LUCA SAMMARTINO TORNA CON IL SUO NUOVO BRANO “WHAT A SHAME MARY JANE”
E OGGI SI RACCONTA CON QUESTA PIACEVOLE CHIACCHIERATA.
Ciao Luca, felici di ritrovarti, è passato circa un annetto da quando ci siamo conosciuti su queste pagine. Iniziamo presentandoti brevemente ai nostri lettori. Raccontaci qualcosa sulla tua storia artistica e chi è Luca Sammartino?
Ciao, piacere di essere di nuovo con voi! Luca Sammartino è un ragazzo di Lodi a cui piace la musica suonata, pensata per avere come fine quello della condivisione e del live e possibilmente con una buona dose di chitarre. Nasco musicalmente come batterista per poi passare al ruolo di frontman per poter scrivere e cantare le mie canzoni. Dopo anni ed esperienze con una band pop punk ho deciso di dar vita al mio progetto solista nel 2017 per lanciare il mio singolo benefico Blu, seguito da Che sberla!, Farina del mio sacco ed ora What a shame Mary Jane.
- Quali differenze ci sono tra Luca persona, Luca artista e Luca di 0371musicpress?
Quando ho gli occhiali normali sono Luca di 0371 Music Press, quando ho quelli da sole sono Luca che fa rock ’n’ roll, quando non li ho sono semplicemente Luca. Siamo la stessa persona in contesti diversi. Luca di 0371 Music Press probabilmente lo trovi al pc o al telefono o in giro a promuovere musica e a cercare nuove collaborazioni per rendere la musica indipendente un posto migliore. Luca artista lo trovi con la chitarra in mano a scrivere, in studio, in sala prove e sul palco coi Fenomeni, sui social a fare contenuti per raccontare il viaggio dei musicisti per coronare i loro sogni. Poi mi piace staccare e prendermi dei momenti dove torno il solito ragazzo timido che sta sul divano a tifare Ferrari, in giro a camminare o in bicicletta o al bar con gli amici di sempre quando torna in Molise. - Anche tu sei un ragazzo con mille interessi, come mai oltre ad essere un artista, hai scelto di occuparti anche di altri artisti?
Credo nella coesione e nella condivisione di intenti e di obiettivi. Ho sempre odiato quei contesti, come la scena musicale di Lodi, la mia città, in cui spesso fino a qualche anno fa ognuno coltivava il proprio orto e si faceva la guerra per le briciole. Per questo insieme a Fapo, amico, mentore e batterista, abbiamo deciso di fondare 0371 Music e metterci al servizio degli altri. Come si dice: la felicità è tale solo quando condivisa.
- Ora veniamo alla tua musica… Il tuo ultimo singolo intitolato “What a Shame Mary Jane” vuoi parlarci di questo brano? Com’è nato e di cosa parla?
Anche questa volta l’idea è nata dal titolo: girovagando a caso su YouTube ho trovato il canale di una ragazza italiana che vive a New York, What a shame Mary Jane appunto, che racconta di viaggi e della cultura italiana ed americana. Ho pensato che fosse bellissimo per una canzone (mi ricorda anche ad un verso di Jesus Of Suburbia dei Green Day ed ho scoperto che era anche uno dei possibili titoli di una canzone dei Beatles, poi titolata diversamente). Fin da subito la melodia del ritornello ha iniziato a cantarmi in testa e qualche mese ho preso la chitarra ed il brano è uscito praticamente in 5 minuti, in maniera molto naturale: ho pensato che fosse un ottimo segno, ci abbiamo lavorato con i Fenomeni ed eccoci qua. In senso metaforico ho voluto esprimere il rapporto con depressione, solitudine e momenti particolarmente difficili che capita di vivere. Emozioni e situazioni che arrivano, si radicano, illudono che tutto vada bene e ci lasciano lì da soli, nel bel mezzo della festa, con l’assurda speranza che ritornino. Come un amore non ricambiato, l’effetto di una di una medicina, di una droga o la semplice sensazione di solitudine che si prova alla fine di un viaggio: emozioni che si radicano in noi fino a diventarne dipendenti. Questa è What a shame Mary Jane. - “What a Shame Mary Jane” è un brano sempre stile rock, un bel sound. Deduco che anche tu, seppur giovane, sei un amante della vera musica, intendo la musica che si suona… cosa ne pensi della musica di oggi?
