto principale, il fatto cioè che Emiliano desidererebbe vedere la propria lei ballare nel posto in cui lui si trova, senza capire niente, ma cantando con tutte le proprie forze: l’invito è quello di ballare insieme sul nostro Pianeta, per renderlo un mondo migliore.
A questo punto, poi, abbiamo una serie di vocalizzi e modulazioni, attraverso le quali il nostro cantautore sembra lasciarsi completamente andare, per godere appieno dei ricordi e di ciò che gli ha lasciato in eredità la relazione di un’estate.
La canzone termina poi in modo netto e chiaro, con un “flash” di tastiere passate al sintetizzatore, che creano un effetto spaziale allargato e contribuiscono ad estendere i margini della canzone, con un effetto di improvvisa dissolvenza, che crea un progressivo quanto drastico “spegnimento” della canzone e delle sue note, oltreché dei vocalizzi e delle modulazioni vocali.
E’ come se una nuvola di vapore si sia diffusa e sparsa all’interno dello spazio-canzone, ammantando di vaporose goccioline tutto quello che la circonda e tutto quello che può abbracciare con la propria estensione.
Alla fine, ci resta un buon brano elettro-pop, destinato a far ballare a lungo le persone in questa torrida estate: la produzione è buona, perché il sound e il beat di fondo sono puliti e ordinati, con un cantato che prima si fa quasi flebile, per poi esplodere in tutta la propria forza nel momento in cui Emiliano esprime i propri sogni e i propri desideri.
Sono curioso di vedere se questo brano avrà vita lunga, estendendosi anche al di fuori dell’estate, la stagione dei tormentoni per eccellenza, perché ha suoni e ritmi freschi, energizzanti e carichi di quella giusta dose di sfrontatezza che serve per restare impressi nella mente degli ascoltatori.
Emiliano deve aver ulteriormente lavorato sulla propria vocalità, perché si esprime anche con svariati vocalizzi e molteplici modulazioni, artifici che contribuiscono a rendere varia la forma canzone che lui ci offre, con una proposta vocale e canora interessante e intelligente.
Il nostro cantautore sa essere sia trascinante che riflessivo, sia stentoreo che emotivo, sia pacato che sfrontato, un mix di caratteristiche che lo rendono una particolarità nel panorama cantautorale italiano del momento: spero che prosegua su questa strada, alternando all’interno dello stesso brano vari momenti diversi, ognuno in grado di offrire il proprio contributo e di formare un’idea complessiva di canzone nella mente e nel cuore di chi ascolta.
Emiliano compone un piccolo puzzle, che, se viene completato, rivela tutte le sue capacità cantautoriali e di scrittura, che sono a mio parere molto sviluppate ed efficaci e che possono sicuramente essere ancora migliorate ed incrementate, perché non si smette mai di apprendere, soprattutto nel mondo della musica, nel quale, se un cantautore non riesce a proporre qualcosa di sempre fresco e nuovo, è destinato ad essere rapidamente dimenticato.
Sono sicuro che questo non sarà il destino di Emiliano, perché sa essere intimista quando serve e sa al contempo raccontare storie in modo valido e convincente quando se ne presenta l’occasione.
Siamo in presenza di un narratore efficace, a cui bisogna rendere merito, con la speranza e la fiducia nel fatto che possa migliorare ulteriormente, per raggiungere uno status importante nel mondo della musica italiana, che mai come ora ha bisogno di talenti veri e non di meteore che spariscono nel giro di una stagione: mi sembra che il nostro cantautore non manchi di progettualità, oltreché di fantasia e creatività, elementi essenziali per emergere e per diventare qualcuno nel panorama musicale odierno.
L’invito è quindi quello di proseguire su questa strada, senza trasformazioni radicali, ma con un miglioramento costante e decisivo: sentiremo parlare ancora di Emiliano, ne sono sicuro.