Credo che si sia persa (e fortunatamente si stia ritrovando!) la dimensione di condivisione e fruizione della musica come scambio di emozioni e momento di incontro ed unione delle persone, frutto del mainstream che detta comunque legge ed abitudini del pubblico. Vedo la musica di oggi come un all you can eat in cui veniamo ingozzati continuamente di artisti. Ciò ha portato a sfruttarli, renderli usa e getta e alla comparsa di tanti pseudo-guru fenomenali che approfittano dei sogni dei musicisti, soprattutto indipendenti, per pagarsi le bollette mentre ci raccontano la favoletta del “so come fare per farti vivere di musica”, spesso senza avere le competenze per farlo. Ecco, metaforicamente sono più per la lasagna della nonna: anche se la dimentichi in frigo resta buona lo stesso, con tutti i valori della “vecchia scuola” che ti regalano emozioni. - Come ti descriveresti con una parola o con una frase? E come descriveresti la tua musica con una parola?
Sia come artista che per la mia musica direi: il mio obiettivo è portare avanti i valori “old school”, del punk, del rock ’n’ roll, della musica suonata in generale con gli occhi di un ragazzo di oggi. Mi piace vedere le canzoni come nuove fonti in cui guardare a quelle di chi ha scritto la storia prima di noi per poterne far tesoro ed andare avanti a scrivere la nostra. - Per quale motivo la gente dovrebbe ascoltare le tue canzoni?
Perché ci trova voglia di fare lasciarsi andare, di emozionarsi nel bene e nel male, di condividere ciò che abbiamo dentro e fare festa. Si dice che il rock non risolva i problemi ma ti permetta di ballarci sopra: credo renda l’idea. - Scrivici la frase più importante di questo brano
Sicuramente lo special:Mary Jane dove sei?
Fai effetto e te ne vai
Nella notte, nella nebbia
I say “hello” you say “goodbye”
Fammi posto nella testa
Portami a vedere l’alba
Vai col vento e poi ritorna per cantare ancora - Progetti futuri?
Guardando al concreto e a ciò che posso garantire, dato il momento particolare che viviamo, continuerò a fare uscire singoli regolarmente e dopo l’estate pubblicare il mio primo EP da solista “Frugo nel frigo”: è un progetto che sogno da tempo ed in cui racconto in musica il viaggio di un musicista al giorno d’oggi, con tutti gli alti e bassi del caso. Nel frattempo continuerò a divertirmi, a scrivere canzoni, a fare contenuti sui social e a conoscere nuove persone e musicisti nell’ambiente indipendente.
- Siamo arrivati a fine intervista… Domanda a scelta.
C’è qualcosa che non ti ho domandato ma che avresti voluto ti chiedessi? Puoi farti una domanda e risponderti.
Ringraziandovi per lo spazio che dedicate a me ed alla musica indipendente, mi chiederei se sono soddisfatto del punto in cui mi trovo del mio progetto musicale. La risposta è sì: sono ancora qui a fare musica, ho tanta voglia di imparare e migliorare come musicista e come autore e soprattutto ho dei musicisti fenomenali – Marco Fapani, Christian Anfossi e Andrea Cattarina, non a caso chiamati “i Fenomeni” – che hanno fiducia nelle mie idee, sono talentuosissimi e permettono di arrivare al sound che ho sempre sognato di avere per i miei brani. Oltre a loro ho vicino anche collaboratori fantastici, di tutti i musicisti ed addetti ai lavori che sto conoscendo grazie al progetto, così come sono molto contento di tutte le persone che mi seguono e di questa grande condivisione di valori, idee e porco rock ’n’ roll! Grazie a tutti di cuore.
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